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Consiglio Grande e Generale: il progetto per una centrale di produzione di energia elettrica

da Redazione

Il segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni auspica poi di presentarlo prima possibile a tutti i gruppi consiliari, anche già nella prima settimana di giugno. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – I lavori consiliari si aprono con il messaggio di cordoglio della Reggenza per la scomparsa dell’ex Capitano Reggente Giuseppe Maiani. Si affronta quindi il comma Comunicazioni, con la richiesta avanzata dai consiglieri Roberto Ciavatta, Rete, Federico Pedini Amati, Lsm, e Ivan Foschi, Su- al segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, di dare corso all’adeguamento normativo previsto dal rispetto del protocollo 7 della Carta dei diritti umani, sottoscritto dalla Repubblica, relativo al giusto processo e alle conseguenze di errore giudiziario. Tale richiesta, spiegano, è motivata dagli sviluppi di una procedimento in corso a Parigi che vedrebbe la Repubblica di San Marino imputata per un caso di mancato rimborso nei confronti di una vittima di errore giudiziario. Secondo Ciavatta inoltre alcuni parlamentari francesi, a seguito di questo caso, avrebbero sollecitato il loro governo a presentare ricorso anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Straburgo per l’inadempienza di San Marino rispetto al protocollo 7 della Carta dei diritti umani . “Si prospetta quindi- puntualizza il consigliere di Rete- un danno reputazionale significativo per il Paese”.

Altro tema affrontato nel corso del dibattito all’avvio dei lavori è quello del progetto per una centrale di produzione di energia elettrica su cui il governo si è interessato nei mesi scorsi e su cui chiedono aggiornamenti i consiglieri Luca Santolini, C10, e Alessandro Mancini, Ps. Il segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni, informa così l’Aula che il congresso di Stato attende per la prossima settimana il resoconto sul progetto presentato dagli investitori- ovvero Mitsubishi- Hitachi e il gruppo canadese Dundee- e auspica poi di presentarlo prima possibile a tutti i gruppi consiliari, anche già nella prima settimana di giugno. “E’ doveroso- manda a dire il segretario di Stato- che tutti siano informati sul progetto prima che siano prese decisioni”. In dettaglio, Mularoni spiega che il progetto prevede un impianto di cogenerazione che utilizza il gas naturale: “Può rappresentare una risposta immediata- sottolinea- nella fase di transizione verso l’energia completamente rinnovabile”. Determinanti per la scelta, “saranno tutta una serie di valutazioni- prosegue- in primis il rapporto con la vicina Italia”. A riguardo, il segretario Mularoni assicura infine che l’investimento “si inserisce perfettamente nell’accordo di cooperazione economica con l’Italia che prevede sinergie anche nel campo dell’energia”.

Con le risposte alle interpellanze interrogazioni si conclude poi il comma Comunicazione per passare al giuramento di Giovanna Cecchetti, nuovo consigliere del Partito socialista, in sostituzione del dimissionario Paride Andreoli. Segue una serie di nomine all’interno del Ps: Augusto Casali e Giovanna Cecchetti entrano in Commissione consiliare permanente Affari Costituzionali ed Istituzionali; Paolo Crescentini e Alessandro Mancini sono quindi nominati nella Commissione consiliare permanente Affari Esteri. E ancora:

Alessandro De Biagi e Alessandro Mancini sono nominati nella Commissione Consiliare Permanente Finanze; Paolo Crescentini e Giovanna Cecchetti sono le new entry nominati nella Commissione consiliare permanente Igiene e Sanità. Infine Paolo Crescentini viene nominato alla Commissione per le Politiche territoriali; Augusto Casali entra nella Commissione consiliare sul fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata; Giovanna Cecchetti è scelta per la Delegazione Consiliare presso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

Si apre quindi il Comma 9, dedicato al dibattito sull’esito della consultazione referendaria del 15 maggio 2016 in cui sono previsti 58 interventi. Il dibattito proseguirà nella seduta pomeridiana.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina.

Comma 1.Comunicazioni

Roberto Ciavatta, Rete: “Intervengo sul rischio reputazionale per San Marino legato ad un ricorso rispetto al mancato rispetto del protocollo 7 della Carta diritti umani sottoscritta dal nostro Paese che poi però non ha condotto alla realizzazione di norme che permettano di realizzare i principi relativi al giusto processo e la possibilità di vedersi riconosciuti rimborsi nei casi di errore giudiziario. Avevamo chiesto alla segreteria agli Esteri di farsi promotrice internamente di quelle norme richieste per applicare questo protocollo. Il 7 giugno ci sarà un processo a Parigi che vede imputato San Marino a seguito di un caso di errore giudiziario. Siamo inoltre venuti a conoscenza degli interventi di due senatori francesi che su questa vicenda hanno chiesto al primo ministro Valls di intervenire a Strasburgo con un ricorso a nome dello Stato francese contro l’inadempienza di San Marino rispetto al protocollo 7 della Carta dei diritti umani. Si prospetta quindi un danno reputazionale per San Marino significativo. Nonostante le nostre richieste il segretario agli Esteri non ci ha redarguiti sull’avanzamento del processo a Parigi. E’ ormai un’abitudine quella di firmare protocolli e poi non dare seguito agli impegni, ma prima o poi succede che sono gli altri a ricordarceli in maniera drastica. Il segretario Valentini non è presente per impegni istituzionali, ma chiederei a lui, in collaborazione con il segretario alla Giustizia, di attivarsi per presentare entro il 7 giugno interventi legislativi che possano andare incontro agli impegni presi e di darne comunicazione al tribunale francese. E’ stato poi approvato un Odg in quest’Aula un anno e mezzo fa per procedere in questo senso e nulla è stato fatto”.

Federico Pedini Amati, Lbsm: ” Continuiamo a sollecitare il segretario agli Esteri affinché possa venire in Aula a rendere edotto il Consiglio grande e generale sul fatto che qualche senatore francese abbia sollevato una questione tra Stati, arrivando a dare comunicazione anche al primo ministro Valls e ad altre importanti figure dello Stato francese. Non è una crociata, ma un atto di giustizia internazionale verso San Marino che non ha applicato nelle proprie leggi. Sollecitiamo la segreteria agli Esteri a venire in Aula o in Commissione prima del 7 giugno a riferire”.

Mimma Zavoli, C10: “Un anno fa San Marino partecipava all’evento mondiale ‘Expo’. A parte le cifre viste in alcune testate di partito, di questo evento non abbiamo avuto riscontri dai segretari di Stato competenti. A Lonfernini chiesi a suo tempo un resoconto rispetto i grandi impegni finanziari di quanta ricaduta quell’evento abbia avuto rispetto le aspettative. Quei dati non li abbiamo ancora visti. Ci dobbiamo fidare dei comunicati dei partiti che lo definiscono un evento trionfale. E giusto che le ricadute siano analizzate in quest’Aula su dati concreti.

Altra cosa, che da sammarinese mi ha irritato, è vedere come Lei, segretario di Stato della Repubblica di San Marino, si permette di fare affermazioni sul profilo Fb, dove dice che qualcuno fuori dai confini ‘deve accendere il cervello’. Per forza di cose, per dare seguito alla convenzione sul polo della moda, dovrete trovare una forma di collaborazione con la parte italiana per realizzarne la viabilità. Mi chiedo se questi sono i toni con cui un rappresentante istituzionale si rivolge a un altro rappresentante che ha espresso i suoi dubbi leciti. Se questi sono i modi possiamo chiudere bottega finora.

Ho poi visto una sfilata indegna la scorsa settimana da parte del segretario Mussoni e del direttore sanitario sulle eventuali criticità del settore nascite dell’ospedale. Ci sono famiglie che stanno passando un momento difficile, non ci si può permetterle di tirarle in ballo. Le problematiche, se ci sono non necessitano di passaggi su Rtv o sui giornali, ma di lavoro, in silenzio. Nel manifestare la mia irritazione come donna e madre nel vedere sbattuti aspetti sottolineati in modo non positivi, vorrei capire qual è la motivazione. Se si necessita di riconsiderare il punto nascita di San Marino non c’è bisogno di sbattere le difficoltà delle famiglie su tv e giornali. Non serve a niente, serve solo a far passare il messaggio che quel reparto non funziona e questo non è positivo. Non serve una telecamera per affrontare le difficoltà, serve volontà”.

Ivan Foschi, Su: “Riprendo la comunicazione di Ciavatta e Pedini. E’ in gioco la reputazione internazionale del nostro Paese. La segreteria agli Esteri non ha adempiuto a un Odg che- correggo Ciavatta- è del 23 settembre 2013, sono passati due anni e mezzo in cui il governo non ha mosso un dito. La situazione è stata lasciata nel dimenticatoio. Se negli accordi internazionali ci siamo impegnati per l’adeguamento normativo, non possiamo rispondere che non l’abbiamo fatto perché il nostro ordinamento non lo prevede. Torniamo così a manifestare il nostro disappunto per un governo che finora non ha voluto affrontare concretamente una situazione da cui avrebbe solo da guadagnarci. Non credo poi che casi di errori giudiziari siano una vergogna, è una vergogna invece non porvi riparo”.

Augusto Michelotti, Su: “Il mio ricordo di Pippo Maiani. Dopo essere stato Reggente, nel 1955, anno in cui fu firmatario insieme a Bugli dellegge istitutiva dell’Iss, emigrò in Belgio per fare il minatore. I giornali belgi si stupirono che un ex segretario di Stato facesse un lavoro tra i più umili e pericolosi. Pippo era un uomo vero. Mi mancherà, ero abituato a vederlo passeggiare nella sua Fiorentino insieme alla moglie. Pippo mancherà non solo a me, ma a tutti noi”.

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato: “Consigliere Zavoli, mi dispiace essere causa della sua irritazione. Ma posso fare un chiarimento. Su Expo’ la cittadinanza è stata informata da comunicati stampa, conferenze stampa etc sul risultato del nostro Paese che ricordo anche qui: il doppio dei visitatori preventivati, il triplo degli incassi, una serie innumerevoli di relazioni istituzionali. E’ stata una grande opportunità che il nostro Paese ha saputo cogliere. Dire che è stata una mia vetrina è una cosa banale. Tanti altri colleghi in rappresentanza del nostro Paese sono stati protagonisti in più occasioni. Oltre alla parte comunicativa nei confronti della cittadinanza, il 30 aprile era il termine entro il quale il commissariato Expo doveva presentare il rendiconto generale sulla spesa pubblica del progetto, documento che è già agli atti della Commissione di controllo della finanza pubblica e di tutte le istituzioni. Se vorrà leggerla, rispondendo alla sua possibilità di consigliere, potrà accedere a quella documentazione.

Sul commento su Fb: quando qualcuno si consente di esprimere un parere sul nostro Paese e nessuno risponde a livello istituzionale c’è un sollevamento popolare. Quando uno risponde, c’è sollevamento popolare lo stesso. Il sottoscritto si permetterà sempre di prendere la difesa a prescindere del Paese, indipendentemente dal mio ruolo, credo di fare qualcosa a beneficio del Paese, invito anche lei a farlo, con qualsiasi strumento. Se vuole puntualizzare sul modo, non posso che contestarlo. Dovrebbe rileggersi quello che ho scritto nella mia pagina personale di Fb, in cui non ho accusato le istituzioni, mi sono permesso di dire che qualcuno prima di parlare di un Paese vicino deve accendere molto forte il cervello e lo ribadisco. E non era messaggio rivolto ad un’istituzione, ma a una persona che non ha alcun tipo di incarico istituzionale. Ciò non significa che dobbiamo tollerare affermazioni sproporzionate nei confronti del nostro Paese”.

Enrico Carrattoni, Psd: “Sottolineo le belle parole di commiato rivolte da Michelotti a Giuseppe Maiani che è una figura da ricordare. E’ stato tante cose nella vita, partigiano, combattente, reggente e anche consigliere come noi in quest’Aula”.

Luca Santolini, C10: “Ho una richiesta per il segretario di Stato Mularoni. Nei mesi scorsi abbiamo letto articoli in cui si citava un progetto su cui il governo sta lavorando insieme al gruppo Mitsubishi su una centrale di autogenerazione che può aiutarci ad essere autonomi per la produzione di energia elettrica. Se ne parlava con toni entusiasti, però a queste dichiarazioni di intenzione non abbiamo avuto alcun tipo di approfondimento”.

Alessandro Mancini, Ps: “Anche il Ps vorrebbe valutare questo progetto di cui da tempo si parla. Ci sono questioni da affrontare, se da una parte la nostra autonomia energetica è un valore aggiunto, poi vorrei capire l’impatto sull’ambiente e nelle relazioni con la vicina Italia. Credo sia arrivato il momento di parlarne e di ponderare bene le scelte. Può essere un’opportunità per il Paese ma deve essere fatta con giudizio e condivisione, mi associo alla richiesta di Santolini di poter valutare quanto prima il progetto”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato: “Ringrazio i consiglieri e faccio una sintesi. A fine 2013 il congresso ha adottato una delibera in cui si parlava di questo progetto avanzato da un gruppo finanziatore canadese, Dundee, che mirava a rendere la Repubblica di San Marino, autonoma sul piano di produzione energia elettrica, era delibera interlocutoria, a fronte della proposta il congresso di Stato aveva chiesto di fare due diligence senza onere. Per parte sammarinese, era previsto un gruppo tecnico di valutazione del lavoro del finanziatore, il gruppo tecnico si è insediato. Siamo nella fase finale del lavoro dell’investitore, cui si è aggiunto come partner economico il gruppo Mitsubishi- Hitachi e un gruppo che si occupa di analisi di impatto ambientale. Il lavoro è appena terminato, la prossima settimana il gruppo tecnico riferirà al congresso di Stato che ancora non ha avuto una sintesi del progetto. Subito dopo è previsto un incontro con tutti i gruppi consiliari da fissare, se c’è disponibilità anche per la prima settimana di giugno. E’ doveroso che tutti siano informati sul progetto. Per quello che ho potuto vedere è un intervento con un impianto di cogenerazione che utilizza il gas naturale che può rappresentare una risposta immediata, nella fase di transizione verso l’energia completamente rinnovabile. Oggi questo stadio non è raggiunto. Determinanti saranno tutta una serie di valutazioni, in primis il rapporto con la vicina Italia, perché il gas trasformato in energia elettrica produrrà più energia di quella che servirà a San Marino. L’investimento si inserisce perfettamente nell’accordo di cooperazione economica con l’Italia che, prevede la collaborazione anche nel campo dell’energia. Il congresso di Stato avrà una relazione del gruppo tecnico la prossima settimana che deve garantire sulle preoccupazioni relativa al rispetto dei parametri per impatto e tecnologie. La locazione sarebbe in una zona industriale ma ancora il congresso di Stato non ha dato alcuna approvazione. Se c’è disponibilità, per la prima settimana di giugno si possano fissare incontri con tutti i gruppi consiliari in modo che tutte le informazioni utili siano date a tutti prima di prendere decisioni. E’ un progetto ambizioso, ci sarà spazio per tutti di interloquire e valutarlo”.

Vladimiro Selva, Psd: “Ringrazio il segretario per il riferimento. Ma su quanto ho sentito, non capisco la definizione di autonomia o maggiore autonomia. Se noi avessimo nel nostro territorio delle risorse proprie di metano, è evidente che saremo più autonomi. Realizzare poi un impiato che brucia gas metano per produrre energia elettrica può avere una logica, ma bisogna capire la potenza dell’impianto. L’autonomia decisionale e la sovranità sarebbero a rischio se è più l’energia da esportare che quella che si utilizza. Servono poi condotte e oleodotti per gas ed energia. Sono curioso di capire questi aspetti e l’impatto sulla nostra sovranità. Vorrei anche che il governo garantisca di non prendere decisioni senza confronto. Abbiamo poi visto che su certi temi la nostra cittadinanza è molto sensibile, non si può poi pagare penali e danni a chi viene a San marino per investire se poi il progetto non è accolto”.

Comma 9, Dibattito sull’esito della consultazione referendaria del 15 maggio 2016

Giancarlo Venturini, Segretario di Stato agli Interni: “C’è stata un’importante partecipazione dei cittadini, lo dimostrano i dati sull’affluenza. I votanti sono stati 16.114 complessivamente, 1.957 in più rispetto al 2014. Solo 64 in più i votanti esteri rispetto al 2014. Rispetto al 2014 è +8% da parte degli elettori interni. Il governo sarà impegnato nei prossimi giorni a dare attuazione alla volontà degli elettori rispetto ai referendum propositivi. Sul referendum abrogativo i no erano superiori ai sì. In Consiglio c’era stato sul tema l’assenso dei due terzi dell’Aula. Una valutazione va fatta, i cittadini hanno riscontrato un messaggio di fiducia e prospettiva nel referendum, per invertire il trend di fuga degli investitori. Sulle preferenze, la volontà popolare intende rivalutare le scelte fatte nel 2008 in Consiglio. Rispetto al tetto stipendi, non dobbiamo nasconderci che qualche problematica in alcuni settori nevralgici del Paese verrà determinata. In particolare per le professioni sanitarie. Dovremo trovare il modo di affrontare ciò”.

Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “La tentazione di mettere le bandierine sui risultati finali è alta. E’ importante invece non banalizzare il risultato. Sul Polo della moda siamo soddisfatti dell’esito referendario, è prevalsa una visione che vuole supportare un investimento economico. Il prevalere dei sì sarebbe stato devastante, perché sarebbe stato il segnale di un Paese che si chiude. La cittadinanza ha compreso l’opportunità di aprirsi. Ci saranno un incremento del PIL, della monofase, degli occupati sammarinesi. Non possiamo fare referendum sugli investimenti. Serve invece una legge a protezione degli investimenti. I tempi affrontati sono stati troppo lunghi, l’insicurezza è deleteria per il Paese. Cerasolo è depressa dal punto di vista economico, il Polo porterà conseguenze positive anche lì. Sul tetto retribuzioni: il quesito come accolto andrà disciplinato. Non c’è stato voto contro l’operato della maggioranza. Il problema che viene aperto riguarda le elevate retribuzioni del pubblico rispetto al privato. La cittadinanza non si è espressa in termini politici, ma di disagio. Serviranno percorsi per far comprendere che questa norma può creare delle complessità. Penso ai medici, a Banca Centrale. Avevamo detto no alla preferenza unica pensando di tutelare le fasce giovani e le donne. Ci sarà un cambiamento nella politica”.

Luigi Mazza, Pdcs: “L’affluenza alle urne è stata forte. E’ un elemento positivo. Nei precedenti referendum la partecipazione è stata più che altro dei sì. Quindi le tematiche erano sentite. Sui risultati, non nascondo che i sì sono al di sopra delle mie previsioni. Indicano anche una sfiducia verso la politica. Gli schieramenti orientati al no erano più ampi rispetto al risultato. C’è chi ha espresso un malcontento. Le forze politiche devono avviare un confronto perché questo aspetto non è da sottostimare. Introdurre un tetto sugli stipendi non crea un sistema che può aiutarci, soprattutto all’ISS. Sul Polo della moda, non credo si possa concludere che c’è un Paese spaccato in due. Hanno votato circa 5.600 persone in meno rispetto alle elezioni politiche. Quei voti molto probabilmente non erano sì. I sì sono andati a votare. Quando sento dire che il Paese è diviso a metà, dico che invece su 22mila interni, circa 7mila hanno votato sì. Non sono la metà”.

Michele Muratori, Psd: “Indicherò quelle che saranno le problematiche e i punti di forza emersi dalla tornata referendaria. Sono soddisfatto rispetto a quanto emerso sul Polo del lusso. La cittadinanza ha riconosciuto la bontà del progetto. Emerge un Paese diviso a metà. Gli elettori sono divisi a metà. Ma non è corretto dire che metà della cittadinanza è contraria al Polo del lusso. Serve una vera e propria riappacificazione con la cittadinanza. Mi preoccupa il tetto sugli stipendi. Non si è tenuto conto delle professionalità che hanno portato eccellenza nel Paese. Il problema riguarda chi ha invece un reddito inferiroe al tetto, ma non se lo merita. Pretendere eccellenza nella Sanità, ma prevedere il tetto, significa volere la botte piena e la moglie ubriaca. La reintroduzione della preferenza agli esteri confermerà i vecchi noti. Il rischio è stravolgere il parere di chi vive nel territorio”.

Paolo Crescentini, Partito Socialista: “I sì rispetto alle tornate referendarie passate sono stati di meno. Il quorum questa volta era più basso. Il Polo della moda porterà linfa al Paese e comporterà forse qualche grattacapo alla vicina Rimini, che si aspettava forse di averlo. Il governo ha sbagliato l’intervento in seno ai quesiti referendari, in particolare sul quorum e sulla preferenza unica. Non erano materia governativa. L’esecutivo avrebbe fatto meglio a concentrarsi sul Polo del lusso e il tetto stipendi. Concentrare gli sforzi sugli altri due referendum può aver avuto un effetto contrario. Sul quorum, ora rischiamo di avere un referendum non dico ogni quindici giorni, ma qualche mese. Penso che chi non è andato a votare era a favore del Polo della moda. Non è corretto dire che il Paese è spaccato su questo investimento. I cittadini ci fanno capire che vogliono essere coinvolti nelle scelte del Paese. Ci dicono anche che bisogna cambiare il modo di fare politica”.

Ivan Foschi, Su: “I comitati sono i veri vincitori. In chiaro-scuro invece la posizione del governo. Noi abbiamo dato indicazioni per due quesiti, riteniamo positivo il risultato su quello del polo della moda, abbiamo invece perso su quello della preferenza unica. Non abbiamo dato nessuna indicazione per gli altri due quesiti su cui avevamo delle perplessità. E’ innegabile che giunga un segnale di critica. Dai partiti sono state date indicazioni differenti. Per il governo è decisamente un avviso di sfatto, ma è anche un segnale di malcontento inviato a Bene comune e a tutta la classe politica. Dietro questo c’è comunque il segnale fallimentare del governo: la disoccupazione ha sforato 1.600 unità e non ha dato inversione di tendenza, il bilancio non ha dato segnali di stabilizzazione, senza parlare dei provvedimenti annunciati e mai portati a compimento. I sammarinesi hanno espresso disappunto verso il governo, ma allo stesso tempo hanno ritenuto di dover mantenere l’unico investimento importante di questi anni. Solo il 23% degli elettori si è espressa in favore dell’abrogazione della variante di Prg. Se guardiamo il dato interno, solo il 35% dei sammarinesi residenti ha votato contro il polo. Non si può dire né che il 50% è contro il polo, né che l’85% è favorevole, come ha detto il governo. Semmai una bella fetta non si è espressa. Esprimo rammarico di Su per la preferenza unica e proporremo un Odg per impegnare forze politiche a dare attuazione quanto prima all’esito del referendum e fare in modo che le nuove regole possano diventare al più presto legge dello Stato”.

Andrea Zafferani, C10: ” Fermo restando il ruolo della democrazia rappresentativa, chi crede come noi nella democrazia diretta, non può buttare i referendum in politica dicendo, da un lato, ‘date un segnale contro il governo’ o dall’altro ‘date un segnale contro la demagogia’, rinunciando a spiegare gli effetti negativi o positivi dei quesiti e giocando un’altra partita. Chi crede nella democrazia rappresentativa ha il dovere di analizzare nel dettaglio ogni quesito e cercare di capire se è giusto o sbagliato che passi. Noi abbiamo scelto questo di analizzare quesito per quesito, rispettandoli per la loro dignità. Trattavano temi molto diversi. Per questo abbiamo preso posizione contraria sulla preferenza unica, altre volte una posizione favorevole come sull’abolizione del quorum. Noi anche in futuro analizzeremo i quesiti e gli effetti dei referendum. Il referendum più politico, quello sul polo moda, ha visto i ‘no’ superare i ‘sì’, ma i numeri sono molto vicini e, visto il dispiegamento delle forze in campo, la maggioranza ha ben poco da esultare. Nonostante l’investimento importante, metà di chi ha votato si è opposto al polo della moda. Questo dimostra la sensibilità dei sammarinesi alle tematiche ambientali e una pessima gestione dell’investimento da parte del governo. Qui tutti hanno da esultare: penso in realtà che non possa esultare nessuno, avere un paese diviso a metà su un investimento estero impattante è grave e dà segno della distanza del governo dai cittadini. Se vogliamo dare dignità al referendum occorre farlo su materie davvero sentite, con numero di firme rilevante”.

Elena Tonnini, Rete: “I quesiti approvati vanno presi e applicati. E’ rilevante il dato della partecipazione al referendum, con un quorum del 25%, quasi il 70% dei sammarinesi è andato a votare, superando dell’8% l’affluenza del referendum precedente. Credo non sia poco. In questo senso, l’abbattimento del quorum favorisce la partecipazione alle urne e l’appello alla paura che una minoranza possa incidere sulla maggioranza è stato del tutto infondato. Ora i referendum non vanno interpretati, ma applicati, il referendum sul quorum non chiedeva aumentare le firme, ma di annullare il quorum. Sul polo si è giocato sulla politicizzazione del percorso, il comitato ha promosso il tema ambientale e territoriale, mentre Rete e gli altri consiglieri hanno trattato il tema della convenzione, gli interessi delle lobby finanziarie e immobiliari. Si parla di politicizzare il referendum? Dipende cosa si intenda per politica, per me è tutto ciò che coinvolge la comunità e un referendum in questo senso è politica. Non è invece autoreferenzialità di chi una volta eletto, pensa di non dover dare spiegazioni su quello che fa. L’esito sul quesito del polo della moda è stato chiaro, non ha raggiunto il quorum ma la maggior parte dei cittadini ha detto che vuole vedere realizzato the Market. Vero però che c’è stat un grosso sbilanciamento tra le forze scese in campo. Siamo stati 6 consiglieri su 60 a sostenere i sì. E fuori dall’Aula in proporzione i sì sono stati molti di più. La dice lunga, non c’è nessuna bandierina. Siamo stati attaccati su tutto, noi abbiamo solo coinvolto la gente sui contenuti della convenzione, cosa che era da fare molto prima, affinché il voto su convenzione fosse consapevole. Lo rifaremmo volentieri. Ora faremo in modo che i tre referendum possano essere recepiti in modo diretto, senza troppe interpretazioni ed escamotage”.

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