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Editoriale: riforme, un meccanismo che deve dialogare

da Redazione

La ripartenza delle attività delle imprese dopo le ferie di agosto si è scontrata con un clima un po’ surreale e certamente non auspicato: si è consumata la crisi di governo e il conseguente scioglimento del Consiglio Grande e Generale, che ha lasciato in sospeso una serie di progetti che inevitabilmente subiranno un vistoso rallentamento.

 

di Alessandro Carli

 

La ripartenza delle attività delle imprese dopo le ferie di agosto si è scontrata con un clima un po’ surreale e certamente non auspicato: mentre si sta registrando una timida curva di crescita, nel breve giro di poche settimane si è consumata la crisi di governo e il conseguente scioglimento del Consiglio Grande e Generale, che ha lasciato in sospeso – come abbiamo scritto già su Fixing -, una serie di progetti e di riforme che inevitabilmente subiranno un vistoso rallentamento.

E’ una crisi politica che definiamo quindi “intempestiva” e che danneggia l’intero Paese: stoppare i cantieri già avviati o già sui tavoli – la riforma delle pensioni, il passaggio dalla monofase al sistema IGC (IVA), senza dimenticare il Piano Regolatore Generale, le riforme degli ammortizzatori sociali (con l’introduzione dell’ISEE), del mercato del lavoro e della Camera di Commercio – significa mettere in difficoltà il sistema produttivo ed economico, già tartassato dalle congiunture internazionali, e che chiede già da tempo interventi che favoriscano una decisa ripartenza.

Riforme e progetti che naturalmente devono funzionare di concerto: l’economia è una macchina complessa, fatta di tanti ingranaggi spesso comunicanti.

Al fianco di questi mal di pancia della politica e dell’impaludamento delle riforme – vedremo se dalle elezioni del 20 novembre uscirà, come auspichiamo, un assetto “stabile” -, c’è una San Marino che, pur vivendo in prima persona questa brusca frenata, si rimbocca le maniche e si mette d’impegno per cercare qualche concreta soluzione. E’ la voce delle imprese, di cui vi diamo conto su questo numero del nostro settimanale: dal percorso di approfondimento delle tematiche legate all’accordo di associazione con Ue realizzato dall’Università e ANIS sino alla una possibile soluzione per la questione dei “Non Performing Loans”, i crediti deteriorati. Occorre una visione alta, forse addirittura “altra”. Servono misure per gli investimenti, riforme d’impatto che permettano all’economia di correre. Serve un piano strutturato, deciso, che abbia come obiettivo il futuro del Paese. Anche su questi cantieri si decideranno gli esiti della tornata elettorale.

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