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Pagamenti UE, con SEPA San Marino è integrato

da Redazione

Il terzo appuntamento del ciclo dei seminari di CRRI, UNIRSM e ANIS. Il dott. Marcello Forcellini sulla libertà di circolazione dei capitali.

ANIS Forcellini platea

 

di Alessandro Carli

 

La Repubblica di San Marino è parte di un processo d’integrazione europea anche tramite la negoziazione di un accordo con l’Unione Europea, iniziato più di un anno fa, e che verte sulle quattro libertà fondamentali.

Quattro libertà che sono al centro di un ciclo di seminari, intitolato “Libertà d’impresa – libertà d’Europa”, organizzato dal Centro di Ricerca per le Relazioni Internazionali (CRRI) dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino e riservato ai rappresentanti delle aziende dell’Associazione Nazionale Industria San Marino (ANIS).

Mercoledì 13 luglio il dottor Marcello Forcellini del Centro di Ricerca per le Relazioni Internazionali dell’Università di San Marino ha trattato “La libertà di circolazione dei capitali: finanza e mercato tra Europa e San Marino”, una “libertà” di grande interesse (presenti in aula circa 20 aziende,) anche dopo la Brexit ma non solo: il settore difatti presenta una serie di opportunità che il Monte potrebbe cogliere.

Una delle quattro libertà dell’UE riguarda la circolazione dei capitali, oggetto del suo intervento. Qual è lo stato dell’arte attuale?

“La circolazione dei capitali è regolamentata dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), siglato a Roma nel 1957. Gli artt. 63-66, 75 e 215 rappresentano la base giuridica. Nello specifico, il n. 63 chiarisce che sono ‘vietate tutte le restrizioni ai movimenti di capitali e dei pagamenti tra Stati membri, nonché tra Stati membri e paesi terzi’. L’art. 65 affronta invece le clausole di salvaguardia nazionale. Gli articoli 64 e 66 trattano i rapporti con i Paesi terzi e i regimi sanzionatori. La Repubblica di San Marino, in questo scenario, rappresenta un caso interessante: per quanto riguarda la conformità di pagamento, il Titano – poiché è inserito nella SEPA, la Single Euro Payments Area (Area Unica dei Pagamenti in Euro) -, è pienamente integrato. Diverso invece è il discorso che riguarda i capitali in quanto la nostra Repubblica deve capire come collocarsi. Questa voce, in particolare, sarà uno degli elementi che dovrà essere oggetto di negoziazione con l’Unione Europea. Si tratta di un passaggio, a mio modo di vedere, molto importante in quanto riguarda gli investimenti diretti, gli immobili, il trasferimento delle valute o dei valori assimilati”.

Un argomento che interessa molto le imprese del territorio…

“Per lo sviluppo economico di uno Stato è molto importante. L’Associazione Nazionale Industria San Marino è la sintesi produttiva del Monte e le imprese sanno molto bene che senza supporto finanziario è molto difficile crescere”.

Capitali, quindi parliamo di banche…

“Il benessere finanziario ed economico sono legati. San Marino, a livello internazionale, si è adeguato anche se le direttive recepite e interpretate non sono state pienamente sfruttate. Una chiave importante, secondo me, è quella di individuare e allo stesso tempo di dare la possibilità alle banche del territorio di ampliare il proprio business. Di svolgere cioè attività transfrontaliera, purché – chiaramente – vi siano le condizioni, che devono essere negoziate”.

In che modo le banche sammarinesi potrebbero aprirsi all’esterno?

“Logicamente parliamo di un rapporto di reciprocità: gli istituti locali all’estero e quelli esteri a San Marino. Per quel che concerne le nostre banche, non occorre operare attraverso il grado più impegnativo, come ad esempio l’investimento in quote superiori al 50% del capitale sociale (c.d. sussidiarie) o l’apertura di succursali. Ci sono, come ripeto, anche altre forme, che reputo interessanti. Per esempio l’ufficio di rappresentanza, che si occupa di ricerca e sviluppo, può essere una prima forma di Investimento Diretto Estero (IDE). Non si tratta di un investimento enorme, visto anche il periodo di crisi, ma di una forma di ‘entrata’ graduale nel mercato estero. Esistono, e vanno sfruttate, forme intermedie, più soft”.

Effetto Brexit…

“La Brexit è stato il primo caso di uscita di un Paese dall’UE. A livello finanziario questa decisione ha provocato volatilità ed incertezza. Ricordiamo che Londra è il polo finanziario dell’Unione Europea. Come si comporteranno quindi i gruppi finanziari e assicurativi multinazionali? Per me uno dei percorsi plausibili è quello di un processo associativo che permetta di mantenere alcuni diritti, come il diritto di stabilimento, considerando che gli operatori della City hanno forti legami con le altre piazze finanziarie Europee. . Le problematiche che affronterà l’UK saranno parzialmente simili a quelle che dovrà vivere San Marino, considerando che il Titano potrebbe trarre alcuni spunti negoziali dal caso del Regno Unito. Nell’Unione Europea ci sono tante eccezioni, sia finanziarie che economiche. Il tutto sta nella bravura durante la fase di negoziazione. Faccio un esempio pratico: il protocollo 32 del trattato sull’Unione europea (TUE) consente alla Danimarca di mantenere una normativa propria sulle residenze secondarie”.

Come si può inserire San Marino?

“Siamo un piccolo Stato: impossibile pensare di attrarre e costruire ricchezza con le imprese ‘pesanti’. Più facile, se ben studiati e ben modulati, il settore dei servizi finanziari. Vanno in prima battuta capiti i punti di forza degli altri Stati e poi, dopo un’analisi, illustrare sui tavoli di negoziazione le caratteristiche che può offrire il Monte: efficienza, bassa burocrazia, velocità e fiscalità leggera. Sarà strategico, secondo me, individuare alcune nicchie di mercato. Una può essere rappresentata dalla finanza islamica per esempio. Oppure la Cina, anche in virtù dell’accordo sul Parco Scientifico e Tecnologico: l’articolo 7 sancisce la possibilità di investimenti in ambito finanziario. O ancora, segmenti relativi al ramo assicurativo e alla gestione del risparmio che, a livello europeo, offrono rendimenti più alti rispetto al settore bancario”.

Individuazione di nicchie di mercato, ma non solo…

“Per poter svolgere la propria attività, il settore bancario e finanziario deve cercare una equiparazione rispetto ai competitor europei. Questo significa stessi oneri e onori. Molto dipende, come ho già detto, dalla capacità di negoziazione. Io credo che non sia facile, ma nemmeno impossibile”.

 

ANIS Forcellini

 

Il quarto e ultimo appuntamento del ciclo di seminari è in programma il 7 settembre. Sempre all’interno della sede dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, dalle 17.30 alle 19.30, la professoressa Giuliana Laschi, Cattedra Jean Monnet ad personam di Storia dell’Integrazione Europea, parlerà de “Il processo d’integrazione europea e il cammino sammarinese”.

Info e iscrizioni: 0549.873911 oppure anis@anis.sm.

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