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Nidaa Badwan, la ragazza palestinese accolta da San Marino, è sbarcata negli USA

da Redazione

Nidaa Badwan, la ragazza palestinese accolta da San Marino circa un anno fa, ha varcato l’Oceano sbarcando negli Usa. Questo grazie alle proprie fotografie, nate da un forte radicamento nell’anima dell’autrice del possedere una mente libera, di cittadina del mondo.

Una libertà di pensiero e di spirito (concetto del filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche) che possiede solo chi pensa in modo diverso da come ci si aspetterebbe in base alle sue origini, al suo ambiente, al suo ceto sociale, al suo ufficio, alle opinioni dominanti. Insomma, costui è l’eccezione, mentre gli spiriti vincolati sono la regola.

Ed è in base a questo che Nidaa Badwan si è ritrovata al centro dell’attenzione dei media statunitensi, conquistando popolarità grazie ad un servizio pubblicato da ‘Internaional New York Times’ con una sua foto a completamento di un servizio dal titolo: “Isolation as art in Gaza”.

Dunque, negli Usa Nidaa Badwan è considerata, nonostante la sua giovane età, un’ artista dallo spirito libero nel pieno dell’accezione di Nietzsche.

Una spiegazione che il suo amico montefeltrino Francesco Mazzarini (il ragazzo che nella foto mostra il giornale) cerca di chiarire ponendosi un dilemma: “artista, esserlo o fare?”. Ovvio che per lui e i critici statunitensi Nidaa Badwan lo è. Come del resto lo ricorda il Trapholt Museum di Kolding in Danimarca (è in corso una mostra delle foto di Nidaa fino al 23 ottobre); lo ha fatto pure il Savvy Contemporary di Berlino con la manifestazione “What rhe Tortoise murmurs to Achilles” dove le immagini di Nidaa sono state utilizzate per illustrare gli interni della mostra.

Nidaa Badwan, in segno di protesta contro i maltrattamenti e le limitazioni alla libertà delle donne imposte dalla cultura locale, si recluse volontariamente per 22 mesi nella propria stanza a Gaza, rivendicando attraverso scatti fotografici dalla propria cella la sua libertà di cittadina del mondo, di donna dalla mente aperta alla conoscenza del proprio essere e a quello dell’altro. Questo è riuscita a fare ben oltre gli orizzonti percepibili dalla propria cameretta, assurta ad ‘ombelico’ del suo universo.

Insomma scatti fotografici tesi a mostrare la luce ed il colore contro l’oscurantismo di una situazione (nello specifico, quella palestinese). Il tutto utilizzando l’animo anche dell’artista impegnato a combattere la negazione della libertà.

Una serie di servizi effettuati in quei lunghi 22 mesi con un suo personale riscatto sociale, l’affermazione della propria libertà d’artista e di donna.

Ora Nidaa Badwan oltre a portare in giro per il mondo la propria arte e la ‘fame di libertà del proprio popolo’ si sta trasformando anche in ambasciatrice di quei sentimenti che hanno da sempre caratterizzato la nostra Repubblica.

Un popolo che non si è negato nell’offrirle la possibilità di abbandonare quella stretta cameretta, trasformata in cella per non sottostare a visioni del mondo ben lontane dal suo modo di pensare.

E sul giornale di New York, San Marino appare come la “terra promessa”, o meglio, il ponte di lancio per il riscatto (senza armamenti) con l’arte e il pensiero del suo popolo, per Nidaa Badwan e per tutte le altre donne palestinesi, che soffrono tuttora in silenzio. Si spera non per molto.

L’artista, grazie all’interessamento della Segreteria Istruzione e Cultura, oltre al supporto delle associazioni “Mente Libera – Liberamente” e “Progetto Sorriso”, è ospite di San Marino.

Attualmente sta lavorando a una mostra fotografica sul rapporto della Repubblica e la Libertà, che verrà inaugurata a fine anno.

 

“Mente Libera – Liberamente” e “Progetto Sorriso

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