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Cesare Pisani: “Vivo con la valigia sotto al letto”

da Redazione

L’AD di TISM tra innovazione, tecnologia e famiglia. Laureato in Ingegneria Elettronica, suona diversi strumenti, ama lo sport.

Cesare Pisani ok

 

di Alessandro Carli

 

Cesare Pisani, Amministratore Delegato di TISM e Presidente di TMS, lavora a San Marino da oltre 13 anni. Entro nel suo ufficio. Praticamente una sala riunione. Tante foto. Una mi colpisce: è tratta da Business Week Latin America. È un servizio del 1997 sulle le persone dell’high tech più influenti di quegli anni e lo ritrae assieme a Steve Jobs.

Un bel riferimento… “Per carità.Anche se fonte di costante ispirazione, il paragone con il ‘Leonardo della Tecnologia’ è assolutamente improprio. Conservo con orgoglio quel-l’immagine perché è un ricordo di un lavoro fatto eccezionalmente bene. Per Telecom Italia ero responsabile di Iridium in America Latina. Il progetto di telefonia cellulare globale e la nostra area si qualificò prima al mondo all’avvio commerciale. Fui chiamato al Board di Motorola per condividere il mio successo. Motorola allora era tutto l’high tech che contava e pesava più della Apple di oggi”.

So che ha avuto un percorso professionale movimentato… “Inizio da come mi vedo: sono un manager, imprenditore di me stesso. Sono nato a San Marco Argentano, in provincia di Cosenza, un paese di 3.000 abitanti del bellissimo ma travagliato meridione d’Italia. Tantissima voglia di fare. Poche opportunità se non la valigia che ancora oggi è sempre pronta sotto il letto”. Liceo Classico e via: Laurea con Lode in Ingegneria Elettronica a Napoli, Ufficiale del Genio in Aeronautica Militare in Sardegna, Master in Innovazione al Politecnico di Milano, MBA presso la Open University del Regno Unito. Ricercatore, Docente Universitario in Telecomunicazioni e, poi, in posizioni apicali, lavora in oltre 10 aziende ad alta innovazione, in Italia e all’estero, America Latina, USA, India, Israele, Francia.

Come è arrivato a San Marino? “È una storia tutta industriale. Agli inizi degli anni 2000, Intelcom (oggi Telecom Italia San Marino) versava in grosse difficoltà. A meno di una sostanziale ricapitalizzazione e di un rilancio, era tecnicamente fallita. Per Telecom che deteneva la quota di controllo, la scelta era chiudere, mettendo sul lastrico oltre 50 famiglie o riposizionare l’azienda su un percorso sostenibile”. Ed è qui che entra in campo. “Ero Presidente e AD per l’EMEA di Vocaltec, la start up Israeliana che aveva inventato la VoIP. Al tempo questa era una tecnologia di frontiera e il gruppo Telecom, nel mondo, subiva la concorrenza di piccoli e grandi operatori che l’avevano già implementata con successo. Contattato da un ‘cacciatore di teste’, incontrai i vertici di Telecom Italia che mi proposero di fare di TISM il centro di competenza della Voce su Internet del Gruppo”. Una bella sfida. “Non potevo non raccoglierla. Trovai ragazzi in gamba anche se forse un po’ provinciali e rinchiusi su loro stessi per la situazione. Io ho creduto in loro e loro hanno creduto in me. E Telecom ha creduto in San Marino. Ha rilevato le quote dei minoranzisti e investito svariati milioni di euro in infrastruttura. In poco tempo l’azienda è ritornata in utile e, con un approccio da ‘start up seriale’, sostenendo tassi di crescita anche del 10% al mese, è diventata il primo operatore ‘voce su Internet’ d’Europa. La piattaforma etnica di tutto il gruppo Telecom Italia, operatore d’eccellenza Voce e BB e riferimento high tech per il Titano. Il TISM Store è diventato un modello per il Gruppo. Abbiamo collaborazioni con UNIRSM, siamo Partner del Parco Scientifico e Tecnologico e lavoriamo con le migliori realtà industriali su progetti innovativi di Industry 4.0”. Una risorsa preziosa per il Paese. “E per Telecom Italia – aggiunge -. Siamo una bella squadra e ne siamo orgogliosi. Con gli israeliani ho concordato un piano di trasferimento di conoscenza più che un mero acquisto di apparati. Oggi in TISM abbiamo ingegneri in grado di sviluppare applicativi estremamente innovativi a partire da software open source. E ‘Live in San Marino’ ne è un esempio d’eccellenza”. È vero che li porta a correre e a nuotare? “Diciamo che li incoraggio. Ho praticato e pratico a livello agonistico varie discipline. E lo sport è parte del mio credo. Il nostro corpo è il risultato di un’evoluzione durata milioni di anni. È un organismo fatto per vivere in ambienti ostili, correre dietro le prede, salire sugli alberi, nuotare. I cambiamenti degli ultimi decenni che hanno sconvolto il nostro stile di vita, lo hanno messo in crisi. Il risultato non è solo estetico. È un fatto accertato che gran parte dei nostri malesseri derivano dal disadattamento tra il nostro corpo e lo stile di vita che conduciamo. Nei contratti di lavoro dovrebbe esserci la pausa sport, che oggi è forse più importante della pausa pranzo”.

Voi l’avete inserita? “Non ancora ma ci stiamo lavorando. Per ora, e da anni, a carico dell’azienda, i lavoratori di TISM hanno a disposizione una corsia con istruttore in piscina e l’accesso alla pista di atletica del Multieventi”. E’ utile in termini di conto economico? “Assolutamente sì. Non solo lo sport è diventata un’abitudine per molti colleghi, ma la motivazione, lo spirito di gruppo e la produttività sono aumentate in maniera più che proporzionale”.

Nel vostro “pitch” parlate di un’azienda che vede nell’innovazione un fattore critico di successo. Come fate a tenere il passo? “Formazione permanente e sperimentazione di nuove tecnologie. Su internet c’è tutto lo scibile umano. Sulla piattaforma Coursersa, ad esempio, sono disponibili on line corsi delle migliori università del mondo: Harvard, MIT, ESCP, Yale, Princeton, Caltech, etc. Raggruppati per aree, seguiamo insieme questo corsi e li applichiamo a situazioni industriali reali. I costi sono irrisori e comunque li sostiene l’azienda. Ogni collega riceve un attestato e soprattutto una conoscenza. Aumenta il valore della persona ma anche il valore dell’azienda. Con questo approccio di formazione permanente, non possiamo garantire un lavoro a vita, ma posso aiutare a costruire un’impiegabilità a prova di obsolescenza”.

Come innovate? “Oggi le idee, gli spunti innovativi non mancano. Smartphone e web hanno fatto del pianeta un enorme organismo pensante. La terra è ‘Gaia’, il pianeta d’origine della Fondazione di Asimov. Lavoriamo molto in gruppo. Qualcuno parla di un problema e si cerca una soluzione. Se è già disponibile la si prova e se possibile la si migliora. Altrimenti si prova a svilupparla. E così che nasce LISM e tutte le applicazioni sottostanti: i parcheggi, la gestione delle code, la meteo localizzata, i volantini, la wish list, i test medici, eccetera”. Poi c’è la telefonia mobile. “I governi che si sono succeduti non hanno mai risolto il problema anche se di recente qualcuno aveva avviato un percorso che ci auguriamo non venga interrotto. Se le istituzioni ci metteranno in condizioni di lavorare, autorizzandoci frequenze e antenne, anche per il mobile porteremo all’eccellenza la qualità del servizio e della relazione al cliente”. Con tutti questi impegni, la famiglia?

“È la mia forza. Ho una moglie fantastica. Uno dei migliori ingegneri che conosca che, tra tanto altro, mi ha dato quattro splendidi figli”. Madre ingegnere, padre ingegnere anche loro, immagino…

“Fortunatamente no. Tutti settori diversi. Tutti poliglotti e con la valigia sotto il letto. Mi hanno sempre seguito e quando questo non è stato più possibile abbiamo chiesto soccorso alla tecnologia: le ‘telecene’ sono il nostro focolare”.

La conversazione è piacevole. Vedo un violino. So che suona vari strumenti. Mi hanno anche detto che si occupa a livello di ricerca di Fisica Teorica. Vorrei farmi raccontare, ma è in ritardo per un’altra riunione. Quando abbiamo iniziato abbiamo fatto un patto: vediamo cosa viene e poi decidiamo insieme che farne. Ma è ora di andare in stampa. Devo decidere. Mi aiuta un adagio attribuito ai Gesuiti che mi ha ricordato: “E’ meglio chiedere perdono che permesso”.

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