Home FixingFixing Aumentano i residenti, ma molti di questi non lavorano

Aumentano i residenti, ma molti di questi non lavorano

da Redazione

Nel 2008 erano occupati in 15.569 su 31.269, oggi sono solo 15.351 su 33.121. Ci sono quasi 1.900 “nuovi”: esclusi i nati qui, non tutti sono entrati nel mercato del lavoro.

 

di Daniele Bartolucci

 

Al 31 agosto la popolazione residente a San Marino è arrivata a toccare quota 33.121 persone, dopo aver sforato la soglia dei 33.000 già nel corso del 2015. Un numero che cresce di anno in anno, considerato che dal 2008 a oggi i residenti sono aumentati di quasi 1.900 unità, ovvero più di 200 persone in più l’anno. Esclusi i nuovi nati (che comunque pareggiano quasi sempre le morti), si tratta di nuovi residenti, per lo più “immigrati”, anche se è vero che negli ultimi anni si è potuto vedere un fenomeno di “rientro a casa” di molti cittadini prima residenti all’estero. Fatta questa dovuta considerazione preliminare, il tema su cui si può aprire una riflessione – simile a quello che sta avvenendo in Italia – è sulla qualità di questi nuovi residenti. Ovvero, qual è il contributo che hanno dato e stanno dando al sistema economico e sociale di San Marino?

La risposta non è univoca (e comunque potrebbe avere troppe deviazioni ideologiche), ma un dato obiettivo e certo è il rapporto tra residenti e numero di residenti occupati. Un rapporto che si è deteriorato dal 2008 a oggi in maniera continua, eccezion fatta per una piccolissima inversione del trend nei primi mesi del 2016. In pratica (si veda la tabella qui sopra), sono aumentati i residenti (sammarinesi e di altre cittadinanze, in primis quella italiana), ma sono sempre meno i residenti che lavorano (218 rispetto al 2008, ma erano stati, nel 2015, anche 619 in meno). Se diamo per scontato, come detto, che l’aumento sia dato dal fenomeno dell’immigrazione e non da un boom di nuovi nati (che non si è verificato), significa che i nuovi residenti provenienti dall’estero non vengano qui per lavorare, in quanto non sono occupati, o comunque sono proporzionalmente meno occupati di un tempo. E’ anche vero che il minor numero di occupati potrebbe essere determinato da chi è uscito dal mercato del lavoro per altri motivi, in primis il pensionamento, che come sappiamo ha un trend di crescita di 4-500 unità l’anno negli ultimi dieci anni. Dall’altro lato questa fuoriuscita dal lavoro dovrebbe essere compensata dai giovani che vi entrano. L’aspetto meno quantificabile, quindi, resta quello dei nuovi residenti provenienti dall’esterno, che possono aver acquisito la residenza in questi anni e rappresentano, quasi certamente, il numero maggiore dei “nuovi”. Le regole concessorie attuali, quindi, sono le “imputate” principali in questa situazione: da una parte quelle discrezionali, ancora vigenti, per cui se un nuovo residente lavora o non lavora cambia effettivamente poco. Dall’altra quelle istituite all’insegna dello Sviluppo, che premiano il lavoro e l’impresa, ma che forse hanno dei parametri ancora troppo alti, per cui in pochi hanno ottenuto la residenza in questo modo. Anche perché, altrimenti, ci sarebbe stato un aumento sensibile del numero dei residenti occupati. Infine l’altro dato, storicizzato ormai anche a San Marino: la disoccupazione. Molti residenti hanno perso il lavoro e molti lo stanno ancora cercando. Comunque la si guardi, è quindi un dato molto negativo.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento