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Commissione sanità: investimento dei fondi pensione in gestori internazionali

da Redazione

Il dibattito si conclude con la decisione del segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, di organizzare un’audizione con il consiglio di Previdenza in Commissione consiliare a giugno. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – I lavori della Commissione consiliare partono dall’esame del Comma 3, la mozione, conseguente alla trasformazione dell’interpellanza d Rete sull’investimento dei fondi pensione in gestori internazionali e sull’incarico di consulenza attivato dal Comitato Esecutivo Iss. Il dibattito si conclude con la decisione del segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, di organizzare un’audizione con il consiglio di Previdenza in Commissione consiliare a giugno.

Si passa quindi al Comma 2, dedicato a quattro progetti di legge su volontariato e associazionismo: il primo presentato dalla maggioranza, il secondo dalle segreterie di Stato per la Sanità e la Cultura, il terzo da Upr e l’ultimo da Civico 10. Filippo Tamagnini, Pdcs, relatore del Pdl dei gruppi di maggioranza, auspica all’inizio del dibattito che “ci sia la possibilità di unire in un unico Pdl gli sforzi di tutti”. L’invito è accolto: i segretari di Stato Mussoni e Giuseppe Maria Morganti, annunciano il ritiro del proprio progetto normativo, in quanto integrato dalla proposta della maggioranza. Anche i commissari di Upr e Civico 10, Nicola Selva e Franco Santi, concordano nel ritirare i propri progetti di legge, riservandosi la presentazione di emendamenti per modificare la versione dei gruppi di maggioranza. I lavori si concludono poco dopo l’avvio dell’esame dell’articolato che riprenderà nel pomeriggio.

Di seguito una sintesi degli interventi della mattina.

Comma 3 “Mozione, conseguente alla trasformazione dell’interpellanza presentata dal Consigliere Elena Tonnini per chiarimenti sull’investimento dei fondi pensione presso gestori internazionali e sull’incarico di consulenza attivato dal Comitato Esecutivo Iss”.

Elena Tonnini, Rete: “La nostra interpellanza nasceva a seguito di una verifica rispetto all’investimento di 10 milioni su un fondo lussemburghese, quindi estero. L’interpellanza voleva capirne l’intento e perché era stato nominato un tecnico. La risposta all’interpellanza è molto tecnica e punta sul concetto delle forme alternative di investimento. Noi ci siamo confrontati con i nostri tecnici, come Beppe Scienza, che ha sottolineato i rischi di queste forme di investimento. Rispetto a questo fondo non si sa cosa ci sia dentro. Questa opacità è un rischio elevato. Ci sono cose prive di benchmark, non quotate. Non è inoltre liquidabile. Condividiamo però la scelta del Consiglio di previdenza di diversificare i fondi. Il secondo punto importante: è stata data la gestione in mano a un tecnico. Non dico che il Consiglio di previdenza non si debba appoggiare a un tecnico. Però poi la gestione la deve fare direttamente, sentito il tecnico. Così avrebbe un controllo continuo e specifico, quindi trasparente, su quello che avviene. Chiedo al segretario di Stato di capire cosa è successo in questi mesi con i 10 milioni, dove sono, se i fondi sono tornati e sono stati reinvestiti. Come mai si è evitato di gestire direttamente in fondi? Si vuole considerare questa opzione? Si sta continuando a investire altri fondi in questo tipo di titoli? Quanti? Dove?

Franco Santi, Civico 10: “Il Consiglio per la previdenza e il comitato amministratore di Fondiss necessitano di una struttura specializzata, quindi di un supporto tecnico, per poter predisporre una serie di investimenti che rispondono all’esigenza della diversificazione, che è una buona cosa. Abbiamo fatto assieme a Rete e Sinistra Unita una proposta per poter garantire l’investimento delle risorse che lo Stato ha in questo settore, per fare una sorta di società di gestione unica. La proposta non è stata accolta dal governo”.

Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “La risposta all’interpellanza mi sembrava esaustiva. Il ragionamento di Santi e Tonnini è condivisibile in parte, come indirizzo. Avere i fondi pensione investiti nelle nostre banche è stato in passato importante, ma in una logica di prospettiva può essere sbagliato. Sia per un fatto di rendimenti, che di sicurezza. Altrimenti il rischio delle banche diventa il rischio dei fondi pensione. Oggi l’investimento fuori dal Paese è il 3,5%, quindi quasi nullo. Il gestore ha sede legale a Londra, il fondo in Lussemburgo. Prima dell’investimento i 10 milioni risultavano depositati sui conti correnti nelle banche sammarinesi. Il tasso era quello dello 0,20 a sei mesi. Si commenta da sé. Oggi solo il 3,75% dei fondi pensione è stato realmente diversificato. Il resto rimane investibile in liquidità. Sarebbe opportuno procedere ancora con la diversificazione dei rischi. E’ nell’interesse dei lavoratori e dei pensionati. Il Consiglio di previdenza continuerà in questo senso con un nuovo regolamento. Il processo dovrebbe avvenire gradualmente, senza stravolgere l’assetto attuale. Mi viene riferito che il Consiglio di previdenza non ha un atteggiamento superficiale su questo tipo di operazione. Confermo l’indirizzo politico, rispetto a questo investimento sono a disposizione per fornire informazioni nuove, che al momento non ho. Il Consiglio di previdenza, credo, sarà lieto di fare audizioni”.

Elena Tonnini, Rete: “Mi aspettavo qualche risposta in più. Il segretario di Stato ha letto l’interpellanza, che avevo già letto. Non ci sono state risposte alle mie domande. C’è l’intenzione di continuare in questo indirizzo? Le risposte che ci sono state date fanno emergere i rischi che ci sono. Il profilo di rischio non è in linea con le necessità dei fondi dei nostri lavoratori, che devono essere trasparenti. E’ una scelta inopportuna e discrezionale. Questo fondo è rischioso e pericoloso, perché è opaco. I fondi possono essere dall’altra parte del mondo, probabilmente lo sono. Non esistono solo due opzioni: le banche sammarinesi o i rischi. Per esempio la gestione diretta attraverso titoli di altri Stati, altri tipi di diversificazione” .

Guerrino Zanotti, Psd: “Rispetto all’attività del Consiglio di previdenza ci deve essere chiarezza e trasparenza negli investimenti. Le risorse sono dei lavoratori, non sono risorse loro. Il Consiglio per la previdenza, che gestisce risorse ingenti, le uniche vere nella Repubblica, ha una responsabilità enorme. Pesa su di esso il fatto di dover rendere conto di una gestione che non è utile affinché i fondi accantonati diano la prospettiva che si pensa. Ha quindi necessità di essere, diciamo, performante. Questa decisione, da quanto so, è stata travagliata all’interno del Consiglio di previdenza. Si stanno valutando altri tipi di investimenti per seguire i principi della sana gestione, quindi diversificare al massimo, sia come tipo di investimento che come luogo. Sarebbe utile un riferimento in aula del Consiglio di previdenza”.

Franco Santi, Civico 10: “Dobbiamo ragionare a 360°. E’ importante ragionare sul sistema bancario e finanziario sammarinese. Si parla del futuro di tutti noi. Mi sento di denunciare ancora una volta una mancanza della politica in questo Paese in merito a queste problematiche. La previdenza è collegata a questo aspetto. Avevo chiesto al segretario di Stato indicazioni su un possibile testo di riforma perché bisogna trovare ormai una sintesi fra le forze politiche. Siamo già in ritardo per intervenire sulla riforma delle pensioni. In questo Paese siamo abituati a rinviare le cose difficili e complesse, come questa”.

Augusto Michelotti, Sinistra Unita: “Questa dei 10 milioni era stata presentata come una prova, un esperimento. Sembra sia andata bene. C’è stato un ritorno del 18% annuo. Mi sembra addirittura una cosa spropositata. C’è però un problema di trasparenza. Chiedo al governo se questo esperimento sarà portato avanti ancora, e in dimensioni diverse”.

Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità “Mi piace l’idea di Zanotti per un’audizione in Commissione. Chiedo al presidente di fissare l’audizione con il consiglio di Previdenza in Commissione Sanità per i primi di giugno. Porterò proposte in tema di Sanità. La situazione in questo momento è stabile, sotto controllo. Nel referendum su Fondiss emerse la paura di avere investimenti sbagliati fuori dal territorio. Oggi mi fa piacere sentire invece che l’indirizzo deve essere quello. Non possiamo pensare che il Consiglio di previdenza faccia scelte improvvisate. Il fatto di avere un consulente è fisiologico. Chi voleva spaventare la gente con il referendum su Fondiss oggi dice che bisogna diversificare”.

Elena Tonnini, Rete: “Sulla possibilità di fare una Commissione straordinaria con il Consiglio di previdenza, credo sia opportuno. Che non si arrivi però in Commissione con un blocco da 80 pagine da valutare. L’eventuale relazione andrebbe depositata 3 o 4 giorni prima, per permettere ai commissari di prepararsi. Dico al segretario che quella di rimanere all’interno del territorio è una lotta che avete fatto voi, non noi. Concordo con Santi quando dice che uno studio sul sistema finanziario va fatto. Perché le banche verrebbero messe in difficoltà”.

Comma 2. Esame in sede referente dei progetti di legge:

a) i) Progetto di legge “Legge in materia di associazionismo” (presentato dai Gruppi Consiliari della Coalizione San Marino Bene Comune)

ii) Progetto di legge “Legge sul Volontariato” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale e dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura) /RITIRATO

b) Progetto di legge “Legge sulle Associazioni non lucrative e sulle Fondazioni” (presentato dal Gruppo Consiliare Unione per la Repubblica) /RITIRATO

c) Progetto di legge “Legge sul volontariato e l’associazionismo e la Consulta” (presentato dal Gruppo Consiliare di Civico10) /RITIRATO

Dibattito:

Oscar Mina, Pdcs, presidente: “Sarà un dibattito unico sui quattro progetti di legge, visto che la materia è comune. Informo sulla richiesta pervenuta da Patrizia Gallo, per la Commissione Pari opportunità, di partecipare alla riunione odierna. Dovrebbe arrivare a minuti a titolo consultivo. Vi è stato già consegnato il primo progetto con il testo emendato”.

Filippo Tamagnini, Pdcs, legge la relazione del Pdl di maggioranza: “Il progetto di legge sull’associazionismo è teso promuovere l’associazionismo sociale e culturale in Repubblica, quale strumento di aggregazione tra persone che, senza fini di lucro, si impegnano a favorire la socializzazione, l’integrazione e la crescita culturale dei cittadini. Le tipologie associative disciplinate alla presente legge sono così classificate: associazionismo del volontariato sociale e solidale; associazioni e cooperative sociali e culturali senza fini di lucro; associazioni socio-culturali. Sono escluse dalla presente normativa partiti e movimenti politici, associazioni professionali, sindacali e dei datori di lavoro, sportive, gli enti ecclesiastici e religiosi, gli enti creditizi senza fine di lucro, i trust, le fondazioni. Le tipologie associative potranno usufruire di agevolazioni in relazione al proprio status di iscrizione al registro di associazioni no profit che viene istituito all’articolo 12. Una novità rilevante riguarda la redazione del bilancio che, nel caso di associazioni con ricavi inferiori a 25 mila euro, potrà essere fatto avvalendosi del supporto dell’ufficio di Segreteria della Consulta, alleggerendo enormemente le pratiche burocratiche. L’articolo 7 identifica altre agevolazioni riguardanti imposte e tasse e la concessione in uso di sale e attrezzature di proprietà dello Stato. Viene inoltre istituito un fondo per la promozione delle attività delle associazioni, gestito dalla Consulta, qui viene dato mandato di destinare direttamente i fondi alle associazioni che presenteranno progetti negli ambiti previsti dalla proprie finalità. Viene rivista la nomina del presidente della Consulta e del Coordinamento che sarà composta da 7 rappresentanti nominati tra i presidenti delle associazioni. Nell’articolo 19 si dà mandato alla Consulta di promuovere tutte le attività utili allo sviluppo della cultura del gratuito, della solidarietà, dell’accoglienza e della mondialità. La normativa attuale riguardo la nomina del presidente della Consulta verrà applicata alla scadenza naturale degli attuali organismi della Consulta. In via transitoria, invece, le associazioni attualmente iscritte alla Consulta verranno automaticamente iscritte nel Registro delle associazioni no profit sulla base della finalità indicata dallo Statuto.

Oltre ai progetti di legge delle segreterie, di C10 e Upr, sappiamo ci sono emendamenti presentati anche da altre forze politiche, speriamo ci sia la possibilità di unire in un unico Pdl gli sforzi di tutti”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione: “Il testo che abbiamo sottomano ha richiesto molta elaborazione. Lo Stato ha impegnato una riforma degli istituti che regolano i rapporti con l’associazionismo e su questo argomento si sono sedimentate una serie di proposte per favorire una maggiore integrazione del no profit nella realtà sociale della Repubblica. Ciò ha consentito di giungere ad una sintesi che richiederà ulteriori interventi, frutto del dibattito della Commissione. Siamo al lavoro per giungere ad un testo condiviso al mille per mille. Il testo integra il Pdl della maggioranza, ma agisce nella direzione di unificare il testo già presentato congiuntamente segreteria con la Sanità sul volontariato. Ci sono alcune novità che prendono origine dai testi presentati e giacenti negli anni e dalle proposte fatte dai rappresentanti di C10 e di Upr che hanno presentato altri Pdl in materia. Il confronto con tutte le forze politiche è stato serrato e tutti hanno portato sollecitazioni che sono state acquisite per quanto possibile. Obiettivo è dare forza e sostanza al lavoro della Consulta delle associazioni, se ha potere di gestire risorse anche in termini di personale. L’articolo 7 con incentivi e aiuti alla associazioni: monofase agevolata, utilizzo di strutture e personale pubblico, possibilità di avere rimborsi defiscalizzati fino a 5 mila euro. C’è un emendamento che ne chiede l’abolizione, ma è una possibilità introdotta per le società sportive, mi sembrerebbe incongruo renderlo possibile per loro e non per le altre associazioni no profit. Quindi introduciamo anche la possibilità di detrazioni dei costi per chi si iscrive alle attività delle associazioni. La Consulta viene enormemente potenziata, le associazioni tramite i loro rappresentanti potranno gestire un fondo loro, dato alla gestione diretta dalla Consulta. Il fondo è costituito anche da altre azioni: una piccola percentuale dei risultati attivi delle singole associazioni, patrimoni conseguenti allo scioglimento di associazioni etc. Le funzioni della Consulta sono quelle di coadiuvare le singole associazioni, per esempio, chi non può rivolgersi ad un avvocato”.

Osca Mina, Pdcs, presidente: “Chiedo al segretario di Stato di precisare che progetto di legge ii) sia ritirato”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Chiedo il ritiro del progetto integrato in questo testo unico che recepisce il progetto sul volontariato già discusso in Commissione. C’è grande soddisfazione del lavoro svolto con la segreteria per la Cultura e i tecnici, è un grande risultato. Sono stato presidente della Consulta delle associazioni per diversi anni e uno dei temi era quello di dare strumenti e autonomia alla Consulta e questo Pdl coglie questo obiettivo. E’ un progetto che qualifica il mondo dell’associazionismo e del volontariato che per la prima volta viene riconosciuto nel Paese in modo ufficiale seguendo le direttive della definizione dell’Ue, quale una della dimensioni principali della democrazia e della partecipazione attiva. Si vuole dare una risposta organica al no profit e al terzo settore che come governo e maggioranza riteniamo un settore fondamentale che può dare molto in termini di solidarietà e donazione e può anche dare, con dovuta maniera, un aspetto di tangibilità economica quale portatore di valori e di economie nel Paese. E’ un inizio molto importante per questo Pdl, per lavorare nel terzo settore nei prossimi anni”.

Oscar Mina, Pdcs, presidente: “Riconfermo il ritiro sul progetto del volontariato. Passiamo al punto B e do la parola al commissario Selva per Upr per la presentazione del Progetto “”Legge sulle Associazioni non lucrative e sulle Fondazioni”.

Nicola Selva, Upr: “E’ un settore che sta progressivamente aumentando nel Paese, si tratta di progetti costituiti sotto forma di associazioni, il no profit sta andando in netta controtendenza rispetto alla crisi economica che non l’ha frenato, anzi ha dato una spinta alle associazioni di volontariato attive sul territorio. La legge cercava di dare organizzazione a tutta la tematica. Ci sono a San Marino numerose associazioni, oltre le 200, il nostro approccio su questa legge si fonda sul pieno riconoscimento, sulla tutela della Repubblica e delle sue associazioni verso la libertà di associazione, quale libertà giuridica. Molti aspetti sono stati recepiti nella proposta della maggioranza, molte cose andrebbero puntualizzate, visto l’importanza della legge e gli aspetti recepiti, ritiro il nostro Pdl e mi riservo successivamente di presentare emendamenti”.

Franco Santi, C10: “Anche il movimento C10 ha presentato nel mese di marzo 2014 un testo che voleva raggiungere diversi obiettivi, che sono quelli di dare organicità al settore, riuscire a mettere insieme tutte le norme che regolavano i vari aspetti, ma anche cercare di realizzare collaborazione e interconnessione tra le varie associazioni, per combattere la dispersione di risorse. In questa fase di dibattito vorrei soffermarmi su alcuni aspetti centrali: si vuole dare la possibilità ai cittadini di aggregarsi per scopi senza lucro, per finalità legate alla cultura, all’hobbistica etc., temi molti importanti da un punto di vista educativo. Nel Pdl ci sono tutte una serie di possibilità e deroghe rispetto al lavoro subordinato che dal mio punto di vista diventa un ossimoro. Come C10 abbiamo proposto emendamenti specifici nella speranza che la Commissione possa lavorarci meglio. Sul discorso contributi: in analogia alla legge sullo sport c’è un tetto di 5 mila euro come contributi o rimborsi spesa. Non si può fare un’analogia tra attività sportiva e quella di volontariato. Qui si parla di gratuità,s copi filantropici, etc. mentre l’associazone sportiva ha come finalità la promozione dello sport. Se poi vogliamo introdurre elementi di business, benissimo, ma ci sono altre forme giuridiche. Qui invece stiamo parlando di solidarietà e principi di gratuità. Condivido invece le agevolazioni per il settore, ma non l’apertura ai dipendenti pubblici e pensionati fino a quel limite di 5 mila euro, come contributo e/o rimborso spese per prestazioni: è una cosa che non va bene con le finalità dell’associazionismo. Poi si dice persino che un socio può diventare dipendente e questo è molto sbagliato. Ritireremo il nostro progetto ma presenteremo emendamenti in questo senso”.

Massimo Cenci, Ns: “Condivido l’impostazione per arrivare ad un unico Pdl. D’accordo con quanto detto da Morganti, ora facciamo un ragionamento sull’impostazione attuale. Vorrei però puntualizzare che abbiamo inserito in questa legge elementi che non sono esattamente propri, abbiamo copiato sulla normativa fiscale articoli di un’altra legge. Mi piacerebbe fare un ragionamento per riportare nell’ambito corretto anche questi articoli. Stiamo discutendo di tre normative di tre soggetti diversi, magari potremmo avere più tempo per studiare emendamenti”.

Oscar Mina, Pdcs, presidente: “Sono d’accordo e sono in favore di fare una pausa alla fine della discussione con l’elenco defgli emendamenti e vedremo di sospendere qualche minuto nel corso dell’esame dei vari elementi”.

Elena Tonnini, Rete: “Ci sono diversi punti positivi nella legge, il fatto di cercare un testo condiviso e trovare agevolazioni per le associazioni, per esempio. Ma sul concetto proprio di volontariato e associazionismo ho fatto fatica a rispecchiarmi. Si parla molto di solidarietà, lasciando intendere che associazionismo vale come una sorta di servizio alla persona che possa anche sostituire lo Stato, per esempio, a supporto dei disabili. Poi sono anche previsti contributi che rischiano di essere di fatto prestazioni a pagamento, quale lavoro subordinato. Bisogna veder che tipo di associazioni nasceranno poi con queste condizioni. Poi ci sono associazioni nate su filantropia e altruismo, temi non affrontati dalle politiche. E’ difficile inserire questo nel vostro concetto di prestazione. La politica forse non ha bene in mente quanto è articolato l’associazionismo. Con questa legge serviranno curriculum, iscrizioni… di fatto è un deterrente per i volontari. Si parla di lavoro retribuito, con il rischio di distorsione. Meccanismi che vanno ad appesantire molto per quelle realtà che vogliono occuparsi di volontariato gratuito. E’ un paradosso interno alla legge. Qualcuno potrà avere un lavoro e anche un secondo stipendio con il “volontariato” nelle associazioni”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Ci si è avvicinati al volontariato con l’obbligo di adeguarsi alle direttive Moneyvall, poi sono stati introdotti interventi che vanno sicuramente ad agevolare il lavoro delle associazioni nell’ambito del volontariato con interventi mirati che valorizzano senza meno un ambito della vita del Paese assolutamente prezioso. Contributo dei 5 mila euro: per dare costanza e regolarità all’impegno dei volontari, ma i compensi sono limitati alla necessità. Questa legge piuttosto vuole portare alla luce e far emergere se ci sono questi compensi. Una volta che sono tracciati in una legge ed erogati, è giusto e necessario che emergano anche all’interno delle possibilità economiche di chi percepisca questi compensi. Si vuole far emergere situazioni già esistenti e dargli legalità e trasparenza. Valuteremo gli emendamenti per l’accoglimento eventuale”.

Giuseppe Morganti, Segretario di Stato alla Cultura: “La finalità era definire i parametri entro cui stare. Va considerato che le nostre associazioni sono piccole, ma non tutte. Carità senza confini e l’associazione oncologica, per esempio, hanno dimensioni per cui una gestione corretta delle attività deve avvenire anche attraverso personale vero e proprio, oltre che volontari. A San Marino, senza questi dispositivi, ‘Medici senza frontiere’ potenzialmente non potrebbe esistere. Si andrà sempre di più verso una situazione con associazioni che dovranno contare sulle proprie risorse interne. Quindi bisogna andare verso sostentamenti che non sono le sponsorizzazioni. Questo è lo spirito, questa è la filosofia. Va consentito uno sviluppo all’attività intermedia che vorrebbe operare in campo artistico e sociale”.

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