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Turismo, mercato e formazione: l’arte può diventare economia

da Redazione

Approdato in I° lettura in Consiglio il Progetto di Legge per le opere di privati e pubbliche. Previsti fondi di sostegno e la specializzazione di un Nucleo della Gendarmeria.

Ale Cattelan 018

 

di Alessandro Carli

 

Il caso emblematico è rappresentato da Maurizio Cattelan. Mentre a inizio maggio “Him”, la controversa scultura di un Adolf Hitler inginocchiato ha sbancato il banco da Christie’s stabilendo il record per l’asta e il record per l’artista con un cartellino del prezzo finale da 17.189.000 dollari, a San Marino una sua installazione – realizzata nel 1991 in occasione della manifestazione artistica Provoc’Arte Artegiovane IV edizione – è (in)custodita nella galleria ferroviaria Montale.

Ovviamente le quotazioni della scritta “Catttelan” (con tre t, come le tre croci o come le Tre Torri di San Marino, che nel 2014 abbiamo fotografato) sono assai più basse rispetto a quelle che hanno permesso al Fuhrer di arricchire la casa d’asta, però è vero che – oltre alla firma dell’artista patavino – il Titano ha un “tesoro” di opere d’arte sparpagliate in diversi punti e in diversi luoghi della Repubblica, non sempre all’altezza del loro valore (anche artistico).

La Segreteria al Turismo ha voluto mettere mano al problema e nell’ultima seduta del Consiglio Grande e Generale, Teodoro Lonfernini ha presentato in prima lettura un Progetto di Legge per disciplinare questo patrimonio, in parte pubblico e in parte privato. Un documento che consta di ben 55 articoli, uniti dalla necessità di favorire sempre più uno sviluppo turistico della Repubblica di San Marino legato al mondo della cultura e dell’arte, con un occhio di riguardo allo stato di conservazione delle opere.

Tre, in estrema sintesi, le aree di applicazione individuate da Teodoro Lonfernini: turismo, mercato e il binomio cultura-formazione.

Prima di sviscerare questi tre filoni, un accenno alle novità inserite del Progetto di Legge. In prima battuta, la costituzione di due realtà destinate a regolare e controlla re il settore, il Pubblico Registro delle opere d’arte, in seno agli Istituti Culturali, e il Nucleo Specializzato beni culturali, che fa riferimento al Corpo della Gendarmeria.

 

ARTE PER POTENZIARE L’OFFERTA DEL PAESE

Il binomio turismo-cultura di alto livello, altrove, si è già dimostrato vincente e quindi è replicabile, se adeguatamente calibrato, anche sul Monte. Anche in virtù della posizione geografica del nostro territorio, davvero baricentrica.

La relazione di Lonfernini chiarisce che il progetto – che di fatto vuole far fare un passo in avanti al Titano “nell’offerta di contenuti culturali e di mercato (…) presso un pubblico internazionale” – è funzionale a un “programma, da promuovere adeguatamente”, in grado di “fidelizzare il visitatore, facendolo diventare il migliore promotore del territorio”. Un ruolo di rilievo, in questo senso, verrà assegnato anche al congressuale: convention, seminari, forum, eccetera.

 

L’ARTE, SPECIALIZZAZIONE DELLE BANCHE

Gli istituti bancari del Titano – ne è esempio cristallino il Fondo Investimenti SG di Banca CIS – credono nelle opportunità legate all’arte.

La specializzazione che può derivare dalla crescita di figure professionali legate a questo comparto “può dare una spinta importante al sistema bancario” locale, attivo nel settore della Gestione Patrimoniale, “favorendo il posizionamento sulla fasce più sofisticate del Wealth Management (gestione del patrimonio che permette di sommare ai profitti realizzati dai proventi finanziari quelli ottenuti dal risparmio di imposta grazie ad un’adeguata pianificazione finanziaria) e del Family Office (gestione del patrimonio artisitico di una famiglia), creando sistemi personalizzati e innovativi”.

 

ARTE PER FAVORIRE L’OCCUPAZIONE

Altro aspetto di assoluto rilievo – visti anche i recenti numeri del bollettino di statistica, che evidenziano un alto numero di persone disoccupate – è quello dei posti di lavoro e della nascita di imprese legate al mondo dell’arte e della cultura che, oltre a creare “gettito per lo Stato”, potranno impiegare risorse umane specializzate. Vista la vocazione internazionale, viene da sé che oltre alle lingue e alle conoscenze, servano anche altri requisiti.

Già, ma come colmare le eventuali lacune? Avvalendosi dell’Università: il ruolo dell’Ateneo, coinvolto nel PdL, diventa strategico.

 

PRESTITI, IMPORT E VENDITA DELLE OPERE

Il corposo documento, realizzato per proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio artistico del Paese (quindi pubblico e privato), affronta anche gli aspetti legati al possesso, alla produzione, importazione ed esportazione delle opere. Per “opere”, oltre alla pittura, al disegno, alle incisione e alle fotografie, ritroviamo anche le realizzazioni tessili, gli arazzi, i ricami, gli oggetti antichi (ad esclusione però dei francobolli e delle monete) e i libri. Per le opere pubbliche che vengono prestate ad altri Stati, il tempo massimo della “trasferta” è stato indicato in 90 giorni. Per quel che concerne invece l’importazione a fini commerciali, il PdL evidenzia che “è soggetta a imposta con aliquota pari al 4% da calcolarsi sulla base imponibile”, ovvero sul valore dell’opera al momento della sua introduzione nel territorio. Interessante poi l’introduzione di un “passaporto delle opere d’arte” (art. 29), che ha l’obiettivo di certificarne l’origine.

L’articolo 30 invece introduce un aspetto più economico, quello cioè del commercio delle opere nel territorio. Gli atti di compravendita relativi alle opere che superano un valore di 5 mila euro (l’importo non è così alto quando si parla di arte), sono soggetti a “imposta d’acquisto con aliquota pari all’8%, a carico dell’acquirente, del plusvalore di vendita”, ovvero del gap tra il valore della stessa al momento della sua importazione sul Titano secondo quanto risulta nel Pubblico Registro e il suo prezzo di vendita. Nel caso il plusvalore non sia determinabile, verrà applicata un’aliquota del 20% sul prezzo di vendita.

Tutte le opere d’arte – sia quelle prodotte in territorio che quelle che “soggiornano” qui – devono essere iscritte al Pubblico Registro.

 

FONDO DI SOSTEGNO E FORMAZIONE

Concludiamo la disamina del Progetto di Legge con due voci: fondo di sostegno e formazione. Per il primo, che servirà a favorire lo sviluppo dell’arte, verrà istituito un fondo a sostegno, rimpinguato da un 5% del gettito derivante dalle imposte sull’import e sull’acquisto dei “pezzi”.

Il percorso di formazione, a carattere permanente e obbligatorio e in collaborazione con l’Università, permetterà agli operatori di ottenere la Certificazione Professionale di Qualità, fondamentale per poter svolgere con competenza il proprio lavoro.

Un’occasione di riqualificarsi – e ci riferiamo ai disoccupati ma non solo – e di potersi spendere non solamente in territorio: la CPQ sarà oggetto di specifici accordi volti a estenderne il riconoscimento anche in altri Paesi.

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