Home FixingFixing Renato Nibbio nuovo Presidente del Comitato Amministratore di Fondiss

Renato Nibbio nuovo Presidente del Comitato Amministratore di Fondiss

da Redazione

In “dote” un patrimonio di oltre 26 milioni di euro, investito nelle banche.

 

di Daniele Bartolucci

 

Oltre 26 milioni di capitale investito, più di 23mila iscritti attivi e un nuovo Presidente. Sono questi i numeri del Fondiss, il secondo pilastro previdenziale di San Marino, la cosiddetta “previdenza complementare obbligatoria”. Come anticipato, il Comitato Amministratore Fondiss, ha nominato a settembre il nuovo Presidente nella persona dell’avv. Renato Nibbio, secondo quanto previsto dalla vigente normativa che prevede che “…il Presidente di Fondiss, che dura in carica per un anno, viene eletto dal Comitato Amministratore al proprio interno, seguendo il criterio della rotazione in modo tale che le tre componenti – pubblica, sindacale e datoriale – ricoprano la carica almeno una volta nell’arco della durata di un mandato”. Nell’occasione, il Comitato ha ringraziato il Presidente uscente Lino Sbraccia per l’impegno e per l’opera prestata durante il suo mandato annuale. A seguito delle nomine di cui sopra, il Comitato Amministratore è attualmente composto, oltre che dal Presidente Renato Nibbio, da Raffaele Bruni, Riccardo Casadei, Flavio Casetti, Luca Filanti, Sante Ruggero Lonfernini, Angela Piazzolla, Lino Sbraccia e Alessia Scarano. Il neo-eletto Presidente Renato Nibbio, ringraziando il Comitato per la fiducia accordatagli, ha confermato che il suo mandato sarà caratterizzato “dall’ottica di trasparenza ed informazione nei confronti degli iscritti e della cittadinanza che il Comitato Amministratore ha già da tempo posto alla base della sua attività”. Un’attività che già oggi, nonostante i pochi anni di vita, una crescita patrimoniale interessante, arrivata come detto ad un capitale totale investito di oltre 26 milioni di euro. Capitale che, fino a che non entreranno a regime le erogazioni, dovrebbe continuare a crescere nel tempo. Crescita che, stando alle ultime proposte, potrebbe avvenire in maniera anche più veloce della messa a regime delle aliquote che, come noto, arriveranno per legge ad un 4% totale (2% a carico del lavoratore e 2% a carico dell’azienda). Le proposte per aumentare tale contributo sono diverse: tenendo conto dell’inopportunità di aumentare l’aliquota, si potrebbe destinare una parte del TFR annuale al fondo pensione (se di primo o di secondo pilastro è una scelta più politica che tecnica, al momento), o addirittura dare, nel caso proprio del Fondiss, la possibilità al lavoratore di contribuire volontariamente con capitali propri. Trattandosi di un sistema a capitalizzazione, quindi personale, si potrebbe considerare un investimento vero e proprio, oltre al fatto che normativamente si potrebbe, in maniera molto semplice, portarlo in deduzione, trattandosi comunque di previdenza integrativa. Il Fondiss, infatti, nasce proprio dall’esigenza di garantire al futuro pensionato una “integrazione” al reddito da pensione, stante le ultime riforme che, rispetto al passato, hanno abbassato e di molto il tasso di sostituzione tra lavoro e pensione: se prima si prendeva più o meno la stessa cifra della busta paga, oggi chi andrà in pensione si dovrà accontentare del 50-60% del suo stipendio. Un 10-15% in più dovrebbe darlo il Fondiss.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento