Si è tenuta la settimana scorsa, a Strasburgo, la riunione del Comitato del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (il cosiddetto Comitato di Lanzarote). A rappresentare la Repubblica di San Marino il funzionario del Dipartimento Affari Esteri Sylvie Bollini, membro eletto del Bureau.
In tale occasione il Comitato ha deciso di avviare una procedura di monitoraggio specifica nei 41 Paesi membri della Convenzione per ottenere dati sul numero di minori migranti e richiedenti asilo presenti nei loro territori, sulle vittime di sfruttamento o di abusi sessuali, nonché per conoscere le misure di prevenzione adottate per evitare abusi sui bambini e per sostenere le vittime accertate.
Il lancio di questo monitoraggio fa seguito alla missione ricognitiva condotta in Grecia e nella Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia dal Rappresentante speciale del Segretario Generale sulle migrazioni e i rifugiati, Tomáš Boček. Questi ha riferito episodi di sfruttamento sessuale di minori rifugiati e migranti e ha ammonito che l’inasprimento delle procedure previste per l’ingresso e la chiusura delle frontiere possono esporre i bambini a maggiori rischi di violenze e di sfruttamento.
Il Comitato della Convenzione di Lanzarote prevede di pubblicare le sue conclusioni e le raccomandazioni rivolte agli Stati membri entro la fine di novembre.
In occasione della Giornata Mondiale del rifugiato celebrata ieri, il Segretario Generale ha chiesto rinnovati sforzi per tutelare i minori migranti dagli abusi sessuali. “Si stima che l’anno scorso – ha dichiarato in un comunicato – siano giunti da soli in Europa circa 300.000 minori migranti e richiedenti asilo, molti dei quali non accompagnati. I bambini rifugiati corrono seri rischi di sfruttamento e abusi sessuali e sono esposti a pericoli molto reali di passare dalle mani dei cosiddetti “passatori” a quelle dei trafficanti di esseri umani, aggravando i traumi che molti di loro hanno già subito”.
I membri del Comitato hanno inoltre adottato una Dichiarazione in cui hanno espresso preoccupazione per la registrazione di indirizzi di siti web che pubblicizzano o promuovono apertamente materiale pedopornografico, esortando gli Stati a intervenire per bloccarli.