Home FixingFixing San Marino, nuovi PRG e Catasto per rilanciare l’Edilizia

San Marino, nuovi PRG e Catasto per rilanciare l’Edilizia

da Redazione

In dirittura d’arrivo il rinnovo di contratto, in attesa delle riforme. Il settore potrebbe trainarne tanti altri, soprattutto con le riconversioni.

 

di Daniele Bartolucci

 

Il rilancio dell’edilizia può rappresentare per San Marino un fattore di sviluppo importante, capace di intercettare e allo stesso tempo concretizzare quei primi, timidi, segnali di ripresa che si sono visti per ora solo nelle statistiche. Il numero degli occupati totali, ad esempio, è cresciuto nel 2015 spinto dalle assunzioni e dagli investimenti nell’Industria, sia delle imprese esistenti che da quelle che hanno avviato in questi mesi nuove iniziative. E anche i consumi sembra ne abbiano giovato, tanto che il circuito SMaC scontistica, nonostante un calo di operatori aderenti, ha aumentato sia il numero delle transazioni che quello dei volumi transati (vedi Fixing nr 13). Questo dovrebbe portare anche ad una ripresa nell’edilizia, basandosi sul principio basilare per cui le imprese necessiteranno di costruire e le famiglie che vi lavorano di una casa in cui vivere. Sulle esigenze degli imprenditori edili, Fixing ha dedicato una serie di speciali l’anno scorso, contribuendo ad aprire il dibattito sul tema delle riforme, oggi ritenute necessarie anche da buona parte della politica, oltre che della società: PRG, Catasto, immobili ai forensi, incentivi energetici e alla riqualificazione/riconversione… Tutti temi che stanno tornando in auge in questi mesi e che potrebbero giovarsi del rinnovo del contratto di settore, su cui da mesi stanno lavorando associazioni e sindacati. Assicurare un contratto ai quasi 300 occupati in senso stretto non è solo un segnale di attenzione, ma è un punto di partenza, per poi concretizzare tutte le idee e le riforme che sono già sul tavolo.

 

IL NUOVO PRG E LA RIFORMA DEL CATASTO

Ovviamente il principio per cui allo sviluppo economico segue un rilancio dell’edilizia, va rimodulato sul contesto sammarinese, per cui costruire non significa necessariamente nuova edificazione, perché con oltre 12.000 unità immobiliari già presenti (dati del Catasto 2014) tale patrimonio dovrebbe essere sufficiente in quasi tutti i casi. Il nuovo vocabolario dell’edilizia consta infatti di parole diverse: trasformazione, efficientamento, riconversione, riutilizzo… tutte parole che nel vecchio PRG degli anni ’90 non erano nemmeno ipotizzate. Per questo motivo quello strumento va aggiornato, se non completamente rivisto. Lo chiedono le imprese del settore, che vi vedono la speranza di poter lavorare, lo chiede la società, ormai matura e consapevole che i vecchi modelli e piani urbanistici non hanno più futuro, se lo chiede anche la politica, impegnata ogni volta a incastrare nelle pieghe del vecchio PRG ogni cosa, con varianti e deroghe che quasi si può parlare di un PRG “ombra” rispetto a quello iniziale. E’ vero che il Governo ha già individuato nel nuovo Piano Regolatore Generale (sempre che si chiami ancora così anche in futuro) una priorità, ma di atti concreti finora, nonostante se ne parli da anni e anche i partiti di maggioranza ormai lo ribadiscano pubblicamente, ce ne sono pochi. Diverso il discorso per la riforma del Catasto, che invece è stata avviata alcuni mesi fa in concomitanza con quella italiana e di cui si attendono i primi risultati a breve, per arrivare poi ai nuovi strumenti urbanistici con un quadro della situazione molto più chiaro e attuale, ovvero senza quelle migliaia di “stalle” di cui oggi sono pieni i registri. L’altra freccia dell’arco della politica, sono gli investimenti pubblici, vero “motore” per l’edilizia e tutti i settori ad essa collegati. Investimenti che sono ridotti al lumicino e per i quali le risorse sono sempre meno, tanto che il piano da 30 milioni di euro approvato l’anno scorso ha comportato l’emissione di Titoli di Stato per coprirne la spesa. E’ quindi del tutto evidente, a questo punto, che anche un più corretto utilizzo delle risorse pubbliche (la famosa spending review) potrebbe quindi liberare quelle necessarie agli investimenti pubblici.

 

UN SETTORE ANCORA VIVO PRONTO A RIPARTIRE

Se si guardasse solo alla statistica, il settore generale delle Costruzioni (i 300 di cui sopra sono solo i contrattualizzati Edilizia, a cui si devono aggiungere gli installatori, posatori ecc) potrebbe sembrare un malato ridotto allo stremo delle forze. Dalle oltre 500 imprese di dieci anni fa con quasi 1.500 occupati ne sono rimaste poco più di 400 con meno di 900 lavoratori. E, per restare in tema di vocabolario, le parole più utilizzate sono cassaintegrazione e mobilità. Ma non è un “malato terminale”, anche se le cure tardano ad arrivare. Così come la stessa statistica ha aggiornato il codice ateco del settore con la nuova classificazione 2007, tutta l’edilizia si è rinnovata, indirizzandosi verso il futuro, che parla la lingua della riconversione, dell’innovazione e dell’efficientamento termico ed energetico. Ed è per questo che le imprese edili guardano con interesse alle scelte del Governo in materia di incentivi energetici, ma anche alle altre riforme sul tavolo, comprese quelle che in teoria non sembrano riguardarle. Quindi un interesse molto più ampio di quello meramente vincolato alla costruzione (si pensi ad esempio alla richiesta, corale e univoca, di permettere l’acquisto di immobili ai forensi, siano essi imprenditori e manager residenti oppure turisti, un tabù che San Marino continua a difendere nonostante tutto e tutti), come del resto è molto più ampio e generale l’interesse a far ripartire l’edilizia: c’è tutto un indotto, fatto di artigiani e professionisti, che non attende altro, ma ancora prima di loro ci sono le banche sammarinesi, che al pari delle colleghe italiane si sono ritrovate sulle spalle tantissimi immobili a causa della crisi economica. Così come le liste dei disoccupati, che si sono infoltite in questi anni di ex dipendenti dell’edilizia o dei settori affini, come possono essere gli artigiani e i tecnici: tutti lavoratori, specializzati e non, che potrebbero essere riassorbiti in una ripresa dell’edilizia, uno dei pochi settori capace di trainare gli altri, come si è detto. Anche quelli più giovani e innovativi, come le energie rinnovabili o le tecnologie più efficienti nel campo dell’isolamento termico o nel campo dell’acustica. Sono talmente tanti, quindi, gli interessati a questa ripartenza, che i tempi sono maturi perché anche la politica faccia la sua parte.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento