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Emilio Amati: “Il volo a vela è uno sport per manager”

da Redazione

Il Presidente di ASA San Marino: “In una gara si cambia strategia anche 100 volte”. L’altra sua grande passione è la barca: la prima gliela regalò suo padre quando aveva 6 anni.

ASA Emilio Amati 5

 

di Alessandro Carli

 

“Sono uno zingaro del mare: ogni anno, appena posso, salgo sulla mia barca a vela e parto”. Emilio Amati, Presidente di ASA San Marino Spa (holding del Gruppo ASA) dal 2006, ci fa idealmente salire sulla sua imbarcazione (“ormeggiata al porto di Rimini” chiarisce) per raccontare e raccontarsi.

“Più che un hobby, è un’autentica passione, quella della vela. L’ho ereditata da mio padre. Quando ero più giovane, tutte le estati lo raggiungevo ovunque si trovasse: Turchia, Grecia…”.

I porti toccati e i paesi visitati da Emilio Amati sono tantissimi: Venezuela, Caraibi, Malta e Gibilterra, solo per citarne alcuni.

“La prima barca me la regalò mio padre quando avevo 6 anni, nel 1956: era una scatoletta di legno, un piccolo parallelepipedo. Mia mamma completò l’opera ricamando la vela”.

Otto anni più tardi, la prima imbarcazione: “Mio padre la fece costruire nella falegnameria del Conservificio Fratelli Amati di Riccione, che produceva lattine per acciughe e sardine di forma rettangolare”.

Al mare però il giovanissimo Emilio alterna un altro sport, il tennis. A 16 anni si è tolto alcune grandi soddisfazioni: “In doppio, a Bologna, abbiamo strappato un set ad Adriano Panatta”. Sempre nelle giovanili ha battuto Paolo Bertolucci, uno dei quattro moschettieri (gli altri sono Panatta, Barazzuti e Zugarelli) che nel 1976 portò l’Italia a vincere la Coppa Davis. “Per fare il salto di qualità, avrei dovuto trasferirmi a Bologna…”.

Ma torniamo al rapporto con il mare che si lega, in qualche modo, al suo percorso di studi. “Ho frequentato il liceo scientifico Alessandro Serpieri di Rimini e conseguito la maturità nel 1969. Il quarto anno di liceo però l’ho seguito in una scuola statunitense a sud di San Francisco”.

Ed è lì, in quegli States che ballano sulle note di The Beach Boys (chi non ricorda, per esempio, “Surfin’ in the USA”?), che Emilio fa un incontro piuttosto particolare, quello con il windsurf. “Ho visto la tavola a vela su una rivista. Siamo agli inizi degli anni Settanta. Decido di farmela spedire. Il problema (ride) è che non avevo la minima idea di come si facesse a ‘cavalcarla’: non c’erano libretti con le istruzioni, ma solamente una foto. Così ho deciso – non avevo altre possibilità – di andare per tentativi. La superficie della tavola è sabbiata e ruvida: a forza di provare mi sono graffiato a sangue pancia e gambe”.

La passione per il mare però è ancora viva: “Oggi possiedo una barca da crociera. Il tempo non è molto, ma due viaggi da 15 giorni l’uno me li dedico ogni anno. Mi piace tenerla sempre pronta ed efficiente con il pieno di nafta e ben rifornita. Mi fa bene alla mente e mi fa sentire più libero. Quando posso, dormo in barca: la mattina alle sei faccio un tuffo e poi vado al lavoro”.

Prima di parlare con lui delle altre passioni, ripercorriamo i suoi studi. Terminato il liceo scientifico (“Mi sarebbe piaciuto fare il classico, ma l’ho scoperto solamente in età più matura” confida), Emilio Amati si laurea in Ingegneria Meccanica a Bologna ed entra in ASA nel 1978, affiancando il fratello maggiore Lucio.

Da subito si occupa dei mezzi di produzione e degli acquisti, sviluppando una profonda conoscenza del mercato siderurgico per imballaggi metallici e instaurando forti rapporti di collaborazione commerciale con ferriere nord europee, mentre il fratello maggiore segue vendite e gestione finanziaria. La crescita professionale avviene tutta all’interno dell’azienda di famiglia, che vede nel 1986 la scissione dalla consociata Fratelli Amati di Riccione, e nel 2003 l’uscita del fratello che si dedicherà ad altro. Quello che Amati ha realizzato, con un ristretto gruppo di collaboratori, assieme al fratello fino al 2002 e in seguito con i nipoti, è ben rappresentato dal confronto tra le realtà del 1978 (anno del suo ingresso in azienda) e di oggi: gli stabilimenti sono passati da 1 a 7, i dipendenti da 35 a 470, le tonnellate annue di latta utilizzate da 400 a 44 mila.

Nonostante gli impegni in ASA – rappresenta l’azienda in importanti organismi internazionali come l’International Packaging Association, l’European Metal Packaging Association e l’Associazione Nazionale Fabbricanti Imballaggi Metallici di Milano -, Emilio Amati riesce a dedicare tempo anche a un’altra grande passione, quella del volo in aliante. “Ho partecipato ad alcune competizioni dal 1992 al 2014. Le emozioni che si vivono sono incredibili: in aria come in mare, si respira un senso di libertà. Per tutta la durata delle gare si cambia strategia anche 100 volte: si cercano le rotte energetiche, si incontrano salite più rapide, si deve decidere se passare a destra o a sinistra di un ostacolo ogni tre o quattro minuti. Il volo a vela è uno sport per manager”.

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