Home FixingFixing ANIS: “Gli NPL ad una società di gestione, ma occorre altro”

ANIS: “Gli NPL ad una società di gestione, ma occorre altro”

da Redazione

“Il sistema bancario va rilanciato, oltre che tutelato: serve una maggiore operatività”. Gli industriali: “Basta terrorismo mediatico, si lavori per il Memorandum e la Centrale rischi”.

 

di Daniele Bartolucci

 

“Oggi a San Marino esiste indubbiamente un problema relativo ai crediti dubbi che va affrontato e risolto, ma allo stesso tempo il sistema bancario e finanziario del Paese va tutelato da attacchi speculativi e senza fondamento. Anzi, occorre rilanciare l’intero settore perché sostenga, assieme alle imprese, la ripresa economica di San Marino”. La posizione dell’Associazione Nazionale Industria San Marino sull’attuale difficoltà del sistema bancario della Repubblica, è dunque molto chiara e decisa.

“Il terrorismo mediatico che si sta facendo in queste settimane”, avvertono gli industriali, “non aiuta di certo ad avere la necessaria serenità per affrontare un problema di così vaste proporzioni e che investe una larga parte dell’economia e della società sammarinese. E quindi non per questo deve tradursi in una speculazione politica, stante anche l’imminente campagna elettorale”.

“La questione dei Non Performing Loans (NPL)”, spiegano da ANIS, “è da tempo sui tavoli dei Governi di tutti i Paesi occidentali, dagli USA all’Italia, non ultima la Repubblica di San Marino. E’ un problema che ha investito e sta investendo tutti i sistemi bancari del pianeta e che va quindi affrontato con determinazione e ragionevolezza.

Qualunque imprenditore si è trovato in questi anni a dover far fronte a crediti deteriorati, con clienti che hanno difficoltà a pagare le commesse o, ancor peggio, con crediti sicuramente non esigibili. La prima mossa è quella di distinguere l’effettivo grado di deterioramento di questi crediti per capire quando e in quale misura questi potranno essere recuperati. Fatto questo, per il sistema bancario sammarinese andrebbe trovata una soluzione normativa, come ad esempio quella che si sta valutando in altri paesi, spostando gli NPL in una società di gestione che si occupi del recupero dei possibili crediti.

E’ chiaro che questa mossa da sola non basta: occorre anche migliorare l’operatività delle banche creando le condizioni affinché le stesse siano in grado di raggiungere risultati positivi.

Per questo, in parallelo alla creazione di una SG o di una cosiddetta “bad bank”, vanno messe in atto tutte quelle condizioni, normative e di accordi bilaterali, per dare al sistema sammarinese una maggiore operatività sui mercati extranazionali. Il famoso Memorandum d’intesa con Bankitalia, dopo anni di promesse, deve essere finalmente portato a casa; la possibilità di aprire conti online, così come chiedono le banche da tempo, deve essere concretizzata; l’Istituto di pagamento sammarinese, che darebbe impulso all’e-commerce e non solo, già regolamentato ma dimenticato in chissà quale cassetto, va istituito al più presto; la Centrale Rischi, che avrebbe potuto evitare gran parte dei problemi attuali, va resa operativa quanto prima, anche per scongiurare un aumento ulteriore di crediti dubbi”. Dall’altra parte, “l’offerta commerciale, i servizi e anche le strutture stesse (personale, qualifiche, competenze) degli istituti di credito, devono essere riorganizzati perché possano svolgere al meglio il loro ruolo di sostegno al mondo imprenditoriale sammarinese, che necessita di un sistema bancario efficiente, moderno e forte per poter sviluppare e dare benessere a tutto il Paese”.

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