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Il Novecento raccontato attraverso il cibo

da Redazione

Elisabetta Righi Iwanejko ha curato il libro “Alimentazione e società”. Pubblicato dalla Fondazione Fiera Milano, unisce cultura e impresa.

Elisabetta Righi Iwanejko

 

di Alessandro Carli

 

Il Novecento, per ovvi motivi di vicinanza “storica”, è stato rivisitato a fondo: il secolo delle guerre, il secolo dell’arte (si pensi a Pablo Picasso o a Salvador Dalì), il secolo del recupero del mito classico, il secolo dei grandi Premi Nobel, il secolo delle masse, il secolo della scoperta della relatività di Einstein. Cento anni che, probabilmente, sono assai distanti dalle convinzioni di Eric Hobsbawm, che parlò semplicemente di “secolo breve”.

Nuova è l’analisi che – anche grazie alla straordinaria vetrina di Expo Milano 2015 – ritroviamo in “Alimentazione e società”, il volume curato da Elisabetta Righi Iwanejko, impreziosito dalle immagini e dai testi di Antonio Molino e che è stato pubblicato da Fondazione Fiera Milano: il recupero, anche filologico, del Novecento avviene come intreccio di una memoria collettiva che vede dialogare, in maniera stretta, la cultura, le imprese e la società.

Il volume, che è stato presentato il 2 giugno alla presenza dell’ambasciatore d’Italia a San Marino, Barbara Bregato, ha richiesto, come spiega la stessa curatrice, “circa due anni di lavoro” e che copre un arco temporale che va “dal 1906 al 2015”.

Partiamo dall’inizio…

“L’Esposizione internazionale del Sempione fu realizzata per celebrare l’inaugurazione dell’omonimo traforo che avrebbe finalmente agevolato il collegamento dell’Italia con la Svizzera e l’Europa. Già allora Milano si candidava ad essere ciò che è diventata: cuore dell’economia italiana, locomotiva trainante del Paese dove si localizzavano le prime imprese meccaniche come la Breda e l’Alfa Romeo, oltre che sede di parecchie industrie alimentari divenute poi di caratura internazionale come Galbani, Invernizzi, Motta, Star e Alemagna. A ciò si è aggiunta, nel corso del suo sviluppo storico, una radicata vocazione cosmopolita, come testimoniano le innumerevoli presenze di attività economiche ed imprenditoriali che l’hanno consacrata come indiscussa capitale della moda, del design, della comunicazione e dell’innovazione tecnologica”.

Apriamo il libro…

“In ‘Alimentazione e società’ le culture e le economie si intrecciano e diventano protagoniste. Grazie al patrimonio dell’archivio storico di Fondazione Fiera Milano, si raccontano e vengono rappresentate alcuni principali fasi dello sviluppo storico dell’alimentazione a Milano e in tutta la Lombardia, contestualizzando il tutto a livello nazionale. Attraverso immagini, fotografie – molte delle quali inedite -, illustrazioni e testi realizzati da Antonio Molino, vengono rielaborati i riferimenti utili per riscoprire e recuperare i valori fondamentali del costume, della società e della convivialità”.

E’ pensiero diffuso che il binomio alimentazione-impresa sia declinato al maschile. Eppure le donne hanno recitato un ruolo di primissimo ordine…

“La donna, la regina della casa, si trasformò in indicatore dei consumi e modello di tendenza. La classica ‘casalinga’ rappresentò l’interlocutore di prodotti e tipologia pubblicitaria correlata”.

Che idea si è fatta del connubio tra alimentazione e società?

“I numerosi spunti offerti dalle immagini fotografiche e dalle illustrazioni hanno contribuito a creare un’atmosfera originale, basata sull’intreccio di rapporti, riti e comportamenti di massa all’interno del quale la storia dell’alimentazione – un secolo di storia -, è il fil rouge che collega comunicazione, società, economia e imprenditorialità”.

La sua lunga attività di imprenditrice culturale cosa le ha insegnato?

“Poiché nulla si ottiene senza spirito di sacrificio e senza determinazione, chi ha ragione ed è capace alla fine vince attraverso la forza delle idee che presuppone esperienza e professionalità”.

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