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San Marino scommette sul turismo rurale

da Redazione

E’ stato promulgato il D.D. 125/2016: i finanziamenti e i requisiti. Richiesti progetti ben precisi e definiti. Escluse le infrastrutture esterne.

 

di Alessandro Carli

 

Forse 26 anni di attesa per capire che la terra è una risorsa su cui investire sono davvero troppi: c’è voluto oltre un quarto di secolo (Legge 96/1989 Decreto 24/1990) per vedere pubblicato il Decreto Delegato 125/2016, che di fatto va a stabilire tutta una serie di “Incentivi per la promozione del turismo rurale”. Difficile recuperare il terreno perduto rispetto alla vicina Italia, però dalla fine di agosto 2016 – data in cui è stato pubblicato il Decreto – anche San Marino potrà trasformarsi in un luogo di attrazione per i turisti che preferiscono il contatto umano e la storia di un Paese alle modernissime strutture hi-tech.

 

REQUISITI PER L’ACCESSO AI FINANZIAMENTI

Nessun finanziamento a pioggia (del resto, siamo in spending review) ma piuttosto progetti ben precisi, con tanto di requisiti sine qua non.

Vediamoli assieme. In prima battuta il Decreto chiarisce che vi possono accedere solamente gli Operatori del Turismo Rurale “in possesso di regolare licenza di Operatore Agricolo”. I benefici per gli interventi edilizi di cui all’articolo 9, comma 2, della Legge 27 gennaio 2006 n. 23 (La sistemazione degli immobili può avvenire attraverso la manutenzione straordinaria, la ristrutturazione ed il restauro, ndr) possono essere concessi limitatamente ad alcune tipologie di fabbricati come ad esempio gli edifici di interesse storico, ambientale e culturale “presenti all’interno del centro aziendale”, nonché i “nuclei storici o edifici inseriti in nuclei storici” sempre ubicati all’interno del centro aziendale o a confine con aree appartenenti al centro aziendale e gli “edifici presenti all’interno del centro aziendale” purché abbiano una “vita” superiore ai 10 anni. Se non si rientra in queste categorie, il Decreto comunque la possibilità di accedere ai benefici ma solamente “per interventi da effettuarsi all’interno del centro aziendale relativi “a piccole infrastrutture di servizio non permanenti, quali viabilità aziendale, piazzole, servizi igienici esterni” oppure per un lavoro di risanamento ambientale quali creazione di percorsi didattici, recupero di sorgenti d’acqua, rifacimento di muri a secco. Sempre il Decreto poi avverte che non sono finanziabili “gli oneri di progettazione, gli arredi e le attrezzature interne ed esterne, nonché le infrastrutture esterne quali pergolati, gazebo e vasche natatorie” in quanto queste tipologie di infrastrutture esterne, rientrano nelle attività e funzioni insediabili in zona agricola “e sono pertanto soggette al rilascio di concessione” (Legge n. 87/1995).

 

COME PRESENTARE LA DOMANDA

L’operatore che risponde ai requisiti, per richiedere la concessione edilizia deve presentare la domanda direttamente all’Ufficio Urbanistica che, previo parere favorevole dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole, provvede a concedere i benefici. Giova comunque sapere che vengono concessi limitatamente a immobili per i quali non siano stati già autorizzati finanziamenti pubblici nei precedenti venti anni “o non siano in essere finanziamenti pubblici di altra natura”. L’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole, entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta, predispone la relativa istruttoria e trasmette la pratica alla Commissione per le Risorse Ambientali e Agricole e alla Commissione per il Turismo Rurale. La Commissione per il Turismo Rurale, entro sessanta giorni dal ricevimento della documentazione “e subordinatamente al rilascio del parere” di cui sopra, esprime parere preventivo obbligatorio in merito alla finanziabilità degli interventi edilizi e, in caso di “via libera”, delibera l’entità dei finanziamenti erogabili entro i limiti della disponibilità di bilancio.

 

FINANZIAMENTI: IMPORTI E PERCENTUALI

Dopo le parole e l’iter burocratico, i finanziamenti. Il Decreto 125/2016 stabilisce che la Commissione Risorse Ambientali ed Agricole può concedere un contributo fino al 30% della spesa ammessa e, per la rimanente parte, un prestito della durata di 10 anni con il 60% degli interessi a carico dello Stato. La spesa ammessa è definita sulla base dei disciplinari adottati dalla Commissione Risorse Ambientali ed Agricole.

I benefici, rimarca il Decreto, si riferiscono comunque a una spesa ammessa complessiva “non superiore a 200 mila euro” da richiedersi “una sola volta”. A seconda della tipologia di intervento, la spesa massima oscilla tra i 200 mila euro (qui ritroviamo gli edifici di interesse storico, ambientale e culturale sino a quelli presenti all’interno del centro aziendale la cui costruzione risalga ad oltre 10 anni) e i 40 mila euro (piccole infrastrutture di servizio non permanenti, quali viabilità aziendale, piazzole, servizi igienici esterni). Per gli interventi di risanamento ambientale quali creazione di percorsi didattici, recupero di sorgenti d’acqua, rifacimento di muri a secco invece la spesa massima ammessa è di 65 mila euro.

 

EROGAZIONE DEI FINANZIAMENTI

I finanziamenti sono erogati con le seguenti modalità: il 30% all’inizio dei lavori, il 30% a fine lavori e il rimanente 40% a collaudo avvenuto da parte dell’UGRAA e al rilascio della conformità edilizia.

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