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Bilancia commerciale in positivo grazie al manifatturiero

da Redazione

Le attività produttive valgono da sole oltre il 57% delle esportazioni totali. Il saldo, rispetto a quanto viene importato, è di oltre 440 milioni di euro, anche se solo cinque anni fa valeva il doppio.

 

di Daniele Bartolucci

 

San Marino è oggi un Paese votato all’esportazione. Lo dimostra la bilancia commerciale degli ultimi anni, dove il saldo tra import ed export è sempre positivo, anche se rispetto a poco tempo fa si è ridotto della metà. C’è stato infatti un periodo, conclusosi a quanto pare tra il 2011 e il 2012, dove a parità di interscambio, il valore di ciò che veniva esportato superava di gran lunga quello di quanto veniva importato: valore che, quindi, è ipotizzabile rimanesse in territorio come imprese, investimenti, lavoro e reddito.

Da evidenziare che i dati riguardanti il 2015, gli ultimi disponibili come annualità, registrano un lieve incremento delle esportazioni (+1,41%) e delle importazioni (+1,62%) rispetto al precedente anno e, come detto, il saldo tra le due segue la stessa direzione (+0,65%), sfiorando i 443 milioni di euro, confermando un rinnovato trend positivo. Inoltre, negli ultimi tre anni l’interscambio commerciale si è mantenuto pressoché stabile, intorno ai 3,7 miliardi di euro: dato che fa pensare ad una certa stabilizzazione dei rapporti commerciali di San Marino con l’estero. Rapporti che sono determinati, spesso, dagli accordi a livello governativo: limite e opportunità, allo stesso tempo, dello sviluppo del sistema economico sammarinese.

 

ARRIVANO “MERCI” E PARTONO “MANUFATTI”

La dinamica con cui in un Paese si trasforma in valore aggiunto l’importazione di generiche “merci” può avere diverse direttrici e San Marino ha un spiccata vocazione all’esportazione dei prodotti del manifatturiero: un settore che rappresenta da solo il 57% di tutto ciò che esce dal Paese. Ma che, allo stesso tempo, rappresenta anche la parte più consistente della forza lavoro attiva di San Marino, occupando circa un terzo dei lavoratori dipendenti.

Inoltre, un Paese piccolo come San Marino, pur tenendo conto dell’alto tenore di vita dei residenti e il flusso turistico di circa 2 milioni di visitatori all’anno, sarà sempre dipendente dall’esterno per quanto riguarda l’approvviggionamento di materie prime, siano esse quelle necessarie al sostentamento (agricoltura, pesca, allevamento…) o quelle utilizzate dalle imprese, così come dei beni richiesti dal consumo interno. E questo viene confermato dal fatto che il tipo di importazioni più comune è quella delle “merci” che rappresenta per l’ultimo anno l’82% sul totale, seguite dalle tipologie “altri servizi” e “beni strumentali” per un ammontare di poco maggiore al 4% ciascuna. Per quanto riguarda le importazioni, va aggiunta ovviamente la voce “prodotti petroliferi”, che rappresentano il 3,8% delle importazioni nel 2015.

Tornando alle attività manifatturiere, va evidenziato che solo nell’ultimo anno il valore delle merci esportate per questo settore è aumentato del +5,2%, in aumento rispetto il +1,6% registratosi nel 2014, mentre nel 2013 c’era stato un calo del 2,5%. Questa dinamica conferma i dati economici già evidenziati dall’occupazione, dal numero di imprese e dall’indice PMI, che indicano il manifatturiero come un settore in ripresa e in grado di trainare l’economia del Paese.

Dall’altra parte, il settore del “Commercio all’ingrosso e al dettaglio” che comprende statisticamente anche la “Riparazione di Autoveicoli e Motocicli”, ha un peso altrettanto importante nella bilancia commerciale, anche se i volumi sono minori e il saldo è opposto: si importa, in questo caso, più di quanto si esporta. La motivazione basilare potrebbe essere che ciò che resta si traduce in consumi interni (dei residenti e dei visitatori), ma non solo. In ogni caso, per quanto riguarda il 2015 a fronte di 639.680.305 euro di importazioni, questo settore ha esportato beni per 414.139.970 euro, rappresentando il secondo asset a livello di export per il Paese. Da evidenziare infine il settore “Noleggio, Agenzie viaggio e Servizi al supporto delle imprese”, che esporta per quasi 118 milioni di euro e importa ben dieci volte meno, rappresentando uno dei “saldi” positivi più importanti in assoluto: quasi 100 milioni.

 

TROPPA ITALIA: BISOGNA GUARDARE OLTRE

Storicamente l’Italia rappresenta da sempre lo sbocco principale per le esportazioni sammarinesi e per l’approvvigionamento delle materie prime e delle merci. Oggi l’Italia è ancora il più importante partner estero, con un interscambio che ammonta ad oltre l’84% sul totale. Per quanto riguarda le esportazioni, la percentuale sale ulteriormente all’87,4% sul totale, mentre per le importazioni si attesta al 79,8%.

Una concentrazione commerciale con l’Italia che, però, deve essere considerata come una vulnerabilità per San Marino, così come si è dimostrata quando i rapporti si sono complicati qualche anno fa a seguito di una serie di scelte politiche e fiscali unilaterali (black list e scudi fiscali), ma anche nel momento in cui quel mercato si è impoverito a causa della crisi economica. L’efficacia nell’aprire il mercato estero ad altri partner commerciali, in modo da non essere dipendenti soltanto da uno di essi, rimane la via maestra, necessaria per l’integrità del sistema economico. In questo senso un accordo con l’Unione Europea per poter accedere al mercato unico dei Paesi membri superando le ultime barriere doganali, fiscali e burocratiche che ancora limitano le imprese sammarinesi, assume un valore differente dalla mera elencazione delle direttive e delle regole dell’Unione, oggi al centro del dibattito politico come non mai. La dimostrazione che questa apertura verso l’esterno porti dei risultati è data dai rapporti commerciali con la Cina, instaurati da tempo e diventati ancora più efficaci negli ultimi anni, non ultima la sottoscrizione di un accordo per il Parco Scientifico Tecnologico. La Cina, infatti, rappresenta il secondo Paese per interscambio totale (2,3%), anche se il valore delle importazioni è 4,6 volte superiore a quello delle esportazioni. San Marino, in pratica, attinge in maniera importante dall’economia asiatica, tra le più produttive al mondo, ma ciò che può offrire non risulta così attraente per quel Paese. Oppure, ciò che viene importato viene poi esportato a sua volta su altri mercati, trasformato o meno. Altri mercati che, oltre a quello italiano, che come detto rappresenta quasi tutta la “torta” da solo, spiccano la Germania con l’1,5% dell’interscambio totale, i Paesi Bassi e la Francia con l’1% e la Svizzera con lo 0,8%. Per quanto riguarda le importazioni, invece, se come detto la Cina è il secondo mercato con il 4,2% del totale, la Germania con il 2,4% risulta un partner importantissimo per San Marino. Ma la Germania e la Cina hanno due differenti “merci” da esportare, agendo la prima sul know how tecnologico e la seconda sull’economicità di una produzione praticamente illimitata. E così avviene per gli altri Paesi dell’Unione Europea, mentre risulta irrilevante il rapporto, ad esempio, con un’altra superpotenza come lo sono gli Stati Uniti d’America.

 

E-COMMERCE, C’È IL LOGO

Oggi San Marino ha un modo di distinguersi in rete. Il Logo e-commerce San Marino, introdotto per la prima volta dal Decreto Delegato 26 agosto 2016 n.122 rappresenta e identifica visivamente gli operatori economici di e-commerce sammarinese. “Un’innovazione semplice ma che rende San Marino unico nel panorama del web”, spiegano dalla Segreteria Industria all’indomani dell’approvazione del Decreto. Il Logo, previsto dalla normativa sull’eCommerce, entrata in vigore tre anni fa, è selezionato attraverso un bando a cui hanno partecipato moltissimi studenti universitari sammarinesi e dell’Università della Repubblica di San Marino e “rappresenterà un’opportunità per gli operatori che vorranno creare un commercio elettronico di qualità e certificato dall’iscrizione al Registro delle attività e-commerce detenuto presso l’Ufficio Industria, al fine di tutelare anche l’utente, fornendo informazioni amministrative certe”.

Infatti, spiegano in una nota dalla Segreteria all’Industria e Commercio, “gli operatori dovranno collegare al logo il link desumibile dal QR code della propria licenza. Il link rimanderà ai dettagli della licenza dell’operatore economico sammarinese riportando, oltre ad informazioni generali, quelle riguardanti il numero di iscrizione al registro e-commerce, il dominio, le e-mail collegate all’autorizzazione e il logo”.

Sarà poi compito dell’Agenzia per lo Sviluppo Digitale – recentemente istituita e insediatasi proprio in questi giorni – redigerne il “manuale d’uso” del marchio identificativo stesso, intercettando le indicazioni fornite dagli esperti e dalle imprese del territorio. Si ricorda infatti che ai sensi dell’art. 27 della Legge 58/2013, ogni attività che svolge modalità di vendita online deve obbligatoriamente, pena sanzioni, iscriversi al Registro delle attività eCommerce ed una volta ottenuta l’iscrizione, sulla base del successivo art. 28, sarà autorizzato all’utilizzo del marchio identificativo che dovrà esporre (“rendere disponibile”) in modo semplice, diretto e permanente. Marchio contenuto nell’allegato al Decreto Delegato che dovrà essere riprodotto fedelmente mantenendo forma, proporzioni e colori in adeguata collocazione nel sito.

Nel frattempo, le imprese iscritte al registro dell’eCommerce possono comunque già adempiere al disposto di legge seguendo le indicazioni fornite sul portale della pubblica amministrazione, servizio OPEC, nella sezione: LA MIA LICENZA.

Il settore eCommerce (vedi Fixing nr 30), al quale manca ancora la spinta fondamentale di avere un Istituto di pagamenti sammarinese (il progetto è fermo da giugno 2015 in Banca Centrale e l’auspicio è che si sblocchi la situazione quanto prima), si sta sviluppando in maniera ottimale a San Marino, con oltre 410 aziende iscritte nei primi tre anni circa di entrata in vigore del Registro stesso e circa 350 licenze attive, tra quelle esclusive e quelle non esclusive (es. commercio in sede fissa). In tal senso è opportuno ricordare che, grazie ad altri Decreti successivi che riguardano le licenze, la vendita online è oggi possibile anche per le imprese di altri settori, compresi quelli produttivi come ad esempio l’Industria. Su questo fronte anche molte imprese associate ANIS hanno già richiesto e ottenuto l’ampliamento della licenza, necessario ad operare, e altre lo stanno richiedendo in questi mesi. Proprio per questo ANIS sta organizzando un seminario per i suoi Soci sul tema dell’eCommerce e sulle potenzialità di questo strumento per le aziende produttive.

 

MONOFASE, AUMENTA IL GETTITO DETERMINATO DALL’IMPORTAZIONE

Direttamente collegata all’import/export è l’imposizione indiretta sammarinese, che, in attesa del passaggio ad un sistema IVA, è assolta dalla monofase. In quest’ottica, anch’essa diventa un “termometro” dell’economia del Paese.

Come si vede dalla tabella, il trend è positivo, in quanto “il differenziale fra l’imposta sulle merci importate iscritta in entrata sul capitolo 260 e il rimborso dell’imposta sul capitolo in uscita 1-3-2890 è previsto, per il 2015, in €62.175.196,79 con un aumento del 3,25% rispetto al dato consuntivo 2014 e del 5,17% rispetto al consuntivo 2013”. Così si legge nella relazione del Programma Economico 2017. Inoltre “i dati mensili dell’imposta monofase “auto liquidata” dagli operatori economici rilevata dall’Ufficio Tributario in riferimento al volume delle importazioni dei mesi di aprile, maggio e giugno 2016 rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente presentano rispettivamente un aumento dell’11,68% (aprile 2015 -6,49%), del 10,41% (maggio 2015 -0,96%) e del 10,67% (giugno 2015 -2,06%). Dato importante”, evidenzia il documento, “se raffrontato agli esercizi pregressi fino al 2014 dove l’andamento era negativo mentre, dal 2015 si è stabilizzato”.

Infine, “con la modifica introdotta con l’articolo 62 della Legge 22 dicembre 2015 n.189 il termine per la presentazione della dichiarazione annuale dell’imposta sulle importazioni è stato anticipato dal 30 settembre al 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento. In questo modo l’Ufficio Tributario avrà a disposizione in anticipo i dati necessari per le opportune valutazioni e l’adeguamento delle previsioni di bilancio”.

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