Home FixingEditoriali Editoriale: il Polo del lusso, una “calamita” per l’occupazione

Editoriale: il Polo del lusso, una “calamita” per l’occupazione

da Redazione

Una possibilità per chi è disposto a seguire i corsi di formazione. L’impiego dei nuovi lavoratori alleggerirà gli ammortizzatori sociali.

 

di Alessandro Carli

 

Si è giocato su due concetti quasi tutto il referendum che ha chiamato alle urne, il 15 maggio, i cittadini sammarinesi: spending review e necessità di attrarre nuovi investimenti. Dal risultato referendario è emerso chiaro un segnale forte lanciato alla politica.

A bocce ferme – sono trascorsi già una manciata di giorni dall’esito delle tornata – condividiamo con i nostri lettori una serie di riflessioni. Il dato “politico” che emerge con maggior forza è un senso di malessere della cittadinanza, che chiede di essere ascoltata con maggior attenzione. I cittadini hanno utilizzato lo strumento più democratico – quello delle urne – per rimarcarlo, e i tre “sì” espressi lo affermano: è passata la riduzione delle preferenze alle elezioni (da tre a una), così come l’abolizione del quorum per il referendum e il tetto massimo – fissato 100 mila euro – per le retribuzioni nei settori e negli enti pubblici, o partecipati dallo Stato (quasi un plebiscito).

Per quel che concerne invece la modifica alla variante PRG, dopo un lungo testa a testa è stato dato il semaforo verde al Polo della Moda, che verrà quindi realizzato a Rovereta.

Sul quesito, abbiamo raccontato il piano aziendale, evidenziandone le potenziali ricadute per il sistema Paese. Si tratta di un progetto che in prima battuta auspichiamo abbia una grossa rilevanza per il settore edile e per le attività connesse del territorio ed anche, una volta portato a compimento, per il settore commerciale e dei servizi. Un progetto che, sulla carta è davvero di ampio respiro.

Poiché lo abbiamo presentato, dettagliatamente, sulla pagine del nostro giornale, per dovere di cronaca e per onestà – nei prossimi mesi – vi racconteremo lo stato di avanzamento dei lavori.

In attesa del cantiere e della posa della prima pietra, accogliamo la soddisfazione degli imprenditori.

Sul Polo della moda abbiamo una convinzione che, superando gli aspetti squisitamente politici, ci permette di abbracciare argomenti che rientrano nel dna del nostro settimanale: l’occupazione, le entrate per lo Stato, la situazione economica, le ricadute positive sul sistema Paese.

 

Polo della moda per rilanciare l’edilizia

Sul ruolo di volano che hanno edilizia e affini per il Paese, la nostra posizione è chiara. I numeri del comparto Costruzioni sono quasi ai minimi termini: in 10 anni siamo passati da circa 500 imprese (e oltre 1.500 occupati) alle attuali 400 (circa), nelle quali sono impiegate meno di 900 persone. Restringendo il campo al solo settore Edilizia, oggi operano circa 70 imprese, che occupano circa 300 persone. Permettere alle imprese del territorio di realizzare “fisicamente” il Polo significa dare lavoro a un comparto davvero allargato: imprese edili, ma anche imbianchini, arredatori d’interni, elettricisti, idraulici, eccetera. E, al di là delle opportunità occupazionali, il Polo rappresenta una banco di prova impegnativo su cui misurare le professionalità della nostra Repubblica.

Sul capitolo entrate, i promotori le stimano in “circa 200 milioni di euro in due lustri, con una crescita di 10 punti percentuali del Prodotto Interno Lordo, quando il Polo sarà a pieno regime. Nei 70 negozi che daranno corpo a The Market infine, lavoreranno circa 400 persone. Interessanti anche le previsioni dei flussi dei clienti, circa 2 milioni all’anno”.

Parliamo di un’occupazione comunque specializzata e quindi di una concreta opportunità per i disoccupati – i dati dell’ultimo bollettino di statistica dell’UPECEDS del primo trimestre 2016 riportano 1.468 disoccupati totali, di cui 1.169 in senso stretto – che si renderanno disponibili a essere formati e a svolgere un’attività lavorativa anche nei fine settimana, con conseguente alleggerimento per gli ammortizzatori sociali.

Le sfide del rilancio dell’economia e, in scala più allargata, dell’intero sistema Paese, si giocano su più tavoli: l’accordo di associazione con l’Unione europea, il passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA (IGC, Imposta Generale sui Consumi), la riforma del mercato del lavoro e, per l’appunto, l’attrazione di investitori stranieri.

Chiuso definitivamente il capitolo economico del passato, e in previsione di un processo di ampliamento dell’accordo con l’UE, San Marino deve ridisegnare il proprio futuro, cercando di dialogare con l’esterno e individuando le opportunità economiche che si possono presentare.

Se ben calibrato e soprattutto se ci sarà corrispondenza tra quanto annunciato e la realtà dei fatti – e su questo, ve lo promettiamo, “staremo sul pezzo” -, tutte le fasi di realizzazione del Polo possono rappresentare non di certo la panacea di tutti i mali, ma senza dubbio un progetto importante per lo sviluppo e il rilancio del nostro Paese.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento