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Approvata la legge contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura

da Redazione

“Una scelta di civiltà, un grande passo avanti per contrastare lo sfruttamento, la malavita organizzata e le mafie”. Così il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti commenta l’approvazione della legge contro il caporalato, avvenuta ieri alla Camera. “Si tratta di uno dei provvedimenti più importanti e attesi per la tutela del lavoro, soprattutto nel settore agricolo dove il caporalato è una delle piaghe più gravi che, particolarmente in alcune zone del Paese, hanno infettato il mercato e tolto diritti”.

Il fenomeno dell’intermediazione illegale e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, secondo stime sindacali e delle associazioni di volontariato, coinvolge circa 400.000 lavoratori italiani e stranieri, ed è diffuso in settori dell’agricoltura molto diversi dal punto di vista della redditività, dalle coltivazioni orticole alla viticoltura. In base ai dati dell’Ugl di Forlì-Cesena e Rimini, l’Emilia-Romagna è quarta fra le regioni dove è stato trovato il maggior numero di lavoratori irregolari.

La nuova legge, in particolare, modifica significativamente le norme penali attuali, sostituendo l’articolo 603 bis con un nuovo articolo che riscrive la condotta illecita del caporale e prevede la reclusione da uno a sei anni e una multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato, con aggravanti se il reclutamento è compiuto con violenza o minaccia o nei confronti di minori. Il datore di lavoro risponde del reato di caporalato (a prescindere dall’intervento del caporale) se sfrutta e approfitta dello stato di bisogno dei lavoratori. Perché si tratti di sfruttamento basta la presenza di una o più condizioni: retribuzioni reiterate palesemente difformi dai contratti collettivi, la reiterata violazione dell’orario di lavoro, violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene, condizioni di lavoro, metodi di sorveglianza o sistemazioni degradanti.

I proventi delle confische ordinate a seguito di sentenza di condanna o di patteggiamento per il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro saranno assegnati al Fondo anti-tratta, destinato anche all’indennizzo delle vittime del reato di caporalato.

Viene infine integrato e rafforzato il quadro normativo che ha istituito nel 2014 la Rete del lavoro agricolo di qualità, riunisce le aziende con determinati requisiti di legalità e rispetto delle disposizioni vigenti in materia di lavoro.

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