Le risposte di Andrea Zafferani, Roberto Giorgetti, Marina Lazzarini e Alessandro Izzo.
di Daniele Bartolucci
La campagna elettorale inizierà ufficialmente il 31 ottobre, ma il quadro della situazione è già completo da alcune settimane: sono state infatti ufficializzate le liste e le coalizioni che concorreranno alle elezioni del 20 novembre. Nell’avvicinarsi alla scadenza, stante anche la presentazione dei programmi elettorali, la redazione di San Marino Fixing ha deciso di affrontare con tutte e 11 le liste alcuni temi riguardanti il sistema Paese e, in particolare, lo sviluppo economico di San Marino. Per garantire a tutti i partiti, movimenti e liste singole eguale spazio e visibilità, sono state proposte le stesse domande, suddivise in due blocchi. Il primo, che vedete pubblicato in questo numero di Fixing, riguarda il sistema Paese, quindi il mercato del lavoro, la disoccupazione, le pensioni e la fiscalità, in questo caso quella indiretta con la proposta di introdurre un sistema IVA entro l’anno prossimo. Di seguito le tre domande.
Domanda 1: Occupazione e disoccupazione, come interverrete sul mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali?
Domanda 2: Riforma delle pensioni: è giunto il momento di passare al sistema contributivo?
Domanda 3: Siete favorevoli all’introduzione di un sistema Iva entro il 2018?
Le risposte pervenute dalle varie liste (a nome di un rappresentante scelto dalle liste e non dalla redazione), permettono di comprendere, seppur superficialmente in alcuni casi (soprattutto per quanto riguarda l’IVA, che richiederebbe approfondimenti ad hoc), quali progetti siano stati messi in campo. E anche quali siano le idee dei vari partiti e movimenti politici in merito ad alcuni temi generali. In tal caso la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro sono due temi di estrema attualità, su cui comunque il prossimo Consiglio Grande e Generale dovrà impegnarsi a fondo. Nella prossima edizione del giornale, le domande verteranno invece su temi più legati allo sviluppo economico, partendo dal Bilancio dello Stato, quindi gli investimenti pubblici; la Pubblica Amministrazione e ovviamente il tema forse più importante di tutti, in questo momento, vista anche la stretta attualità: l’Unione Europea e il rapporto che San Marino deve avere con essa. Il percorso di associazione intrapreso, ma non solo.
Civico 10, risponde Andrea Zafferani.
1) Con 4 interventi decisi. Contratto unico a tutele crescenti come standard contrattuale: una buona mediazione tra flessibilità per le imprese e sicurezze per il lavoratore. Uno strumento misto Stato-datori-sindacati per gestire il processo di ricollocamento dei disoccupati, che deve essere rapido, aumentando l’efficacia del processo e risparmiando risorse. Incentivi all’occupazione crescenti nel tempo: vogliamo premiare le imprese che investono sui lavoratori e sulla loro professionalità. Infine, libertà per le imprese di assumere la risorsa desiderata, senza le lungaggini burocratiche esistenti, con incentivi/disincentivi che favoriscano l’occupazione dei residenti.
2) Non basta passare dal retributivo al contributivo, con le insostenibili dinamiche demografiche di oggi. Serve il modello svedese: un sistema pubblico a ripartizione che garantisca a tutti una pensione per vivere dignitosamente, ponendosi come sistema di welfare, e il potenziamento del sistema a capitalizzazione, gestito in maniera pubblica e trasparente, per dare una pensione più alta a chi ha versato di più e rendere attrattivo il Paese per le alte professionalità. Nell’immediato: solidarietà di ritorno per le pensioni di importo non compatibile con la nuova realtà e legare l’importo della pensione di reversibilità alla situazione economica famigliare.
3) Si, ma con norme apposite a tutela del commercio al dettaglio, del turismo e dei servizi.
Repubblica Futura, risponde Roberto Giorgetti.
1) Il futuro del Paese passa per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione, anche attraverso politiche di internazionalizzazione. Occorre ripensare al mercato del lavoro in maniera nuova. Eliminare gli attuali ammortizzatori sociali, che costano molto, sono poco funzionali al ricollocamento e creano disparità, e introdurre per i disoccupati un reddito di cittadinanza condizionato alla disponibilità a svolgere lavori di utilità sociale e corsi di formazione. Introdurre un sistema mirato di incentivi/disincentivi per le imprese per favorire l’assunzione del personale più idoneo, favorendo i residenti. Semplificare le procedure e costruire un contratto unico fra settore pubblico e privato.
2) Il sistema a ripartizione va mantenuto per assicurare una pensione minima a tutti. Accanto a questo va ristrutturato e potenziato il sistema contributivo, già presente con il 2° pilastro. Occorre un patto fra generazioni per trovare soluzioni eque, che garantiscano il futuro di tutti. Va creata una società pubblica che gestisca in maniera trasparente ed efficace il sistema pensionistico nel suo insieme.
3) Dipende
SSD, rispondono Marina Lazzarini e Alessandro Izzo.
1) Adesso.sm propone una riforma del mercato del lavoro con regole dinamiche per consentire assunzioni più semplici. Armonizzare la forza lavoro con le richieste del mercato, attraverso la riconversione e la formazione dei disoccupati Dare a disoccupati e inoccupati la certezza di un reddito minimo, attraverso il lavoro di cittadinanza Rivedere il meccanismo di ri-collocamento e formazione coinvolgendo le imprese. Riformare gli incentivi alle assunzioni per premiare le aziende che investono nel tempo sul lavoratore Giungere a un contratto che garantisca parità di trattamento normativo ed economico fra settore pubblico e privato.
2) Il nostro obiettivo è quello di garantire a tutti un adeguato tenore di vita nell’età avanzata. Fondamentale strutturare un patto fra le generazioni che sappia ripartire i costi degli aggiustamenti senza far ricadere tutto il peso della contribuzione sui giovani; 1° pilastro, serve una riforma radicale che delinei un nuovo modello in grado di reggere rispetto alle dinamiche demografiche. Per il 2° pilastro sarà strategico il rendimento degli investimenti su base volontaria, che verranno incentivati aumentandone l’aliquota di finanziamento progressivamente nel tempo.
3) Sì a un’evoluzione dell’attuale monofase verso un sistema IVA moderno, innovativo e che superi le problematiche esistenti mantenendo il sistema competitivo.