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Generazione dipendenti PA: molti anni e poche lauree

da Redazione

Il 42% ha oltre 50 anni, il 22% meno di 40. Poche competenze: laureati solo 2 su 10. Al via i nuovi concorsi: riusciranno ad abbassare l’età media e aumentare il capitale umano?

 

di Daniele Bartolucci

 

Un’età media molto alta e solo un laureato ogni cinque. E’ questa la fotografia attuale dei dipendenti pubblici sammarinesi, che però potrebbe cambiare nel volgere di qualche anno. Se, come annunciato, la stagione dei concorsi pubblici (vedi Fixing nr 22) verrà avviata subito e in maniera coerente con il Fabbisogno appena approvato.

 

POCHI GIOVANI E POCHI LAUREATI

Quando si parla di Pubblica Amministrazione “elefantiaca”, l’immagine che si prefigura è quella di un animale enorme, lento e con molti anni sulle spalle.

In questo caso, la PA sammarinese non fa eccezione, almeno nei numeri. Perché se è vero che la “lentezza” la criticano da sempre cittadini e imprese, è altrettanto vero che un ente terzo, affidabile, come la Banca Mondiale l’ha misurata in maniera più approfondita, relegando San Marino in una posizione sicuramente poco attraente nel ranking “Doing Business”. La velocità di una Pubblica Amministrazione si misura in tanti ambiti, però, non solo quelli imprenditoriali come è ovvio che faccia una statistica denominata appunto “fare impresa”. Per questo i parametri possono essere diversi, ma è indubbio che l’efficienza si misuri nella capacità di dare risposte chiare e veloci. E per questo servono competenze e conoscenze, come in ogni azienda. Competenze e conoscenze che spesso mancano nella PA sammarinese, se è vero tra i lavoratori dipendenti del settore pubblico, ancora oggi, il 25,9% ha solo la licenza media inferiore, più di quelli che hanno conseguito il diploma di maturità, che sono il 23,2%, o il diploma di qualifica (17,4%).

Peggio ancora per i titoli accademici: i dipendenti del settore pubblico in possesso di una laurea rappresentano infatti solo il 21% del totale, a cui se ne aggiunge però un 9,1% che ha un diploma universitario.

Di contro, coloro che possiedono solo la licenza elementare sono pochissimi, con un valore dell’1,1%.

Nel redigere il nuovo Fabbisogno, va detto, titoli e competenze saranno finalmente valutati e valorizzati a dovere, evidenziando carenze (attraverso i profili di ruolo) nei vari settori e Uffici, che andranno poi compensate con nuove assunzioni, attraverso i concorsi pubblici, come detto.

 

LA MAGGIORANZA È VICINA ALL’ETÀ PENSIONABILE

L’altro aspetto che va evidenziato, anche alla luce delle recenti scintille tra opposizione e Governo su alcuni bandi di selezioni che limitavano le domande ai “giovani”, ovvero a persone con meno di 45 anni, è che l’età media dei dipendenti pubblici è molto elevata. Nello specifico, anche tenendo conto che nella PA a differenza che nel privato non vengono occupai minorenni, la fascia più consistente è quella “oltre i 50 anni”, che a fine maggio (dati Upeceds) era pari a 1.564 unità, quasi la metà del totale (per la precisione il 41,83%). Se a questi si vogliono poi aggiungere gli altri 1.357 dipendenti della fascia “41-50” (il 36,29% del totale), si può tranquillamente affermare che tre dipendenti su quattro hanno già superato i 41 anni di età e molti di loro si stanno avvicinando all’età pensionabile. Sicuramente per loro un traguardo raggiungibile, visto che per le nuove generazioni – anche a San Marino – non è tutto così scontato e certo. Tornando ai numeri, va da sé che se la maggioranza dei dipendenti viaggia oltre i 41 anni, solo una minima parte è rappresentata dai giovani, in questo caso 53 nella fascia “19-25”, 134 in quella “26-30” e 631 in quella “31-40”. Ovvero 818 unità, la metà degli over 50.

 

CONFRONTO UE: VINCONO FRANCIA E INGHILTERRA

Quando si parla di efficienza, soprattutto in un settore così importante e direttamente dipendente dalle politiche di un Governo, il confronto con le altre realtà serve a rendersi conto delle proprie criticità, e questo è il punto di partenza per migliorarsi. Anche per questo, se San Marino vuole davvero cambiare marcia, deve guardare alle best practice nel mondo, e non a chi, già oggi, le sta dietro. Nel caso specifico l’Italia, che ha una delle Pubbliche Amministrazioni più anziane del mondo, con il 51,4% di dipendenti già oltre i 50 anni e solo l’8% con meno di 34 anni.

In Europa (o ex, visto il referendum in Gran Bretagna, ndr) i Governi più lungimiranti, che hanno introdotto misure ad hoc per abbassare l’età media nella PA, sono stati quelli di Francia e Germania, che hanno una casistica invertita rispetto a quella italiana, ma anche a quella sammarinese. Ad esempio, per quanto riguarda gli over 50, in Francia valgono solo il 30,7% e nel Regno Unito il 31,7%. La fascia più consistente, in questi due Paesi, è quella dei “35-49”, mentre in Italia e San Marino, come detto, è quella “oltre i 50 anni”. Non solo: mentre a San Marino la fascia “under 25” rappresenta solo l’1,42% (in Italia addirittura lo 0,9%), in Francia sfiora il 5% e nel Regno Unito è del 5,7%. A livello di titoli universitari, la situazione non cambia, con i Paesi del centro-nord dell’Europa a farla da padroni e l’Italia agli ultimi posti, ma comunque, con un 23% circa sul totale dei cittadini, migliore rispetto a San Marino per numero di laureati.

 

PRONTI I NUOVI CONCORSI: ECCO LE REGOLE

Proprio in questi giorni, la Segreteria di Stato per gli Affari Interni e la Giustizia – anche in risposta all’articolo del Movimento Civico10 sul tema dei concorsi nella Pubblica Amministrazione, apparso sulle locali testate giornalistiche – ha comunicato che, a seguito dell’approvazione del Primo Fabbisogno del Settore Pubblico Allargato e della conclusione delle conseguenti procedure di assegnazione del personale già alle dipendenze dell’Amministrazione, “i posti che risulteranno definitivamente vacanti saranno, dopo quasi vent’anni, ricoperti mediante il ripristino dello strumento concorsuale pubblico”. Cosa che non avveniva da circa vent’anni. “Quale intervento propedeutico all’espletamento dei concorsi e nell’ottica della piena trasparenza dei procedimenti di nomina dei membri delle Commissioni concorsuali”, prosegue la nota della Segreteria, “si evidenzia che lo scorso maggio è stato pubblicato il Regolamento “Norme per la costituzione dell’Albo dei requisiti dei Commissari delle Commissioni Giudicatrici di concorsi pubblici ed interni” (Regolamento 23 maggio 2016 n. 11, consultabile sul sito internet www. consigliograndeegenerale.sm) indirizzato a tutti coloro che, avendone i requisiti, intendono ricoprire il ruolo di componenti delle Commissioni giudicatrici dei concorsi pubblici e dei concorsi interni. L’Albo è organizzato in sette aree professionali (amministrativa, contabile, tecnica, culturale, didattica, sanitaria, sociale), a loro volta, suddivise in quattro fasce, nelle quali sono raggruppati i Profili di Ruolo (PDR) disciplinati dal Decreto Delegato 23 gennaio 2015 n. 3, in relazione al grado di complessità delle conoscenze e competenze da accertare mediante le procedure concorsuali. La Direzione Generale della Funzione Pubblica (DGFP) ha il compito di predisporre liste di disponibilità per ciascuna fascia delle aree professionali dell’Albo. I soggetti in possesso dei requisiti previsti – per i quali si rimanda al testo del regolamento di cui trattasi – ed interessati ad iscriversi alle liste di disponibilità devono presentare alla DGFP specifica richiesta di iscrizione (per informazioni 0549/882837)”. L’obiettivo dichiarato è duplice: da una parte riorganizzare i dipendenti anche secondo più chiari e trasparenti criteri di assunzione (il concorso pubblico resta lo strumento principe), dall’altra aumentare il “capitale umano” della PA sammarinese, con l’ingresso di nuove e maggiori competenze. Una sfida importante, che andrà accompagnata dal progressivo riordino e riduzione del numero dei dipendenti pubblici, annoso problema per lo Stato, a cui la spendign review (che ha già permesso di ridurre di diverse centinaia il numero totale) dovrebbe continuare a dare, anno dopo anno, la soluzione.

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