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Italia, art bonus: il bilancio provvisorio del Governo Renzi

da Redazione

In 15 mesi ben 790 “mecenati” hanno finanziato subito 225 enti pubblici per un totale di 34 milioni di euro.

 

di Daniele Bartolucci

 

Dopo aver lanciato l’Art Bonus nel 2014, il Ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, ha iniziato a raccogliere i primi risultati e subito 790 mecenati hanno risposto in massa all’appello in soccorso della cultura, donando ben 34 milioni nei primi 15 mesi. Cifra che il Ministero punta a raddoppiare grazie all’interesse di sempre più enti locali che non hanno effettivamente le risorse per realizzare tanti progetti, e le imprese, avvantaggiate dagli sgravi fiscali del 65%. In Italia, dopo anni di polemiche sul patrimonio artistico un po’ abbandonato a se stesso (o allo Stato che non sempre riesce a farsene carico), pubblico e privato hanno trovato finalmente un accordo, introducendo il principio per cui, oggi, “restaurare conviene”. La versione contemporanea di Mecenate è attratta dal beneficio fiscale, la detrazione del 65%, sulle erogazioni in denaro a favore di monumenti, istituti, biblioteche, teatri pubblici. A comunicare i dati è stato qualche settimana fa il Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, insieme con il sindaco di Torino e presidente dell’Anci, Piero Fassino: gli enti beneficiari delle erogazioni liberali sono stati 225, di cui 134 comuni, 16 teatri di tradizione, 11 fondazioni lirico-sinfoniche. “Per introdurre la cultura del mecenatismo nel nostro Paese serve tempo, ma i risultati dell’Art Bonus per noi sono straordinari – ha commentato Franceschini -. In una fase sperimentale e senza la minima promozione ci sono state piccole e medie donazioni”. Infatti, ad eccezione di Unicredit che ha donato milioni di euro per l’Arena di Verona non c’è stata una ressa da parte delle grandi aziende. Per questo il Governo (come ha “stabilizzato l’Art Bonus al 65% e reso permanente, quindi le grandi imprese non hanno davvero più alibi”. Secondo i dettami della cultura d’impresa “la valutazione sull’impatto sociale di una grande impresa va misurato anche in base a quanto dona per il recupero e la tutela del patrimonio”. I moderni epigoni di Mecenate sono stati prevalentemente persone fisiche (il 73%), seguite dalle imprese (20%) e dagli enti (6%). Le persone fisiche hanno donato in media 1670 euro, le imprese 167.290 euro e gli enti 132.152 euro. Tra gli interventi finanziati c’è quello per l’Arena di Verona (costo complessivo 14 milioni) per il quale Unicredit ha versato 7 milioni. Ma anche quello per la basilica della Santissima Annunziata. E, sempre a Firenze, alcune sale degli Uffizi sono state riallestite grazie alla donazione di 600 mila euro del Gruppo Ferragamo. In provincia di Lecce, rinascerà l’abbazia di Santa Maria di Cerrate. Come detto il Governo si attende molto di più: “Siamo solo alla punta dell’iceberg”, ha commentato Franceschini, che ha ricordato come bisognerà attendere le dichiarazioni dei redditi per conoscere i dati che potrebbero essere di tre, quattro volte superiori. Se poi ci fossero anche le grandi imprese sarebbe un successo senza precedenti, di qui l’appello del premier Matteo Renzi agli industriali: “Investite in cultura, perché la nostra ricchezza che ci rende una superpotenza è la cultura che è stata sviluppata con i mecenati, cioè con quegli imprenditori del passato che hanno sentito il dovere di restituire parte dei loro beni realizzando quanto ci è invidiato da tutti”.

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