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IAM srl, gestione degli impianti: le regole vanno rispettate

da Redazione

Nonostante sul Titano sia stata recepita la normativa in vigore in Italia e in Europa dove, per il trasporto del rifiuto, è necessaria un’apposita documentazione e una serie di procedure definite e ristrettive, la gestione, anche a causa di controlli non così ferrei, avviene un po’ “alla carlona”.

 

di Mirkare Manzi

 

Per una questione mai trattata sino ad oggi su questa rubrica – mi riferisco alla gestione e alla ricezione dei materiali ad un impianto specializzato – voglio utilizzare un linguaggio nuovo. Avete presente quei grandi “palloni” fatti di parole orizzontali e verticali? Quelli in cui una serie di key-words vengono evidenziate oppure ingrandite…

Come avviene nel mondo dello sport, della politica, dell’economia e del web – quattro macrouniversi, specie l’ultimo -, anche per la gestione dei rifiuti (il mondo in cui da circa due anni IAM si muove) possiamo mutuare questo modus operandi. URGENZA, NORMATIVE, TELEFONATE, ARMONIZZAZIONE.

Prima di “farli esplodere”, cioè di sviscerarli, vi lascio ancora per qualche minuto in attesa per affrontare un primo concetto, che ritengo essere molto importante: il paragone, chiaramente in materia di gestione dell’impiantistica, tra la Repubblica di San Marino e l’Italia. Nonostante sul Titano sia stata recepita la normativa in vigore in Italia e in Europa dove, per il trasporto del rifiuto, è necessaria un’apposita documentazione e una serie di procedure definite e ristrettive, la gestione, anche a causa di controlli non così ferrei, avviene un po’ “alla carlona”. Sapevate per esempio che in Italia la richiesta di scarico dei rifiuti deve essere fatta pervenire all’impresa che li gestisce almeno – e sottolineo “almeno” – tre o quattro giorni prima? Sapevate poi che devono essere compilate in maniera corretta le schede di descrizione dei rifiuti e anche quella per il conferimento? Già. Deve essere messo nero su bianco “cosa porto”, “come lo porto”, eccetera. Anche se sembra una “bega” burocratica, tempistiche precise e “carta di identità” del rifiuto – tipologia, pericoloso, non pericoloso, speciale o non speciale ma anche i quantitativi – sono in estremo aiuto per gli impianti: l’improvvisazione può creare più di un grattacapo, ma soprattutto seri rallentamenti.

Cosa accade invece nella nostra Repubblica? Ve lo spiego subito. Spesso riceviamo materiali senza preavviso e, poiché gestiamo oltre 100 tipologie di rifiuti, capirete che l’approssimazione e le continue urgenze (anche quando in realtà non lo sono, questo va detto) possono mettere in difficoltà un’impresa. Non vuole essere una tirata di orecchie, la mia, ma solo un invito a ottimizzare e armonizzare la gestione dei rifiuti. Organizzandosi, il che significa avvertire con qualche giorno di anticipo e non “la mattina per il pomeriggio”, si riesce a lavorare con maggiore armonia e più efficacia.

Per alcune tipologie di rifiuto, basta scrollarsi di dosso un po’ di pigrizia e fare una valutazione visiva. Come saprete, a seconda delle esigenze, sul posto vengono impiegati diversi macchinari: muletti, gru, eccetera. Sapere cosa ci aspetta, ci aiuta a capire il mezzo da mettere in campo.

Gli pneumatici sono sempre pneumatici, così come la carta è sempre carta, il legno rimane legno, eccetera. Per i dubbi, basta in fondo chiamare e chiedere un sopralluogo in anticipo. Il lavoro di squadra e il dialogo sono due key-words sempre vincenti.

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