In Olanda il BusinessEurope tra la possibile Brexit e l’emergenza dei flussi migratori. Il Presidente: “E’ opportuno creare un fronte comune con gli altri Piccoli Stati”.
© ANP, Robin van Lonkhuisen
di Alessandro Carli
Brexit, ovvero il referendum che a giugno chiamerà a decidere se la Gran Bretagna rimarrà nell’Unione europea, ma anche le “politiche” dell’Austria, la posizione della Turchia e la strettissima attualità, quella del flussi dei migranti al centro della riunione della BusinessEurope, l’associazione che riunisce 41 associazioni nazionali di rappresentanza delle imprese, provenienti da 35 paesi e che vede anche la partecipazione della nostra Repubblica attraverso l’Associazione Nazionale Industria San Marino.
In Olanda, il 19 e 20 maggio, anche il Presidente ANIS, Stefano Ceccato. “Gli argomenti discussi sono stati diversi. In primo luogo si è parlato della tornata referendaria che chiamerà il 24 giugno i cittadini del Regno Unito a esprimersi sulla permanenza o meno in Europa. I relatori sono intervenuto sulle conseguenze, politiche ed economiche, che potrebbero ricadere sul Paese in caso di uscita. L’impatto, questa è stata la posizione condivisa, potrebbe essere di notevole portata”.
In prima battuta, economico.
“Gli analisti parlano di un potenziale deprezzamento della sterlina sino al 20%. Il rappresentante della Confindustria della Gran Bretagna si è soffermato sulla comunicazione. E’ importante, ha ribadito, che venga diffusa in maniera corretta, evidenziando gli aspetti positivi legati all’appartenenza all’UE e agli scenari che si potrebbero aprire in caso di uscita. Non sono state date indicazioni sul voto, ma solo un’analisi del futuro”.
La Gran Bretagna è un Paese che sa esercitare un forte appeal per gli imprenditori.
“Molti potenziali investitori, in questo momento, stanno guardando con la massima attenzione alla Brexit. Sono in stand-by per capire come muoversi”.
C’è poi un aspetto anche politico.
“Certamente. In Europa ci sono anime euroscettiche. Il rischio di un ‘effetto-domino’ è concreto”.
Proprio mentre San Marino si sta avvicinando all’UE.
“La nostra Repubblica è ben vista. I rappresentanti dei Paesi che partecipano a BusinessEurope si sono detti disponibili a fornirci un concreto supporto e a farci avere tutte le informazioni utili. Credo poi che sarebbe opportuno riuscire a creare, attraverso un dialogo, un fronte comune tra i Piccoli Stati: le esigenze e le istanze hanno aspetti molto simili”.
Altro tavolo aperto, quello dei rifugiati.
“Il tema era già stato discusso nella seduta del 3 marzo, ospitata a Bruxelles, ed è tornato alla ribalta con le elezioni austriache. La volontà dell’Unione europea è quella di mettere in campo un progetto organizzato e concreto di gestione dell’emergenza dei flussi migratori, che si avvale anche di tecnologie modernissime. Se ben gestiti, i flussi posso rappresentare un’opportunità: sono comunque ‘forze-lavoro’ che in parte hanno un buon grado di scolarizzazione e di professionalità. Se trovano occupazione, creano economia”.
L’Olanda ha ospitato la riunione del BusinessEurope.
“E’ una Nazione che storicamente ha dialogato con grandi Paesi, in un’ottica di apertura. Una filosofia che si è rivelata vincente”.