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Repubblica di San Marino, le associazioni e la nuova Legge

da Redazione

SAN MARINO – Si è svolta ieri sera, una partecipata Assemblea delle Associazioni e Cooperative culturali, con a tema la nuova legge che riguarda associazioni non profit ed il volontariato con la presenza del Dott. Antonio Kaulard, in rappresentanza della Segreteria di Stato Istruzione e Cultura.

Il suo intervento ha teso ad illustrare l’iter con cui si è arrivato a questa legge, frutto di più contributi e punti di vista, che ha accorpato più progetti di legge, atti a rispondere alla necessità di una norma specifica per il terzo settore, richiesta anche dagli organismi internazionali in particolare per un controllo di questo mondo, con l’intento di supportare, valorizzare, far crescere e dare maggiore autonomia al no profit.

Dall’assemblea molti interventi di richiesta di chiarimento e osservazioni della contraddizione delle norme approvate rispetto a quello enunciato, in quanto i nuovi articoli di legge non rispondono alle aspettative delle associazioni di una maggiore autonomia e semplificazione della vita delle associazioni stesse. Limitazione della libertà di associazione (es. le associazioni di associazioni, la presenza di non sammarinesi, poter scegliere se iscriversi o meno al nuovo registro), controlli ancora più stringenti rispetto a quelli riservati ad altri mondi (es. quello sportivo e quello delle società). Alcune norme invece di essere propositive sono coercitive (es. devoluzione del 3 x 100 al fondo della Consulta, ipotizzabile in alternativa una quota per eventuali servizi che può offrire l’Ufficio Consulta). Questo senza non tralasciare anche alcuni aspetti positivi una volta applicabili.

Diversi articolati non chiari per cui con interpretazione non univoca e che non tengono conto della peculiarità della realtà sammarinese, e della sua necessità di essere accompagnati in un cammino di sviluppo e non imposto (es. questo possibile con incentivi che spingano in questa direzione). Poter avere risorse da gestire autonomamente per organizzare la struttura dell’Ufficio della Consulta in maniera snella e che risponda al meglio alle esigenze delle associazioni.

Su questo aspetto certamente la mancanza di prevedere un periodo di “prova” della legge, con una transizione che porti alle realtà associative di un graduale accoglimento delle norme ed modalità di poter apportare, in maniera veloce, eventuale modifiche che si rendessero necessarie.

La proposta emersa nella serata è stata quella di poter avere questa fase transitoria di applicazione della legge (tenendo conto che è una norma che è entrata in vigore a metà anno per cui molte richieste gestite con la vecchia normativa) da gestire unitamente alle associazioni stesse, applicando gradualmente le norme (con i tempi necessari per far partire tutto l’impianto legislativo di diritti e doveri), correggendo le parti non chiare o che porterebbero allo scioglimento di diverse realtà.

Coscienti che stiamo vivendo un particolare momento con Governo e Consiglio dei Sessanta ormai sciolti, in cui stiamo andando verso nuove elezioni, però certi che con l’interessamento di tutte le forze politiche è possibile sempre più valorizzare e sostenere questa ricchezza del paese che è il terzo settore.

P.S:. Nella serata ci è arrivata comunicazione di una presa di posizione delle associazioni socio sanitarie, non presenti all’assemblea, in cui non essendo inserite nella nuova legge continuare ad operare con la vecchia normativa e chiedendo non essere inclusi nella legge.

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