Le previsioni meteorologiche sono uno strumento fondamentale per regolare la mobilità dei cittadini e le attività delle imprese, soprattutto di quelle del settore agricolo e del turismo, per cui una previsione sbagliata può avere un impatto notevole sulle attività e sui ricavi. In Italia, però, anche per l’assenza di un sistema meteo nazionale civile quello delle previsioni meteo, soprattutto online, è diventato un mercato che spesso fa del “meteoterrorismo” uno strumento per intercettare il più alto numero di utenti e “clic”. Occorre perciò un intervento che disciplini i servizi informativi meteorologici, prevedendo anche un codice di condotta del settore ed eventuali sanzioni, e renda finalmente operativo il Servizio meteorologico nazionale distribuito. E’ l’obiettivo della proposta di legge a prima firma di Tiziano Arlotti, deputato PD, “Disciplina dei servizi informativi meteorologici e modifiche alla disciplina in materia di istituzione del Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito”. Il provvedimento è stato appena presentato nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati.
Il testo, spiega Arlotti, definisce i servizi meteorologici, siano essi pubblici o privati, “di rilevante interesse nazionale” (articolo 1) proprio in considerazione dell’impatto delle previsioni meteorologiche sull’utenza ed in particolare sul sistema turistico nazionale e sulle attività agricole.
L’Italia e la Grecia sono gli unici Paesi europei a non avere un sistema meteo nazionale civile, e la mancanza di un servizio di coordinamento a livello nazionale produce duplicazioni, sovrapposizioni e sprechi di risorse. Le previsioni meteorologiche sono gestite da un complesso e variegato sistema di “attori” che si dividono ruoli e responsabilità: servizi nazionali, come il Servizio Meteo dell’Aeronautica Militare (www.meteoam.it), servizi regionali pubblici (Arpa), settori della ricerca, dell’accademia, associazioni, privati. Chiunque voglia aprire un sito web e fornire previsioni può farlo liberamente, senza limiti, non esiste alcun controllo sulla qualità dei servizi meteo diffusi. Ciò ha determinato una certa arretratezza e molta confusione nel settore in termini di qualità e quantità di prodotti e servizi offerti.
La mancanza di un coordinamento non aiuta a creare regole di comportamento né favorisce il rispetto di un codice deontologico per la diffusione di previsioni meteo, oltre a danneggiare fortemente chi opera con serietà, sia a livello pubblico che privato. Per questo l’articolo 2 promuove un codice di condotta tra i prestatori di servizi singoli e associati, gli eventuali intermediari e operatori commerciali che producono o si avvalgono di informazioni meteorologiche destinate ad essere pubblicate su siti internet, radio, televisioni, agenzie di stampa, quotidiani, stampa periodica ed ogni altro supporto tecnologico. Questi dovranno autoregolamentarsi stabilendo criteri e modalità comuni di informazione che escludano previsioni volutamente fuorvianti (stop alle previsioni di maltempo che spingono a consultare più spesso i siti per verificare eventuali cambiamenti, stop a frasi ad effetto e allarmistiche) e indichino chiaramente il livello di precisione delle previsioni, soprattutto oltre i tre giorni.
La qualità delle informazioni dovrà inoltre essere garantita attraverso la consulenza di meteorologi iscritti nell’elenco istituito dall’articolo 3.
Se entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge gli operatori non adotteranno il codice di condotta, spetterà al Presidente del Consiglio dei Ministri individuare, con decreto, i criteri e le modalità di erogazione dei servizi informativi meteorologici e l’Autorità che accerti e sanziona eventuali comportamenti lesivi degli interessi degli utenti, degli imprenditori agricoli e degli operatori del turismo.
In Italia, oltre a un sistema pubblico nazionale meteorologico mancano anche un iter formativo e professionale dell’operatore meteo. Per questo l’articolo 3 prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri d’intesa con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, stabilisca i requisiti formativi e professionali del meteorologo e degli addetti ai servizi meteorologici, con particolare riguardo alla formazione universitaria e post-universitaria (al momento esistono tre corsi di laurea specialistici a Bologna, a Roma e a l’Aquila con pochi laureati, pochissimi docenti ordinari, scarseggiano i ricercatori e la ricerca di base), e venga creato un apposito elenco di meteorologi riconosciuti tenuto dal Dipartimento della Protezione Civile.
Per mettere a sistema i servizi meteo pubblici esistenti e le risorse tecnologiche e umane disponibili, e costruire meccanismi virtuosi di cooperazione, l’articolo 4 stabilisce che con Decreto del Presidente della Repubblica sia istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile il Servizio meteorologico nazionale distribuito (SMND), dotato di autonomia scientifica, tecnica, amministrativa, organizzativa ed operativa, fondato su precise competenze e responsabilità. Il SMND dovrà tra l’altro elaborare, sviluppare e distribuire analisi e previsioni su diverse scale spaziali e temporali, bollettini meteorologici giornalieri, mensili e stagionali, avvisi, analisi e previsioni specializzate. Le informazioni saranno diffuse tramite un apposito sito internet e su ogni altro supporto informativo utile ai cittadini italiani, ai turisti e ai settori economici interessati. Il SMND potrà così valorizzare la meteorologia pubblica attraverso una diffusione omogenea e controllata dell’informazione, destinata ad aumentare anche la qualità della previsione meteorologica complessiva per rispondere adeguatamente alle esigenze di prodotti/servizi meteo nei settori dell’agricoltura, del turismo montano e marino, dell’energia (produzione e consumo), della gestione delle risorse idriche (gestione e uso) e della gestione/prevenzione del rischio climatico.