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Repubblica di San Marino, referendum 2015: la posizione e le motivazioni di PSD

da Redazione

Continua la campagna di adesione del PSD con un cena conviviale, svoltasi venerdì scorso, nel corso della quale ha approfittato per ricordare ai propri simpatizzanti anche un’altra campagna: quella referendaria.

Il nocciolo della serata al Ristorante del Garden di Cailungo è stato l’invito a recarsi domenica alle urne, naturalmente votare quattro “NO” e farlo consapevolmente.

Ed è con l’obiettivo della consapevolezza che, relativamente al Polo della Moda, da sabato sono comparsi in primi ‘infopoint’ per illustrare dettagliatamente i contenuti della Convenzione.

Ospite della serata il candidato alle elezioni comunali di Rimini Francesco Bragagni, il quale ha avuto modo di confermare come l’insediamento del Polo della Moda, nel caso di un respingimento sammarinese, non dispiacerebbe affatto a loro.

Il Capogruppo Giovagnoli ha dato informazioni anche sugli altri tre quesiti: preferenza unica, tetto stipendi, quorum.

Preferenza unica. La motivazione a monte del quesito è la volontà di cancellare dal quadro elettorale politico le cordate. Questo era possibile con le sei preferenze di un tempo, ma ora sono solo tre. Ridurre ulteriormente la scelta significherebbe tagliare pure la possibilità di entrare in Consiglio a giovani e donne. Ne trarrebbero vantaggio i soliti noti, frenando quel percorso al rinnovamento della politica che tutti ritengono necessario; il NO al contrario fungerebbe da freno alla frammentazione partitica, basata su una marcata personalizzazione del voto.

Tetto stipendi. Un’idea prettamente demagogica che entusiasma soprattutto chi non tiene conto di alcune considerazioni. Attualmente il tetto massimo degli stipendi è di 150 mila euro annui, il quesito chiede di abbassarlo a 100 mila. Gli stipendi cosiddetti d’oro, cioè quelli che sono oltre questa la cifra, sono 25, distribuiti fra Sanità, Tribunale e alti funzionari di Banca Centrale. Tagliare senza affrontare debitamente il concetto di meritocrazia significherebbe invogliare i più professionalmente preparati a cercare lavoro lontano dalla Repubblica, dove è il mercato del lavoro a determinare gli emolumenti.

Quorum referendum. Senza quorum significherebbe concedere ad una qualsiasi minoranza di decidere per tutto il Paese. Il quorum viene raggiunto se i SI ottengono il 25% dei voti. Forse si sarebbe potuto proporre, anziché un costoso referendum, un emendamento alla Legge: sempre il 25% ma dei votanti.

Insomma, il Psd invita i sammarinesi ad andare a votare il 15 maggio e VOTARE QUATTRO VOLTE NO”

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