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Record negativo di nascite in Italia nei primi sei mesi del 2016

da Redazione

Culle sempre più vuote in Italia. E anche a Rimini. Questa l’estrema sintesi della linea tendenziale che emerge dai dati del bollettino demografico semestrale del Comune di Rimini, che registra 552 nuovi nati a Rimini nei primi sei mesi del 2016, 70 in meno rispetto i 622 dello stesso periodo nel 2015. Una contrazione in sintonia, dunque, con quella che emerge dai dati sulla natalità appena pubblicati dall’Istat secondo cui, a livello nazionale, i nuovi nati tra gennaio e giugno 2016 sono il 6% in meno rispetto un anno fa, facendo segnare un calo come mai registrato in epoca recente. Un dato che accomuna tutte le province di Italia e manifesta la profonda modifica non solo demografica, ma anche culturale, sociale ed economica che sta attraversando tutto il paese.

Se si analizzano le curve statistiche si registra anche a Rimini una flessione progressiva e costante da cinquanta anni ad oggi, ma che negli ultimi anni sta accelerando il passo. Rispetto al ‘baby boom’ del 1964, Rimini si trova oggi all’estremo opposto. I nuovi nati del 2016 sono tendenzialmente poco più della metà rispetto 50 anni fa quando, tra le altre cose, la popolazione generale era decisamente inferiore (poco più di 92 mila residenti) rispetto oggi (140 mila residenti nel censimento del 2011). E ormai anche il salvagente rappresentato dalla natalità di coppie di immigrati si sta lentamente sgonfiando. A fronte infatti di coppie italiane che ormai da dieci anni hanno iniziato a fare sempre meno figli, gli immigrati hanno contenuto la denatalità contribuendo progressivamente alle nascite, fino ad arrivare a poco meno del 20% del totale. Anche loro però risentono della crisi economica e stanno lentamente cambiando abitudini in termini di maternità e parto. Nonostante questo mantengono un peso importante nei trend demografici. Se scendiamo infatti nel particolare, e analizziamo la composizione dei nuclei famigliari riminesi, notiamo che in quelli con quattro componenti il rapporto stranieri/italiani è di circa l’11%, sale a circa il 20% per quelli con cinque, supera il 42% per quelli con 6 componenti. Sono comunque dati indicativi, perchè non è detto che all’aumentare del numero di componenti crescano direttamente quelli dei figli, ma è possibile si tratti di famiglie allargate con più parenti sotto lo stesso tetto.

Rimane il dato che le uniche famiglie riminesi che crescono sono quelle unipersonali, che rappresentano di gran lunga le più numerose (poco meno di 24 mila) doppiando quelle con tre componenti e triplicando quelle con quattro.

“Pur trattandosi di dati complessi nella loro lettura – afferma Gloria Lisi, Vice Sindaco del Comune di Rimini con delega alla protezione sociale – si può comunque affermare come i timori lanciati da più parti sulla natalità siano non solo legittimi, ma purtroppo anche fondati. Certo c’è modo e modo nel porre all’attenzione dell’opinione pubblica il tema. Non voglio tornare sulla polemica con la sciagurata campagna comunicativa sul ‘fertility day’ del Ministro Lorenzin, ma è ormai palese come a incidere in maniera sempre più determinante sulle scelte di vita dei nostri giovani siano variabili di tipo economico, occupazionale e di welfare. Come recentemente mostrato dalle indagini Istat e Caritas, crolla infatti a livello nazionale la genitorialità tra gli ‘under 35’. C’è sfiducia nei progetti di vita perchè mancano i fondamentali, il reddito, almeno un lavoro stabile, le reti famigliari e l’integrazione tra tempi di vita e lavoro. Senza intervenire concretamente su questi ambiti gli allarmi sulla denatalità saranno destinati a trovare sempre più eco. La paura di diventare sempre più poveri fa il resto, perchè anche le giovani coppie che riescono a trovare una difficile autonomia ‘sempre più tardiva’ dai genitori, temono che anche l’arrivo di un solo figlio possa drammaticamente spostare l’ago della bilancia verso lo spettro della povertà. Sono paure figlie di un welfare nazionale da cambiare radicalmente, con coraggio. Chi fa un figlio deve assere aiutato e sostenuto, chi ne fa due ancora di più. Sgravi? Contributi? Quozienti famigliari? Gli esempi in Europa ci sono, è ora di discuterne nel merito uscendo dalla sterile litania della politica italiana sul valore etico della famiglia. Bisogna dare concretezza alle parole, altrimenti vuote. In assenza di interventi concreti rischieremo vedere partire sempre più giovani per l’estero o rimanere sempre più vuote le culle di chi decide di restare. Anche di questo, nel nostro piccolo, parleremo nel prossimo week end dedicato non a caso dal Comune di Rimini alla festa delle famiglie: sostegno alle famiglie numerose, supporto alla genitorialità e alla maternità, agevolazioni alle giovani coppie, family card, contributi affitto e per le utenze, diritto allo studio, sono solo alcuni dei principali interventi che il Comune rivolge tutto l’anno alle famiglie, nella consapevolezza che aiutando le singole famiglie contribuiamo più in generale al benessere di tutta la comunità”.

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