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Commissione Finanze: conti pubblici, rapporto FITCH e liquidità

da Redazione

Al centro degli interventi dei commissari sono le preoccupazioni per la mancanza di sviluppo, per la spesa sanitaria e previdenziale, per il sistema bancario e finanziario. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – I lavori della Commissione consiliare Finanze odierna sono dedicati al dibattito successivo al Riferimento che il Segretario di Stato Gian Carlo Capicchioni ha svolto mercoledì scorso su conti pubblici, rapporto FITCH e liquidità dello Stato.

Al centro degli interventi dei commissari sono le preoccupazioni per la mancanza di sviluppo, per la spesa sanitaria e previdenziale, per il sistema bancario e finanziario, in particolare, per i crediti dubbi: tutti elementi incisivi sullo stato dei conti pubblici.

Luca Beccari, Pdcs, esorta alla cautela nel fornire informazioni non corrette: “Non può passare il concetto che nelle nostre banche ci sono 40-50% di crediti inesigibili- stigmatizza- non è così, gli Npl sono una massa di crediti che hanno problematiche, non sono tutti inesigibili e dire che siamo sull’orlo del baratro per 1, 9 miliardi di crediti inesigibili è un dato pericoloso per il sistema”.

Andrea Zafferani, C10, invita a un confronto sugli Npl “prima possibile” e richiede dati più approfonditi: “Per noi che dobbiamo decidere cosa fare-manda a dire- è importante sapere quali sono gli istituti più esposti alle sofferenze e quanti sono, e quanti sono i crediti ristrutturati”. Pollice verso poi sulla politica economica che ha mancato l’obiettivo di attrarre imprenditoria e preoccupazione per le spese della previdenza che “esploderà – ammonisce se non si arriverà ad una riforma”.

Maria Luisa Berti, Ns, torna a sollecitare un ruolo più attivo della politica rispetto Banca centrale per superare l’incertezza sul fronte economico e finanziario. “Non è ancora chiaro l’indirizzo dato dal sistema Paese- motiva- e l’indirizzo non lo deve dare solo Bcsm, ma anche, e di concerto, la politica”.

Per Alessandro Mancini, Ps gran parte delle sofferenze delle banche sono legate al settore immobiliare: “Se non diamo risposte a questo settore- osserva- possiamo fare tutte le strategie che vogliamo sugli Npl, ma la coperta sarà sempre corta”. Mancini rilancia così la proposta del Ps do intestare immobili a non residenti.

Valeria Ciavatta, Ap, spiega che nel riferimento su Fitch e nel programma economico “ci sono elementi che devono farci svegliare”. Sollecita quindi il governo e la maggioranza dove, “in questo finale di legislatura- prosegue- assistiamo a una certa litigiosità che è più che legittima se si manifestano divergenze di opinione su linee di fondo”. Torna a puntare il dito sull’Iss: “Abbiamo un quadro spesa sanitaria non accettabile in relazione ai cambiamenti avvenuti- sottolinea- C’è qualcosa che non va”.

Anche Roger Zavoli, Upr, rileva come il programma economico fotografi la condizione del Paese nell’ultima parte della legislatura: “Confusione di idee, bilancio in situazione ad alto rischio-elenca- forte difficoltà del settore finanziario”. Per farvi fronte, “occorrono idee- suggerisce- coraggio e soluzioni condivise”.

Il problema è lo sviluppo che “non c’è stato- riconosce Milena Gasperoni, Psd- quindi le leggi non hanno funzionato come ci saremmo aspettati e i correttivi che non sono stati fatti”.

E’ “incomprensibile” per Tony Margiotta, Su, la richiesta del segretario alla Sanità di incrementare la voce a bilancio per l’Iss: “Richiedere 72 milioni di euro lo vedo come una provocazione- manda a dire- Non c’è linea di ottimizzazione e controllo della spesa, ma un aumento spropositato”.

Roberto Ciavatta, Rete, si unisce a chi chiede più informazioni sulle banche: “E’ necessario conoscere cosa c’è e capire quale banca salvare e quale non ci si può permettere di salvare- spiega- lo Stato non ha 2 miliardi e soldi per intervenire su tutte”.

Infine Gerardo Giovagnoli, Psd, torna sulla vendita di immobili a stranieri : “Dobbiamo ragionare- auspica- su una via intelligente per aprire il mercato immobiliare, è una cosa necessaria”.

Nella replica il Segretario di Stato Capicchioni riconosce il sistema bancario e i crediti dubbi come “elementi di preoccupazione per la stabilità dei conti pubblici”. Sono quindi argomenti che “devono essere affrontati in fretta- concorda- avendo sotto mano tutti gli elementi conoscitivi”. Il segretario per le Finanze attribuisce il ruolo di “regia” a Banca centrale. Alla politica invece spetta il compito di dare l’indirizzo all’organismo di regolazione del settore, quello di “liberare i bilanci delle banche da questa massa tumorale”.

Di seguito un estratto dei lavori odierni.

Comma 3. Riferimento del Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio sui conti pubblici sul rapporto Fitch e sulla liquidità dello Stato già anticipati nella seduta del 29 giugno 2016.

Luca Beccari, Pdcs

Il gettito della monofase che aumenta del 10%- anche se ciò significa che aumentano anche i volumi- il differenziale che aumenta, con Pil che non cresce, sono segnali importanti per l’economia. Non è quindi secondario che nel complesso la riforma tributaria ha prodotto numeri importanti. I dati sul conguaglio Igr assorbono abbondantemente l’addizionale, quale misura straordinaria. Anche il conguaglio positivo è un dato importante perché può avere effetto di liquidità di cassa. Quello che Lei Segretario diceva, il rischio che gli operatori abbiano adottato una ‘pianificazione fiscale’ per spalmare su più esercizi o ridurre l’onere fiscale è una cosa che va verificata. ‘Pianificazione’ è un termine elegante per dire che uno ha fatto i conti per pagare un po’ meno. Il sistema dei controlli deve basarsi più che mai sull’incrocio di di dati e tendenze, piuttosto che essere un controllo tradizionale, operatore per operatore.

Dico queste cose anche perché credo sia arrivato il momento, tra le tante cose da fare, di cominciare a pensare a un modello di analisi statistica più articolato di quello attuale che permetta di mettere in correlazione dati in corso all’anno, di monitorare tendenze. Alla fine abbiamo rischiamo infatti di avere numeri che dicono cose diverse. Monofase a più 10%, conguaglio che aumenta, ma Pil che resta fermo. Come organi istituzionali abbiamo il dovere di discutere e dibattere, cercando di evitare di dare informative sbagliate alla cittadinanza. Non c’è niente di peggio che buttare informazioni in maniera cruda senza un’adeguata spiegazione. Per esempio in questo ultimo Consiglio si parlava del problema degli Npl, che è assodato e c’è progetto da mettere in piedi. Ma non può passare il concetto che nelle nostre banche ci sono 40-50% di crediti inesigibili..non è così. Gli Npl sono una massa di crediti che hanno problematiche, non sono tutti inesigibili. Dire che siamo sull’orlo del baratro per 1, 9 miliardi di crediti inesigibili è un dato pericoloso per il sistema. Su questi aspetti bisogna mettere punti fermi. Il nostro è un Paese che non ha superato le secche e sono tante le cose da fare per il riequilibrio generale della Finanze pubblica, quello che dobbiamo cercare di fare sui singoli temi è mettere in piedi strategie che superino l’anno e guardino a un più lungo periodo. Fitch non ci dice che situazione del 2016 è diversa dal 2015, ci dice che permangono dinamiche di fondo ma non ci sono strategie per superare tali criticità. L’invito che faccio è quello di lavorare, ora che si apre stagione del bilancio, non sull’esercizio, tra l’altro su un bilancio di fine legislatura, ma cerchiamo di mettere insieme strategie per rimettere in moto la macchina per l’assorbimento dei problemi.

Andrea Zafferani, C10

Sull’analisi degli Npl, Beccari diceva di essere pacati. D’altro canto, noi abbiamo sempre estrema difficoltà ad avere dati precisi su questi aspetti. Se si fanno interpellanze non arrivano risposte, se facciamo audizioni i dati sono forniti con il contagocce, perché considerati sensibili, ma così fatichiamo a fare analisi corrette. L’unico dato sulla suddivisione dei crediti Npl è quello che Bcsm pubblica del rapporto tra sofferenze e impieghi che ammontava, a dicembre scorso, al 20%. Dato che fa pensare a circa un miliardo di euro di sofferenze che non sono 1,9 miliardi, ma quasi un miliardo di difficile esigibilità. E’ l’unico dato reale su cui poter fare ragionamenti. Invito a poter ragionare sugli Npl prima possibile e a farci avere dati un po’ più approfonditi, va bene anche con sedute segrete. Ammetterete che dati più sensibili sono rimasti riservati, per noi che dobbiamo decidere cosa fare è importante sapere quali sono gli istituti più esposti alle sofferenze e quanti sono, e quanti sono crediti ristrutturati..etc..tutti dati che ci servono per fare le valutazioni più opportune.

Andando alla questione del bilancio, ci stiamo muovendo in una situazione in cui crescono, anche se non di molto, lr imprese attive nel Paese, ma non cresce occupazione e aumenta di pochissimo il Pil. C’è l’eterno tema su come vengono calcolati i dati da noi, l’ufficio Statistica è molto debole e bisognerebbe intervenire. Comunque, l’abbinamento imprese in crescita-occupazione stabile- Pil fermo fa pensare alla difficoltà nel Paese ad attirare imprenditoria con dimensioni tali per avere incidenza sul Prodottto interno lordo. In questa legislatura abbiamo avuto una legge sullo sviluppo e poco altro per attrarre imprenditoria, alta imprenditoria, che alla luce dei dati non ha funzionato. E’ un caso a parte Borletti, con condizioni ad hoc. Le banche non contribuiscono più, anzi diventano un costo con il credito di imposta. Giudico insufficiente la politica economica, questa per me è una priorità. Fa impressione l’incidenza dell’entrata Igr e la spesa sanitaria e previdenziale. Sono preoccupato per quest’ultima che in prospettiva esploderà se non si arriverà ad una riforma. Non serve un aggiustamento triennale. Il segretario ha parlato di 8-9 milioni di euro di spesa in più per la previdenza per l’anno prossimo e quello ancora successivo potrebbero raddoppiare. Se la riforma arriverà, anche se a fine legislatura è una follia pensarlo, non può essere una cosa con un orizzonte triennale, se no è solo marketing elettorale. Sarà la priorità della prossima legislatura. Poi c’è il tema della spesa pubblica che richiederà con questi numeri un intervento ancora più sostanziale di riduzione. Positivo l’aumento della monofase, vediamo se avrà ripercussioni sul differenziale, forse significa che aumentano i consumi. Rinnovo l’invito fatto mercoledì, ad avere al più presto dati aggiornati sulle dichiarazioni dei redditi 2015 per vedere se c’è stato un incremento gettito, al di là del forfettario. E per capire se la riforma fiscale ha funzionato.

Maria Luisa Berti, Ns

E’ importante avere dati cui si riferiva il commissario Zafferani prima di poter dettare giudizi complessivi sugli effetti della riforma fiscale. Giudico, ai fini del raggiungimento dell’equilibrio di bilancio, la clausola di salvaguardia sulle spese non obbligatorie un elemento di aiuto e controllo e da continuare. Mi preoccupa moltissimo la sottolineatura sull’aumento di quelli che possono essere i costi in materia sanitaria e soprattutto per la previdenza, la cui riforma è una priorità. Preoccupa poi l’aumento del costo del personale e l’aumento della spesa corrente. L’Fmi ha invece invitato lo Stato a ridurre gli stipendi nella Pa. Anche su questo fronte ci troveremo a fare delle scelte. Sono indicate le priorità: su Igc vanno effettuate ancora valutazioni, il potenziamento ufficio tributario, riforma pensioni e ammortizzatori sociali. Ci metterei anche la riforma del mercato del lavoro.

Non sempre l’economia si potenzia con grandi investimenti, a volte è meglio sostenere le piccole-medio imprese perché presentano un rischio inferiore. Sottovalutiamo le piccole realtà che sono il fiore all’occhiello della nostra economia. Il documento di Fitch individua già soluzioni. Il primo fattore critico è sull’incertezza dei dati. Nel momento in cui siamo in grado di fare analisi in modo certo e obiettivo con tutti i dati, abbiamo opportunità migliori per individuare soluzioni. Poi c’è l’incertezza sul fronte economico e finanziario. Non è ancora chiaro l’indirizzo dato dal sistema Paese. Mi collego al ruolo di Bcsm. L’indirizzo non lo deve dare solo Bance centrale, ma anche e di concerto la politica. Ci sono decisioni da prendere magari prima che lo faccia Bcsm senza essersi confrontata con la parte politica. Altro problema è quello dei crediti dubbi. Fitch individua positivamente la Centrale rischi cui serve solo operatività sostanziale. Tutti gli elementi di debolezza sono stati evidenziati, basterebbe pochissimo per darvi soluzione. E’ il momento di emergenza per affrontare gli Nps e tracciare la linea per gli operatori, tutti, del sistema bancario e finanziario.

Alessandro Mancini, Ps

Questo è dibattito un po’ strano. Ci sono elementi politici che mi fanno pensare che sarà l’ultimo dibattito sul programma economico di questa legislatura. Ci permette di fare un’analisi su quello che ha funzionato e non. Riforma tributaria è stata fatta, come era giusto fare, a inizio legislatura. Ha messo punti fermi e, anche se poteva sicuramente essere fatta meglio su Smac e accertamento del reddito, è stata importante. Cosa non ha funzionato? Primo fra tutto la legge sullo sviluppo. Oggi ci troviamo gran parte delle sofferenze delle banche legate al settore immobiliare. Se non diamo risposte a questo settore, possiamo fare tutte le strategie che vogliamo sugli Npl, ma la coperta sarà sempre corta. Il Ps ha fatto diverse proposte, tra cui poter intestare immobili a non residenti: era una piccola risposta che andava a quel settore. Sono poi mancate risposte per il commercio. Non sono sicuro poi che non ci sarà più bisogno di interventi straordinari. Proprio perché la coperta è sempre più corta, serve coraggio e impostare una nuova legislatura con idee più chiare e un modello economico più definito. Quello che purtroppo ha scritto Fitch è una fotografia reale e l’outlook negativo significa che andiamo giù.

Valeria Ciavatta, Ap

Registriamo che il Segretario tiene un profilo di assoluta attenzione e alto senso di responsabilità nelle comunicazioni, cosa che per esempio il Segretario alla Cultura non ha fatto nell’ultimo Consiglio Grande e Generale e cosa che non fece il precedente segretario alle Finanze. Lo dico per misurare bene le parole e gli allarmi che sono stati dati. Nel riferimento su Fitch e nel programma economico ci sono elementi che ci devono fare svegliare. Secondo me li avevamo già e dovevamo svegliarci un po’ prima. Parlo per la maggioranza, da quanto tempo ormai ha richiamato il congresso di Stato e sé stessa a operare coralmente per trovare soluzioni ai problemi che vengono segnalati e, soprattutto, per trovare di far funzionare meglio la legge sviluppo e tutti meccanismi adottati per ricercare investimenti? In questo finale di legislatura assistiamo a una certa litigiosità in maggioranza, che è più che legittima se è trasposizione di quello che c’è dietro, ovvero si manifestano divergenze di opinione su linee di fondo. Faccio esempi: i ‘progettini’ di legge e le risposte che si danno alle istanze d’Arengo, fatte ognuno per conto proprio; oppure ogni intervento legislativo che riguarda l’organizzazione PA dovrebbe avere un parere dell’organo di regia di funzionamento a cui non si richiede nulla, oppure ognuno porta una legge con un beneficio fiscale senza passare per la segreteria alle Finanze, in modo che ogni anno cresce il numero di benefici fiscali e nessuno se ne rende conto. Credo, segretario alle Finanze, che non debba essere lasciato da solo da questa Commissione.

Sulla spesa corrente è da fatare il mito che tutto dipende dallo stipendio dei dipendenti pubblici. Dal 2010 c’è stata una forte riduzione delle spese del personale che ha avuto maggior applicazione con la riforma della Pa.

Quando si dice che nel 2015 la spesa corrente è diminuita di 10 mln di euro, però ciò non sempre ciò è avvenuto in tutti i settori di spesa. La clausola di salvaguardia dà una bella mano, ma non è indolore.

I segnali di ripresa dell’economia ci sono ma fanno pensare più a una stabilizzazione. Servono iniezioni di risorse in diversi ambiti. E’ giusto fare presente il problema delle piccole e medie imprese, ma dobbiamo sapere che non è con questo che ci possiamo riprendere. La catastrofe menzionata dal segretario Morganti nei giorni scorsi si riferiva al 2017. Non è secondario ricordarci che almeno sotto il profilo politico si parlava di priorità che purtroppo non sono state priorità di tutti. Anche i risultati della riforma tributaria sono indicati tra i fattori positivi, certamente c’è stato un incremento, ma la stragrande quota di questo incremento rispetto Igr pre- riforma, è dovuta all’incremento del prelievo sulle retribuzione dei lavoratori dipendenti e pensionati.

Abbiamo poi un quadro spesa sanitaria non accettabile in relazione ai cambiamenti avvenuti. Fatta l’analisi costi-benefici dobbiamo o alzare le mani o fare qualcosa di più grave. C’è qualcosa che non va e anche qui il governo non ha voluto tenere conto di una recente decisione su cui non vorrei tornare.

Si parla poi di riforme che non è possibile realizzare a fine legislatura. E che chiedono senso di responsabilità collettivo perché con le valutazioni favolistiche ed edulcorate non si risolvono i problemi.

Roger Zavoli, Upr

Anche io condivido la necessità di predisporre un sistema integrato di informazioni per avere un quadro più preciso su cui partire. La situazione economica di sistema è complessa, il programma economico 2017 ripropone fattori forti di criticità nella finanza pubblica e si evidenzia come l’azione di governo sia caratterizzata da forte immobilismo. Ci sono punti rilevanti, la liquidità di bilancio pubblico si conferma fattore di forte criticità per il 2016 e il 2017. La costituzione di riserve liquidità è punto su cui prestare molta attenzione, il punto è come trovare risorse se vi sono iniziative per nuove entrate.

Il peso sul bilancio dello Stato di interventi a sostegno del sistema bancario è pesante e in prospettiva rischia di compromettere i conti pubblici. Il credito di imposta concesso al sistema bancario ha dimensioni importanti, mentre il gettito fiscale in questi settori è ormai inesistente, ci sono in più interventi diretti al sostegno di alcuni istituti, più la presenza del fondo pensioni, altro strumento che li sostiene. Il Fmi è stato molto chiaro lo scorso marzo, ci sono criticità legate agli Npl e necessità di risanare il bilancio delle banche con soluzioni di sistema. Non è dato sapere come si intende intervenire e quali sono le risorse che lo Stato può mettere in campo. Soluzioni di sistema si possono mettere in campo se tutti gli attori lavorano su una strategia condivisa, al momento non mi pare sia così. Non è chiaro se Bcsm ha dei piani e se trovano condivisione con governo e maggioranza. Altro punto di forte criticità, sono governance e rilancio dell’asset proprietario di Cassa di risparmio e la guida della Fondazione Sums. Il programma economico 2017 fotografa la condizione del Paese nell’ultima parte della legislatura: confusione di idee, bilancio in situazione ad alto rischio, forte difficoltà del settore finanziario. Occorrono idee, coraggio e soluzioni condivise, prese dalla politica e non suggerite da soggetti che sono oggetti dell’intervento.

Milena Gasperoni, Psd

I dati del Pil si fermano al 2014, è complicato fare un valutazione, mostrano un leggero calo di produzione che invece vede un aumento delle esportazioni nette, cosa che non riesco a spiegare. Guardando il dato del Pil per valore aggiunto, ci continua a mostrare l’apporto dei vari settori all’economia complessiva, dove la maggior parte del valore viene dato dal settore manifatturiero, che mantiene negli anni lo stesso contributo, bene vanno il commercio e i servizi per le imprese. Si conferma quindi la diversificazione della nostra economia, a protezione dalla crisi di settore specifici. Il nostro Paese deve puntare alla diversificare, vanno bene le piccole imprese, ma anche i grandi investimenti. Il problema è lo sviluppo, che non c’è stato, e quindi le leggi che non hanno funzionato come ci saremmo aspettati e i correttivi che non sono stati fatti. Sono un po’ rassicurata perché i dati mostrano comunque una frenata della discesa e una legger ripresa, l’occupazione in leggera crescita, la disoccupazione che cala e qualcosa quindi è successo. Sono diminuiti molto i frontalieri, 2 mila posti di lavoro persi in due anni e quasi altrettanti frontalieri in meno. Nonostante le chiusure delle aziende, bene o male i sammarinesi un lavoro lo stanno trovando e le norme fatte stanno raggiungendo risultati, ma tutto ciò non è sufficiente. La legge sullo sviluppo deve essere modificata e non continuamente vincolata da freni, bisogna avere più coraggio. Condivido gli obiettivi del segretario per lo sviluppo del sistema economico, quindi la messa in sicurezza dei conti pubblici e la ricostituzione delle riserve. Ma tutto dipende dallo sviluppo economico, non possiamo solo pensare di ridurre spesa e alla decrescita felice. Dobbiamo pensare a nuove imprese e posti di lavoro. Rilevo anche io i meriti del Segretario per la grande prudenza con cui si è approcciato a questo argomento, ha dimostrato nervi saldi e un atteggiamento molto cauto nelle previsioni.

Rispetto la spesa Iss e per la previdenza, fa riflettere che il bilancio non sia stato certificato e il riferimento fatto dal sindaco revisore durante l’audizione in Commissione. Sono moto preoccupata che un eccesso di spesa possa far decidere di far tagliare fondi. La sanità pubblica non si tocca, i servizi devono essere mantenuti, si devono fare verifiche su come sono spesi i soldi piuttosto. Invito la segreteria alle Finanze a fare verifiche sullo stato dei conti dell’Iss. Abbiamo un grande patrimonio immobiliare, ma se non lo possiamo vendere, che valore ha ? E’ un vero problema da affrontare urgentemente. Dobbiamo dare valore al patrimonio che abbiamo già e non possiamo continuare a far finta che non esista.

Tony Margiotta, Su

Chi ha ribadito che siamo alla fine della legislatura mi trova d’accordo. Il segretario alle Finanze si è presentato, e lo ribadisco, come persona politicamente corretta e responsabile, mercoledì scorso con un intervento e una informativa alquanto preoccupanti. Se altri Segretari sono stati meno ‘eleganti’ ne prendiamo atto, ma capiamo benissimo che la situazione è molto critica. Il 2017 sarà un anno difficile e qualcuno ha usato la parola catastrofico, per il problema degli Nps, la spesa corrente, il sistema pensionistico…tutti problemi non facili da risolvere. Aggiungo un altro problema sentito da noi cittadini: la sicurezza della sanità pubblica, che deve essere intoccabile. Mi stupisco che lei in questo momento sia solo Segretario. Il fatto che non ci sia una delegazione di governo qui per discutere e affrontare questi argomenti, mi fa capire che siamo alla conclusione del percorso. Sentire dire che si portano in Consiglio progetti di legge non concordati fa capire che si sono affrontati passaggi sbagliati. E ora ci troviamo in una situazione molto complicata. La spesa corrente è ancora molto importante come voce di bilancio. Si è scelto da parte di governo e maggioranza di attuare questa fase di prepensionamento del personale Pa, andando ad aggravare il fondo pensioni che già di per sé ha delle problematiche.

Sul gettito monofase stupisce che quando vi era forfettario c’erano un tot di entrate e ora sono diminuite, fa capire che i controlli non sono funzionali. Purtroppo coloro che vanno sempre a pagare e a contribuire nella maniera più consona sono i dipendenti e i pensionati.

Sull’Iss è incomprensibile la richiesta del segretario alla Sanità. Ricordo che per garantire i servizi dell’Iss la voce di bilancio si aggirava a 67 mln di euro, con gli ultimi anni c’è stato un taglio di 4 mln e mezzo di euro, ora richiederne 72 milioni lo vedo come una provocazione. Non c’è linea di ottimizzazione e controllo della spesa, ma un aumento spropositato senza un minimo di responsabilità di Stato. E l’Iss in questo momento è un problema di Stato. Sulla Sanità non si possono fare giochini politici legati a interessi personali o di gruppo solo per rompere o tirare la corda per poter raggiungere certi obiettivi. Non è accettabile.

Roberto Ciavatta, Rete

Non credo sia un caso che Capicchioni mercoledì scorso abbia parlato di colpo mortale per il 2017, si dà l’idea della gravità della situazione. Prima di tutto si deve avere condivisione di quale sia il problema. Fitch ci fornisce dati interessanti: ci parla della debolezza del sistema bancario, di Npl in aumento, un tasso di copertura in diminuzione, riserve di bilancio al 2% quando nel 2008 erano del 15%, rimarca la necessità di stringere i tempi sulla centrali rischi, stima un Pil che per i prossimi anni avrà crescita dell’1%. Il dato che non stupisce è la riduzione degli introiti monofase da imprese che erano al forfettario, si registrano infatti attività in difficoltà. Si parla di scarsa qualità di dati. Poi ci sono dati positivo: l’aumento della monofase e delle importazioni, ma anche altri dati che preoccupano, penso alle spese per la previdenza che sono allarmanti, alla necessità di interventi sul personale Pa. Chiedo se l’aumento dello 0,17% comprende anche consulenze e convenzoni o solo personale dipendente diretto? Include i costi della stabilizzazione? Ciò significherebbe che le spese Pa potranno aumentare. Inevitabilmente non possiamo non parlare di Npl, in più occasioni è stata richiesta la conoscenza del sistema bancario perché abbiamo bisogno di conoscere il dettaglio. Ci sono casi in cui il salvataggio delle banche non è avvenuto, sono operazioni legittime, come in Islanda, e non hanno condotto a disastri. E’ necessario conoscere cosa c’è nelle banche, per capire quale banca salvare e quale non ci si può permettere di salvare. Lo Stato non ha 2 miliardi e soldi per intervenire su tutte le banche. Sul risollevamento del bilancio dello Stato: attrarre nuovi capitali non è sufficiente se non si fa riduzione della spesa nel frattempo. Credo che i grandi investimenti per San Marino siano rischiosi, ma anche che il grande investimento, rispetto a una rete di piccole attività, risponda a logiche diverse che sono quelle dell’aleatorietà o della pianificazione. La politica dovrebbe creare condizioni per attrarre capitali, grandi investimenti ma anche sostenere nuove piccole attività. Indicazione è quella di fare sistema quanto meno da parte del congresso, cosa che finora non è mai esistita e si riverbera su ogni iniziativa fatta. Serve pianificazione nel medio e lungo termine che Fitch valuta necessaria per mettere lo Stato in una situazione di tranquillità per le spese e che si creino condizioni uguali per tutti e pubblicizzabili anche all’estero per l’attrazione di capitali.

Gerardo Giovagnoli, Psd

Non è successo da nessuna altra parte del mondo che in 6 anni si sia persa metà della raccolta totale delle banche e in 4 anni il 35% del Pil, sono numeri impressionanti. Se nel 2015-2016 abbiamo mantenuto parità di bilancio non è frutto del caso ma per interventi e volontà politica. Ma non basta. Elemento delle ultime settimane sembra quello dei crediti non performanti che hanno valore elevato, resta un dato preoccupante e servono informazioni per riuscire a decidere, quanti sono i crediti dubbi dentro e fuori del sistema, a quanti soggetti si riferiscono, quale è la media e quali i casi estremi. Sono tutte informazioni necessarie per capire quale è stata la genesi e quale è la situazione. In altri Stati sono state prese anche scelte drastiche nel colpire investimenti altrui, ce lo possiamo permettere? Il fatto di non avere informazioni coincide al fatto di non aver ancora trovato soluzione. Ci auguriamo Bscm, nell’analisi che dovrebbe terminare e a settembre, trovi il quadro in cui noi possiamo cercare soluzioni con certi paletti: salvaguardare il bilancio. Ci sono poi dati che conosciamo e che lavorano contro: la chiusura del nostro sistema, il fatto che le nostre banche siano gestite da finanziamenti e capitali interni, i soci sono anch’essi sammarinesi, gli investimenti che arrivano sono del nostro Paese o per lo più dell’Italia e impossibilitati ad uscire. Siamo in un ‘isola senza collegamenti. Abbiamo condizioni peculiari e non siamo neanche nel sistema europeo, i prestiti hanno tassi diversi non abbiamo sistemi di coperture insieme ad altri Stati e anche qui la politica può impegnarsi per modificare convenzioni che abbiamo dal momento che siamo conformi agli standard possiamo anche averne i vantaggi. Nel bilancio dello Stato continuano ad esserci scompensi unici: la spesa corrente continua ad essere il 90% del bilancio e non può rimanere tale. Il conflitto tra dover sostenere investimenti tra piccole e grandi aziende non lo capisco, il rischio delle grandi aziende non dipende dal numero di quelle che dovrebbero arrivare, il problema è il numero di quelle esistenti. Ce le abbiamo già grandi aziende che rappresentano parte importate del Pil e se quelle saltano diventa un problema. Importante è avere sia piccole che grandi aziende. Residenze e vendita immobili a stranieri sono temi che si devono riprendere, avremmo regole che, se sfruttate intelligentemente ci consentono l’apertura senza rischiare ci siano fenomeni di illegalità. Sicuramente il patrimonio immobiliare non è l’unico che abbiamo, ma è uno di quelli fondamentali e va a diminuire se lo si lascia così. Dobbiamo ragionare su una via intelligente per aprire il mercato immobiliare, è una cosa necessaria.

Gian Carlo Capicchioni, Segretario di Stato, replica

Ringrazio per gli interventi pacati e in tema. Ho cercato di dare una rappresentazione della situazione dei conti pubblici del nostro Paese, reale, trasparente, però questa realtà ci desta un po’ di preoccupazione. Non vediamo quella crescita che sarebbe necessaria per poter lentamente venire fuori da questa instabilità di sistema. In tre esercizi i conti sono stabili, ma non è sufficiente perché significa che non ci sono crescita e sviluppo. Ha ragione Roberto Ciavatta quando dice che bisogna agire su più fronti e che solo il taglio delle spese non è sufficiente. Ma nuove entrate si avranno solo con lo sviluppo. Questo è il quadro. Bisogna pensare a cosa non ha funzionato, si pensava che la legge per lo sviluppo potesse portare qualcosa di più, bisogna pensare a rivedere se vi sono ostacoli in quella legge. Il solo differenziale fiscale non è più sufficiente, dobbiamo dare un quadro giuridico ed economico di certezze. Serve poi una politica coesa nell’interesse generale del Paese e del suo sviluppo. Avete toccato molti argomenti, Mancini e Giovagnoli hanno parlato del comparto immobiliare, è un aspetto importantissimo, è quello che ha subito, insieme a quello finanziario, l’impatto più devastante dalla crisi. Riqualificare il costruito e l’intestazione degli immobili a non residenti sono tutti temi su cui confrontarsi e trovare la quadra. Altro argomento è quello dei dati, siamo piccoli e si pensa facile conoscere tutto, invece abbiamo un ufficio Statistica ridotto al lumicino. Va sicuramente potenziato, ma dobbiamo pensare al costo dei dipendenti, che è stato comunque ridotto in questi anni. Beccari parlava di fare incroci fdi dati e sono d’accordo, ma ci vogliono le risorse tecnologiche e e umane. Oggi abbiamo una Pa che, in rapporto con molti Paesi piccoli, è veramente esorbitante. Abbiamo una qualità che non è adeguata. Altro elemento di preoccupazione per la stabilità dei conti pubblici è il sistema bancario e i Npl, argomenti che devono essere affrontato in fretta, avendo sotto mano tutti gli elementi conoscitivi. Dobbiamo conoscere la situazione delle singole banche, le deve conoscere l’organismo di regolazione, Banca centrale, e la regia di tutto questo deve essere Banca centrale. La politica deve dare indirizzo e nel caso dei crediti dubbi è quello di liberare i bilanci delle banche da questa massa tumorale in modo che comincino a fare utili. E possano dare sostegno alle nostre imprese. C’è differenza sostanziale tra le nostre banche e quelle italiane, le nostre hanno criticità di liquidità, le banche europee non hanno questo problema, perchè la Bce le ha foraggiate a costo zero. Nonostante ciò hanno difficoltà anche loro ad erogare crediti perché si trovano nei bilanci una montagna di crediti dubbi. Le nostre banche non hanno liquidità ed è una situazione peggiore. Quindi bisogna intervenire e capire se l’entità Npl sia quella indicata per capire come intervenire. In questo ambito gli organismi internazionali che possono darci un aiuto prima di dire ok, vogliono prima sapere come stiamo. Sulla centrale rischi il programma va avanti ed è a buon punto, si fa.

Roberto Ciavatta, Rete

La valutazione della quantità dei Npl va fatta prima di decidere di istituire una bad bank. Non facciamo l’errore di crearla e poi vediamo .Ognuno di noi ha rimarcato la necessità di soluzioni sistemiche, a me dispiace che ci debba sempre essere chi, più che fare analisi, scandaglia la singola parola dei colleghi per fare polemiche. Mi riferisco a Giovagnoli. Secondo me c’è necessità di fare una pianificazione condivisa, sapere cosa voglio, in che settori, con studi di impatto, creazione di infrastrutture anche tecnologiche. Dopo di ché, ho detto, va bene grandi o piccole imprese, ho distinto tra pianificazione e improvvisazione, mentre qui si vuole fare cadere polemica sull’esistente o su Borletti. Dico che il problema è l’improvvisazione, tratto comune dei governi, improvvisazione con cui ogni Segretario pensa al suo orticello, questo è irresponsabile. Ci fossero stati risultati direi ‘bravi’, ma non ci sono.

Gian Carlo Capicchioni, Segretario di Stato

L’analisi Npl va fatta, poi si affronta la problematica di come eliminare dal proprio bilancio questa massa tumorale. Volevo aggiornare un dato, parlavo del sistema dell’Iss e dei 72 milioni chiesti cui si aggiungono 17 mln per il previdenziale. Questo ultimo è quando chiesto per il 2016, per il 2017 ce ne chiedono 26 mln e 700 mila.

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