Se vuole, perché essendo un animale letargico, non è raro vederlo a fior d’acqua in stato quasi catatonico, anche in Adriatico, dove un tempo ce n’erano tantissimi esemplari, ora molti meno.
di Daniele Bartolucci
La verdesca è uno dei tanti squali cacciati dall’uomo per le sue carni e, in particolare per le pinne con cui si preparano le zuppe orientali.
Vive in acque temperate e tropicali in tutto il mondo e si distingue dagli altri squali per la sua forma allungata, snella e con una testa molto appuntita. Come altri “colleghi” del cinema, vanta un certo numero di attacchi mortali all’uomo in alto mare, ma principalmente si nutre di piccoli pesci e calamari, non disdegnando prede più grandi, visto che non di rado nel suo stomaco è stata rinvenuta perfino carne di balena. Spesso, inoltre, segue da lontano i pescherecci di merluzzi, cibandosi di quelli storditi dalle grandi navi, che diventano facile preda per questo grande predatore, che se vuole può essere velocissimo. Se vuole, perché essendo un animale letargico, non è raro vederlo a fior d’acqua in stato quasi catatonico, anche in Adriatico, dove un tempo ce n’erano tantissimi esemplari, ora molti meno. Tranquillo, lento, comodo, gli aggettivi che gli sono stati affibbiati nella vita, eccezion fatta per l’amore, lì diventa aggressivo, cruento a dire il vero: il maschio morde ripetutamente la femmina durante la fase del corteggiamento, tanto che per l’uomo diventa facile distinguere i due generi proprio in base ai segni del corpo. E dalla stazza: in genere le femmine pesano il doppio se non il quadruplo dei maschi, probabilmente anche per sopportare meglio i morsi degli amanti.