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La Cantina, dove si incontrano i prodotti e gli imprenditori

da Redazione

Il Direttore Paul Andolina: “Abbiamo uno staff preparato che sa accogliere le persone”.

Paul Andolina In cantina 10

 

di Alessandro Carli

 

Il primo, ma solo apparentemente azzardato slittamento semantico, si gioca tutto sul secondo nome “internazionale” della Cantina del Consorzio Vini di San Marino: Wine house, casa del vino, e Amy Winehouse, la cantante di Camden, Londra.

Abbiamo detto “apparentemente” perché a modo suo, quindi in maniera raffinata, la “casa” è un luogo anche di musica. Ma è anche e soprattutto di più. E’, in prima battuta – e qui, come insegnano gli antichi latini, omen nomen – lo spazio in legno in cui riposano e si presentano i vini sammarinesi. Un’impressione che viene confermata appena si entra nella Cantina, impreziosita da molti particolari, molte decorazioni in legno. “Certamente è un luogo per far conoscere le nostre tipicità – racconta Paul Andolina, Direttore del Consorzio Vini Tipici di San Marino -. Sin dall’inizio del progetto però ci siamo fissati un altro obiettivo, quello cioè di creare un luogo di ospitalità per le persone. Non mi riferisco solamente ai clienti che vengono ad acquistare i vini. In questi anni rappresentanti delle istituzioni, diplomatici e imprenditori si sono incontrati nel nostro spazio per presentare progetti per il Paese e per creare nuove relazioni. Per incontrare i propri clienti e fare business davanti a un bicchiere di vino.

Un’agorà quindi, una “piazza” al coperto in cui il calore del legno e delle bottiglie fa sentire a proprio agio le persone. Un luogo di incontro con le persone e allo stesso tempo con la storia della Repubblica e dei suoi vini: Brugneto, Tessano, Roncale, Sangiovese, Biancale, Caldese, Oro dei Goti, Riserva del Titano Brut, Moscato Spumante e Briza.

“Sin dall’inizio – prosegue Paul Andolina – abbiamo lavorato su più aspetti. Il primo, e forse il più importate, è quello legato alla qualità. Per noi è la condizione sine qua non: oggi si dà quasi per scontato, ma per raggiungerla occorre mettere in campo professionalità e progetti seri, concreti. In questo, i soci del Consorzio hanno capito subito che era necessario un cambio di passo rispetto al passato, e hanno creduto nel percorso di crescita, di sviluppo che abbiamo presentato. Senza la qualità, oggi è impossibile stare sul mercato”.

Ma la qualità, se racchiusa in una bottiglia di vetro e lasciata in un angolo, non basta. “La comunicazione è fondamentale. Puoi anche creare il prodotto migliore, ma se le persone non lo sanno, è un’eccellenza a metà. In questo, il Consorzio ha investito molto. Occorre, secondo noi, comunicare con serietà, agendo sul vestito, quindi sulle etichette, e sul racconto un’emozione. Emozione nel raccontare il territorio del Titano, emozione nel presentare i prodotti”.

Uno dei segreti va quindi ricercato nelle persone. “Il Consorzio appartiene a loro. Ci chiamano per darci un loro ‘feedback’ sui vini, ma anche per avere informazioni sui prodotti”. Un luogo di aggregazione, di dialogo.

La comunicazione, secondo il Direttore, deve percorrere due strade. “La prima è quella di lavorare verso la cosiddetta ‘parte interna’, ovvero il tessuto locale e ma anche dei territori limitrofi attraverso degustazioni guidate e una diversificazione degli eventi. Uno più recenti è avvenuto solamente qualche mese fa, in agosto. In occasione di ‘Deejay on Stage Riccione 2016’, assieme a Daniele De Luigi di San Marino Performance abbiamo regalato ad alcuni artisti che si sono esibiti durante la kermesse della Perla, una bottiglia del nostro vino. Un regalo di qualità che Luca Carboni e Max Gazzè hanno particolarmente apprezzato”.

Sempre durante la scorsa estate, è stato lanciato “Apericinema”, un momento di piacevole dialogo tra le pellicole e la conoscenza dei vini sammarinesi.

Il tutto non sarebbe possibile se non ci fosse una straordinaria attenzione al servizio e ai clienti,

“E’ molto importante lavorare con uno staff preparato che sa accogliere le persone con un sorriso e una stretta di mano, ma che sa fornire anche tutte le informazione sui prodotti – prosegue il Direttore – e il giusto abbinamento. Spiegare, raccontare come nasce un vino, la sua struttura, la storia di chi coltiva le vigne, si collega a quel filo emotivo che attraversa il nostro lavoro”. E in un’epoca in cui tutto è digitalizzato, scritto in pochi caratteri, il calore della voce, il tempo dell’ascolto – un tempo che accompagna anche il lavoro dei soci – diventa un bene prezioso.

Altro asset strategico, in un’ottica di fare sistema, è quello della collaborazione. “La Cantina è una ‘vetrina’ di prodotti, un punto di informazione. I nostri vini possono comunque essere acquistati anche in altri negozi della Repubblica, che hanno colto il valore dei prodotti locali e che li ‘spingono’, li propongono ai clienti”.

Ma anche nella vicina Italia si possono trovare i vini del Consorzio. Per fare un esempio concreto, le bottiglie sono presenti anche nel red carpet di Bologna, quella meravigliosa via Clavature, salotto di locali e botteghe che propongono solo eccellenze enogastronomiche.

La seconda è quella rivolta all’estero. Stati Uniti d’America, per esempio. “Sono mercati difficili da raggiungere, che hanno modalità diverse dalle nostre. Per questo, è importante ‘entrare’ nel loro mood con il giusto dosaggio. La nostra produzione non è così vasta, e quindi abbiamo ritenuto strategico individuare mercati non proprio di ‘nicchia’ ma comunque che potessero recepire il nostro messaggio e la nostra storia”. Nell’ultimo periodo abbiamo approfondito il Giappone. “Abbiamo iniziato a farci conoscere lo scorso anno. Siamo stati lì per circa 20 giorni. Non basta ‘spedire’ i prodotti, ma serve innanzitutto presentarli, farli conoscere. Abbiamo così stilato un piano di marketing: momenti di degustazione, accompagnati dall’emozione di un racconto, quello della nostra terra, dei nostri soci, in sinergia con grandi marchi italiani del mobile e della moda. Quest’anno abbiamo avuto risultati economici importanti dal Paese del Sol Levante”.

Come detto, la radice più profonda del Consorzio è ben piantata nel Titano. E la Cantina rappresenta l’elemento centrale. Un luogo di business ma anche di cultura. Molti artisti difatti hanno esposto le proprie opere: un connubio tra storia, tradizione ed estro, creatività, fantasia.

Ed è in questo solco che si inserisce un’attività che non è affatto “parallela” ma bensì integrata con il piano di comunicazione del Consorzio: la calendarizzazione di eventi artistici. Paul Andolina annuncia che “da qui alla fine dell’anno ci saranno altri eventi” tra cui anche “una mostra fotografica molto legata al territorio e alle persone che lavorano e producono economia”.

E’ poi in fase di rifinitura il giornale “In_Cantina”, il cartaceo che presenta i prodotti del Consorzio – siamo in profumo di Natale, e un “vino” è sempre un dono graditissimo – e la storia delle persone che con passione “creano” i vini, quei vini che sono un biglietto da visita per l’intero sistema Paese.

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