Home FixingFixing Stefano Ceccato: “Flessibilità nello sport e nell’azienda”

Stefano Ceccato: “Flessibilità nello sport e nell’azienda”

da Redazione

L’Amministratore Delegato di Alluminio Sammarinese si racconta tra lavoro e hobby. In Canada, 10 anni fa, ha fatto heli-skiing. E sui punti di contatto tra golf e impresa svela che…

Ceccato sci

 

di Alessandro Carli

 

Due anniversari importanti – un anno da Presidente dell’Associazione Nazionale Industria San Marino (25 giugno 2015), 50 anni di vita (4 luglio 1966) – potrebbero già bastare per parlare “di e con” Stefano Ceccato. Ma dietro a questi due traguardi importanti, c’è un libro, il suo, quello personale, che è altrettanto interessante da sfogliare. E che parte da Feltre, il paese natio dei suoi genitori, e poi è sceso sino a Latina (dove è nato), è risalito sino a Milano e a Bologna (dove ha studiato e si è laureato in Economia e Commercio) e poi si è spostato verso dove nasce il sole, ad est, a oriente. Del resto, come insegna lo scrittore Paolo Rumiz, ci dev’essere un motivo perché le persone dicono “orientarsi”…

Ma partiamo dall’inizio. Belluno, provincia. “I miei genitori, Sergio e Giovanna, fanno parte di quella generazione che negli anni Sessanta è emigrata per motivi di lavoro. Avevano 20 anni e hanno avuto la necessità e la forza di mettersi in gioco, una forza di volontà che ammiro, e che mi hanno donato”. La prima “curiosità” appartiene proprio ai suoi genitori. “Hanno entrambi lo stesso cognome, una cosa abbastanza abituale nei piccoli paesini. Se fossi nato oggi a San Marino – che ha adottato la possibilità di dare il doppio cognome, quello del padre e quello della madre – si sarebbero messi a ridere. Basta un Ceccato” aggiunge sorridendo.

“Un po’ per DNA, un po’ per motivi familiari e di studio, mi sento un cittadino del mondo: ho sempre vissuto in luoghi diversi e viaggio molto. Lo spostamento è fondamentale per chiunque: ti apre la mente, ti mette a confronto con culture e modi di vivere diversi dai tuoi, e ti fa crescere. Purtroppo oggi ci sono delle pericolose derive. Credo invece che solo attraverso l’apertura si possa crescere”.

Un peregrinare, il suo, che lo ha portato sino al Monte. “Sono arrivato sul Titano all’inizio degli anni Novanta: ho lavorato in Alluminio Sammarinese e poi, dopo una breve parentesi in Alfa Solare, sono tornato alla prima azienda”. Al percorso di studi e di lavoro, Stefano ha abbinato quello affettivo. Che riserva piacevoli sorprese. Assieme alla moglie Claudia ha messo al mondo due figli, nati in Repubblica. “Il più grande ha appena finito gli esami di maturità nell’ottima scuola di San Marino”. Ripete due volte la parola “ottima”. “Credo che il livello dell’istruzione sammarinese – dalle elementari alle superiori – non debba invidiare nulla a quello di altre realtà. Dall’Università (sotto la sua Presidenza, ANIS ha stipulato un accordo con l’Ateneo) escono figure preparate professionalmente. Peccato solo che il Paese se le lasci scappare…”.

Alla famiglia e al lavoro, Stefano alterna (“ma sempre meno” aggiunge) lo sport. Tre discipline, sci, golf e mountain bike. “Hanno in comune un fattore, e cioè che si praticano all’aria aperta, in mezzo alla natura. Un toccasana per la mente e il corpo, vista l’abitudine che abbiamo a vivere in luoghi al chiuso come l’ufficio, la casa, l’automobile”.

Tre sport, tre suggestioni. Con ordine. “Nello sci ho raggiunto il ‘nirvana’ circa 10 anni fa quando, assieme a un gruppo di imprenditori e amici – Enzo Donald Mularoni (Gruppo Del Conca) e i suoi figli Paolo e Davide, Emanuel Colombini (Gruppo Colombini), Pier Giovanni Terenzi (Cotes), Fabio Marasso e Matteo Mularoni – siamo andati in Canada a fare heli-skiing: sciare su pendii inesplorati di neve fresca e farinosa è stata un’esperienza unica ed entusiasmante, che mi piacerebbe ripetere con i miei figli. Lo sci è uno sport molto fisico, che richiede grande concentrazione. Poi nel tempo mi sono avvicinato al golf, uno sport molto più difficile di quanto sembri, anche perché per eseguire i colpi il movimento che si fa è particolare, non del tutto naturale. E’ inoltre uno sport molto mentale, che richiede una certa flessibilità: ogni buca pone un problema diverso”. Un po’ come avviene in azienda? “Concentrazione, programmazione, preparazione e soprattutto elasticità: la palla da golf va giocata nel punto in cui si trova, così come si trova. Non la puoi spostare, quindi devi saper affrontare al meglio le condizioni e gli ostacoli che si pongono di volta in volta. Devi saperti adattare alle situazioni che si presentano. Come nel golf, anche per le imprese l’obiettivo finale è la buca. Nel primo caso utilizzi bastoni diversi, nel secondo strumenti diversi. In entrambi i casi ci deve essere una strategia di fondo, ma è comunque fondamentale essere flessibili e trovare sempre soluzioni nuove”. Dal golf prendiamo in prestito un termine che unisce lo sport e l’impresa: l’approccio al green. “Negli anni in Alluminio Sammarinese abbiamo puntato molto su investimenti mirati: sia sull’asset più importante di un’azienda, le persone, che sulla tecnologia e sull’internazionalizzazione”.

Dopo lo sport e prima del calore degli affetti, un po’ di lettura. “Mi piace leggere: amo la storia contemporanea, soprattutto quella legata all’Italia del dopoguerra e del boom economico. Forse perché è un’esperienza che hanno vissuto anche i miei genitori”.

Genitori, Sergio e Giovanna. Genitori, Stefano e Claudia. “Mia moglie è una donna di grande intelligenza e di grande vitalità: pur avendo completato un percorso di studi che l’hanno portata alla laurea in Giurisprudenza a Bologna e a esercitare la professione (ha lavorato anche all’Ufficio legale della Cassa di Risparmio di San Marino, ndr), quando è nato il nostro primo figlio ha avuto il coraggio e la forza di lasciare la professione e di dedicarsi alla famiglia: un gesto di grande generosità e di altruismo”.

Ritorna anche nella moglie, quella bellissima parola che aveva caratterizzato il viaggio da Feltre a Latina dei genitori di Stefano: coraggio. Il coraggio delle scelte.

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