Home FixingFixing Paolo Bianchi: “Innovazione è trasmettere un’emozione”

Paolo Bianchi: “Innovazione è trasmettere un’emozione”

da Redazione

L’amministratore unico del Centro Ricerche Castiglioni, dove nascono le MV Agusta. “L’aspetto più difficile è legato al design”. Amante della famiglia, ha una passione per Asiago.

MV Agusta Dragster Paolo Bianchi

 

di Alessandro Carli

 

Dici MV Agusta e non puoi non pensare all’innovazione. Innovazione, quindi ricerca e sviluppo, che per il grande brand di motociclette significa Centro Ricerche Castiglioni di San Marino. “Per me l’innovazione è un’emozione. E’ trasmettere un’emozione attraverso una forma d’arte” racconta Paolo Bianchi, amministratore unico del CRC. “Innovazione è anche design, che è l’aspetto più difficile da creare. Mentre l’innovazione tecnologica è spesso oggettiva, quella legata al design è più soggettiva. Si va a pelle, e deve saper trasmettere sensazioni”.

Paolo Bianchi lavora in CRC da circa 24 anni. Quasi un quarto di secolo “dentro” uno dei marchi di motociclette più prestigiosi e conosciuti al mondo. Nato nel 1970, è perito meccanico ma, racconta con un sorriso, “ho anche una laurea in pazienza”. Perché se è vero che gli appassionati della casa di Schiranna vedono solamente il modello compiuto, lui – dentro il CRC – ha visto e toccato con mano momenti di grandi successi e altrettanti di difficoltà. “Ho lavorato per 16 anni con il tecnico e designer Massimo Tamburini (definito, giustamente, ‘the Michelangelo of motorcycling’, ndr), ma anche con il Presidente Claudio Castiglioni.

E fu proprio Claudio Castiglioni a volere il CRC come centro di progettazione di motociclette sportive ad alte prestazioni per il gruppo MV Agusta. E il CRC, negli anni, ha ripagato la fiducia attraverso un’attiva di innovazione tecnologica che ha portato, tra le altre cose, anche all’introduzione della nuova gamma MV Agusta 3 cilindri. Senza dimenticare, chiaramente, la F4.

In mezzo a questa “gioielleria”, Paolo Bianchi fa fatica a scegliere un modello particolare. “In circa mezzo secolo abbiamo realizzato moltissimi progetti in momenti diversi, e ad ognuno sono legato in maniera particolare”. E’ come chiedere ad uno chef il suo piatto forte. C’è però una moto che, per motivi di affetto, ha un posto un po’ più in vista di altri. “La Dragster. E’ nata da una mia intuizione, mentre veniva industrializzata la Brutale. Assemblando la moto, è stato capito che poteva nascere un modello con una storia a sé. Il codino estremamente corto lascia ‘libera’ la ruota posteriore, sul cui parafanghi è montato il porta targa”.

Mezzo secolo di grandi modelli ma anche di momenti complicati. “Quando Massimo Tamburini è uscito dalla società, è stata dura: lui e le sue idee rappresentavano una guida nel lavoro. In quel momento abbiamo tirato fuori quello che ci ha insegnato. Con la scomparsa del Presidente Castiglioni invece abbiamo perso una guida spirituale e un uomo straordinario”.

Il CRC, comunque, ha continuato a lavorare a testa bassa su alcuni modelli: Rivale, Stradale, Turismo Veloce. E su quest’ultima, Paolo Bianchi confida che “si è trattato di un progetto che ha avuto una lunga gestazione: è stato discusso, rivisto, ribaltato, cambiato e corretto”. Insomma, non tutte le ciambelle escono col buco al primo tentativo.

In attesa dei nuovi modelli, il CRC attualmente sta lavorando “all’adeguamento delle normative Euro 4. Si tratta di un cambio generazionale, molto impegnativo: inquinamento e rumore vanno abbattuti intervenendo sia sul veicolo che sul motore”.

Assieme all’amministratore unico apriamo il libro dei ricordi. E parliamo di centauri, quelli che apprezza e quelli che hanno visitato il CRC. Partiamo da quest’ultimi. “Abbiamo ricevuto le visite di Giacomo Agostini e di Marco Lucchinelli, ma anche di John Kocinski. Era il dicembre del 1994, e arrivò in elicottero in infradito e pantaloncini corti. Appena si accorse che era freddo, corremmo a prendergli dei vestiti più adeguati”. Sui piloti ancora in attività, Paolo “tifa” per Valentino Rossi: “Il talento ce l’ha nel DNA. I suoi punti di forza sono nel saper correre ad altissimi livelli per così tanto tempo: ha enormi capacità psicologiche, sa leggere le gare e sa tenere lo stress. I due anni in Ducati ha rischiato di chiudere la carriera, ma poi, tornato in Yamaha, ha dimostrato di essere ancora uno dei più forti”. Da un fuoriclasse delle due ruote a uno delle quattro ruote, Lewis Hamilton. L’entourage del campione britannico ha contattato il CRC per una Brutale 800 Dragster RR personalizzata. “Hamilton poi, di suo pugno, ci ha lavorato, personalizzandola con una serie di particolari: il colore, il numero con cui corre, la sella e le sue iniziali”.

Paolo Bianchi però non è solo moto e lavoro. “Mi piace molto stare in famiglia. Ma amo la montagna: vado sull’Altopiano di Asiago da 15 anni. I silenzi, i panorami, il cambio dei colori in autunno, quando la natura sfuma dal rosso al giallo”. Giallo come un’altra sua passione. “Sono un amante del vino in bollicine Franciacorta. Quando posso, mi reco nelle cantine piccole, fuori dai circuiti della grande distribuzione. Lì incontro le persone che fanno il vino per passione”. La stessa che ci mette lui, in CRC, quando lavora per veder nascere le motociclette…

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