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Voucher, la tracciabilità all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri

da Redazione

RIMINI – Sarà all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri il primo decreto legislativo correttivo del Jobs act, che contiene in particolare la tracciabilità dei voucher. “Il decreto ha già avuto il via libera dalla riunione del preconsiglio nei giorni scorsi, e il Consiglio ha ritenuto di dover approfondire osservazioni puntuali su aspetti del provvedimento arrivate da alcuni ministeri, che non è stato possibile affrontare per tempo”, riferisce il deputato PD riminese Tiziano Arlotti, più volte intervenuto con interrogazioni contro l’abuso dei buoni lavoro.

L’intervento sui voucher ha come modello la procedura già utilizzata per la tracciabilità del lavoro intermittente, spiega Arlotti: “Il committente dovrà comunicare all’Ispettorato nazionale del lavoro entro 60 minuti dall’utilizzo, con sms o posta elettronica, i dati anagrafici, codice fiscale, luogo e data della prestazione. In caso di violazione è prevista una sanzione amministrativa da 400 a 2.400 euro per ciascun lavoratore. Precedentemente la comunicazione di inizio della prestazione di lavoro accessorio era possibile nei trenta giorni successivi, cosa che lasciava spazio ad abusi. L’elemento della tracciabilità è fondamentale, ma per contrastare l’abuso di voucher occorre anche una tempestiva azione ispettiva, soprattutto in realtà come Rimini in cui è maggiore la concentrazione dei buoni per il lavoro accessorio”.

Rimini è infatti la terza provincia della regione per utilizzo del lavoro accessorio, con oltre 1,5 milioni di voucher venduti nell’ultimo anno (numero raddoppiato rispetto all’anno precedente), la maggioranza nei settori dei servizi, turismo e commercio e venduti per i 2/3 nelle tabaccherie. Parallelamente sono diminuite del 5,5% le assunzioni a tempo determinato nel turismo. Sono stati 14 milioni e mezzo i voucher emessi in Emilia-Romagna. Le analisi fatte a livello nazionale dicono che il 10% dei percettori di voucher aveva un altro rapporto di lavoro con lo stesso datore nei sei mesi precedenti.

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