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Università, essere piccoli per pensare in grande

da Redazione

Il Rettore Petrocelli ha inaugurato l’Anno Accademico 2016-2017. Conferita a Donald A. Norman la Laurea Honoris Causa in Design.

Anno Accademico 2016-2017 Petrocelli Norman 75

 

di Alessandro Carli

 

Un ringraziamento a chi lo ha preceduto e ha posto le pietre su cui ergere l’Università sammarinese, ma anche gli obiettivi che l’Ateneo vuole raggiungere. Un Magnifico Rettore a 360 gradi, quello che martedì 4 ottobre ha inaugurato l’Anno Accademico 2016-2017 davanti a un Kursaal davvero gremito. Un evento che ha coinciso con il conferimento della Laurea Honoris Causa in Design a Donald Arthur Norman, straordinaria mente visionaria dotata anche di grande senso dell’ironia. L’attuale Direttore del Design Lab della University of California San Diego, prima di iniziare la propria lectio magistralis ha invitato la platea a fare un po’ di stretching.

Il Rettore Corrado Petrocelli ha ripercorso la giovane vita dell’Ateneo “Nel 1989, in occasione dell’inaugurazione del primo anno accademico, l’allora Segretario di Stato Fausta Morganti disse che l’Università non era nata per caso ma per sviluppare il Paese. Per molte persone si trattava di un progetto troppo alto”. La mission però è stata chiara sin dall’inizio: un’Università distante dai canoni degli Atenei vicini. “Non avremmo potuto competere” ha spiegato il Rettore, che ha aggiunto: “Era necessario creare un’Università ‘fuori dal comune’ sia per importanza che per metodologia”. Il Magnifico Rettore poi ha ricordato Umberto Eco e Renato Zangheri. Sul primo ha ricordato che “aveva subito aderito al nostro progetto. Sosteneva che fosse l’ultima occasione per avere una nuova università occidentale”. Di Zangheri invece ha citato un passaggio del discorso tenuto oltre 20 anni fa, nel 1994-1995: “Una Università è un bene in sé” e allo stesso tempo “un luogo di crescita di valori umani e civili”. In questo solco, in questa scelta di campo, “ci dobbiamo muovere”.

Petrocelli ha poi elencato tutti i percorsi formativi che offre l’università: dai corsi di laurea triennale (Design, Ingegneria Civile e Gestionale) a quelli della magistrale (Design e Ingegneria Civile), ricordando le scuole di dottorato di ricerca in scienza storiche, ma anche i Master (Nutraceutica, Comunicazione, management e nuovi media, Criminologia, Disturbi specifici dell’apprendimento, Medicina estetica, Medicina geriatrica, Chirurgia estetica, Sport management), i corsi di alta formazione (Processi di internazionalizzazione, Tecniche di apprendimento per DSA, Produzione audiovisiva e cinematografica, Patrimonio archeologico, storico, artistico e paesaggistico sammarinese, Scuola sammarinese per le professioni di avvocato, notaio, dottore commercialista ed esperto contabile) e i corsi di specializzazione in Sostegno didattico e l’inclusione e Insegnamento nella scuola sammarinese.

Percorsi supportato anche dai numeri. L’ingegneria gestionale, per esempio, “in due anni ha triplicato il numero di iscritti”. Petrocelli ha poi voluto sottolineare la laurea per geometri, realizzato “prima dell’Italia”. Uno dei fiori all’occhiello dell’Ateneo è rappresentato dal Design: sold out per le iscrizioni, ma anche tanta qualità. “I nostri docenti e i nostri studenti hanno ricevuto molti riconoscimenti (ricordiamo i tre attestati al “Compasso d’oro junior”, ndr).

Nel suo discorso il Magnifico Rettore ha poi parlato di Punto Europa, dell’Istituto Confucio, del Centro di Ricerca per le Relazioni Internazionali (CRRI) e della biblioteca di Stato, che verrà “spostata” da palazzo Valloni. Oltre al Santa Chiara, si sta cercando una nuova sede.

Non è mancato poi un resoconto delle attività che lo stesso Petrocelli ha realizzato da quando è diventato Rettore. La trasparenza, in prima battuta. Poi il Regolamento didattico dell’Ateneo ma anche quello per conto terzi e quello di base per il contributo degli studenti. I tanti accordi con i privati, un progetto di marketing (t-shirt, borse, cravatte, eccetera, con il logo dell’Università) voluto, ha affermato, in quanto a San Marino “si vendevano molti gadget farlocchi”. Dopo aver sottolineato l’obiettivo dell’Università, ovvero quello di “formare quadri per la PA e per il mondo delle imprese” e che “la vera innovazione si fa con la ricerca”), il Rettore ha svelato il motto dell’Ateneo, rigorosamente in latino e tratto dal quarto libro delle “Georgiche”: “Si parva licet componere magnis”, cioè “se è lecito paragonare le cose piccole alle grandi”. Virgilio si riferisce alle api. “Sono piccole e dedite al loro compito. Lo affrontano assieme”.

 

LA LECTIO MAGISTRALIS DI NORMAN


“Molti pensano che il lavoro del designer sia quello di creare cose belle. Certamente è vero ma è una parte minore”. Con queste parole Donald Arthur Norman ha iniziato la sua lectio e alla platea ha detto: “Per me gli aspetti più importanti del design sono il modo in cui pensiamo, il modo in cui ci assicuriamo di risolvere i problemi e i bisogni più importanti e più critici delle persone, e il modo in cui verifichiamo continuamente le nostre idee per accertarci che siano corrette, comprensibili ed efficaci”.

Per Norman vi sono tre elementi critici: “Risolvere il problema giusto, focalizzare l’attenzione sui bisogni e sulle capacità dell’uomo e formare gruppi collaborativi di persone e tecnologie”.

Molte cose, ha rimarcato, “sono progettate per un modo perfetto nel quale tutto funziona, non ci sono interruzioni, dove tutto ciò che serve per un’attività è a portata di mano. Nel mondo reale non tutto fila liscio”. Mancano, ha ribadito il neo pluri-dottore, le informazioni “che servono”. Il buon design deve quindi “affrontare i bisogni e le capacità dell’uomo come sistema, concentrandosi sull’ambiente e sull’interazione con i componenti della vita quotidiana, del lavoro, dell’istruzione e del gioco”.

Donald Arthur Norman poi ha fornito agli studenti una straordinaria attualizzazione della parola “design”, non più “artigianato che si occupava della creazione di oggetti belli” bensì “un modo di pensare, di scoprire problemi e di migliorare la vita quotidiana”. Il design moderno “è diverso dalla maggior parte delle discipline accademiche” in quanto “si tratta di un campo di saperi pratici più che teorici”.

Già, ma quale futuro aspetta il design? Un artigianato e una pratica oppure una modalità di pensiero? Il professore non ha risposto, ma ha fornito lui stesso una domanda, prendendo a prestito una celebre frase di Yogi Berra, giocatore di baseball statunintense: “Quando arrivi a un bivio, prendilo”. 

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