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San Marino verso il Referendum Day: come e cosa si vota

da Redazione

Quattro quesiti: addio al quorum, tetto stipendi e Polo del Lusso. Curiosità: per la terza volta si propone la preferenza unica alle elezioni.

 

di Daniele Bartolucci


Il 29 aprile si aprirà ufficialmente la campagna referendaria in vista delle consultazioni del 15 maggio, in cui i cittadini sono chiamati a votare Sì o No a ben quattro quesiti, di cui tre propositivi (preferenza unica, eliminazione del quorum nei referendum, tetto alle retribuzioni dei dipendenti pubblici) e uno abrogativo (Polo del Lusso). Con Decreto Reggenziale 3 marzo 2016 n. 25 è stata infatti fatta la dichiarazione di ammissibilità dei referendum e fissazione della data di svolgimento, vediamoli nel dettaglio.

 

PREFERENZA UNICA: NON C’È DUE SENZA TRE

“Volete voi che ogni elettore, sia il cittadino residente nella Repubblica di San Marino, sia il cittadino residente all’estero, in occasione delle elezioni politiche generali, possa manifestare un’unica preferenza per un unico candidato appartenente alla lista prescelta?”. Questo il quesito a cui i cittadini sammarinesi dovranno rispondere, che ricalca grossomodo quello degli anni scorsi (2003 e 2008) con l’aggiunta dei residenti all’estero nella dicitura, ma la sostanza di fatto non cambia. Se dovesse passare la modifica, alle prossime elezioni – c’è chi dice vicine, chi invece le vede ancora lontane – si assisterà probabilmente ad una campagna elettorale del tutto inedita, con i candidati impegnati in una (si spera sana) competizione “voto su voto”.

 

REFERENDUM PIÙ EFFICACI: CANCELLARE IL QUORUM

“Volete sia modificata la vigente Legge sul Referendum, prevedendo: a) che la proposta relativa ad ogni tipo di referendum sia approvata se ottiene la maggioranza semplice dei voti validamente espressi, eliminando il quorum del 25% dei voti validi previsti dall’attuale legge; b) che l’autenticità delle firme dei sottoscrittori della proposta referendaria possa essere dichiarata e certificata non solo dal Notaio o dall’Ufficiale di Stato Civile, ma anche congiuntamente o disgiuntamente da componenti del comitato promotore del referendum preventivamente indicati, sotto la loro responsabilità penale e civile?”.

Il quesito sui riferendum, quindi, punta a rendere più efficace questo strumento e spingere gli aventi diritto ad andare a votare, evitando l’astensionismo (che equivale a un No, ma abbassa anche il quorum, già difficile da raggiungere a San Marino per via degli elettori dall’estero), ma porta con sé anche il rischio che una “minoranza” di elettori possa cambiare le leggi anche con pochissimi voti.

 

UN NUOVO “TETTO” AGLI STIPENDI PUBBLICI

“Volete che la retribuzione del personale dipendente dello Stato, di Enti Statali o comunque a partecipazione statale, Aziende Autonome di Stato, Istituto per la Sicurezza Sociale, Tribunale Unico, Banca Centrale della Repubblica, comprese le posizioni apicali di tali Enti, non superi Euro centomila annui lordi, comprese indennità e consulenze?”.

Il tema del tetto agli stipendi pubblici è di stretta attualità in tutta Europa e San Marino non ne è esente, anzi, già da qualche anno è stato inserito il limite dei 150.000 euro. Ora si vuole porre l’asticella ancora più in basso, contribuendo alla riduzione della spesa corrente. Di contro, è evidente che un tetto massimo, compreso di ogni benefit, di 100.000 euro (quindi netti molto meno), potrebbe trasformarsi in un forte deterrente per molti professionisti, manager e dirigenti, abbassando quindi il livello qualitativo delle figure apicali delle aziende pubbliche e di tutta la PA.

 

IL POLO DEL LUSSO E IL “PARCO” DI ROVERETA

“Volete voi abrogare la Legge 7 agosto 2015 n.137, intitolata ‘Modifiche alla Legge 29 gennaio 1992 n.7 – Piano Regolatore Generale (P.R.G.) per l’attuazione di interventi di sviluppo economico’?”. Rispondendo a questa domanda, i cittadini potranno decidere di bloccare, di fatto, la realizzazione del Polo del Lusso di Rovereta,il grande outlet della Borletti Group, preservando le aree verdi comunque già oggi circondate da capannoni e costruzioni. Oltre all’ambiente, molti sostengono che tale realizzazione danneggerebbe anche i commercianti di Città, mentre c’è chi sostiene che i visitatori attirati dall’outlet sarebbero comunque “nuovi visitatori”, per cui potenzialmente anche visitatori di tutta San Marino se ben informati, attirati e trasportati. Di contro, hanno spiegato molti dei sostenitori del progetto, la mancata realizzazione arrecherebbe comunque un danno d’immagine al sistema sammarinese, visto che c’è già un accordo e un piano industriale che potrebbero venire stoppati e questo vale per tutti i futuri investitori, che quasi certamente scarterebbero San Marino per le loro iniziative. Infine, l’indotto possibile con la realizzazione (opere di costruzione e servizi correlati) e la gestione (fornitori e occupati) andrebbe perso, probabilmente per sempre.

 

COME E QUANDO SI PUÒ VOTARE

La Segreteria di Stato per gli Affari Interni, in vista dello svolgimento della prossima consultazione referendaria, fissata per il giorno di domenica 15 maggio 2016, ha rammentato e precisato le indicazioni in materia di propaganda referendaria così come prescritte dalla normativa vigente. “Ai referendum di cui ai Decreti Reggenziali 3 marzo 2016 n.25, n. 26, n. 27 e n. 28, è applicabile la disciplina prevista nella Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1”, che fissa la durata della campagna referendaria in quindici giorni, “pertanto la campagna referendaria, dovendo cessare alle ore 24.00 del secondo giorno antecedente a quello del referendum, si apre venerdì 29 aprile 2016 e termina entro le ore 24,00 di venerdì 13 maggio 2016. Prima e dopo il termine di cui sopra è quindi vietata ogni forma di propaganda referendaria con qualsiasi mezzo la stessa sia attuata”. Infatti “a chi svolge qualsiasi attività di propaganda prima dell’apertura e dopo della chiusura della campagna referendaria ed a chi impedisce e turba una riunione di propaganda, si applica la pena disposta dall’articolo 398 del Codice Penale”.

A tal proposito si ricorda che l’affissione del materiale di propaganda può avvenire solo negli appositi spazi stabiliti dalla Commissione Elettorale, attraverso tabelloni collocati nei singoli Castelli. “Pertanto”, ribadisce la Segreteria agli Interni, “solo a far data dal 29 aprile 2016 sono permessi l’affissione e l’esposizione di manifesti o altri stampati, le riunioni, i comizi e le trasmissioni radiofoniche e televisive di propaganda per la prossima consultazione referendaria”.

 

REFERENDUM SAN MARINO 1906-2014: I SÌ E I NO PIÙ FAMOSI

La storia dei referendum sammarinesi inizia, di fatto, 110 anni fa, con l’Arengo del 1906 che con la vittoria netta dei Sì, segnò il passaggio da una repubblica oligarchica ad una repubblica democratica e rappresentativa. Una storia, di lì in poi, altalenante tra Sì e No, con la spada di Damocle del quorum (raggiunto in rare occasioni) a farla quasi sempre da padrone. Di certo la sconfitta più “socialmente rilevante” è quella del 1982, quando vinsero i No al diritto delle donne a mantenere la loro cittadinanza in caso di matrimonio con cittadino straniero. Nel 1996 ci furono ben 4 quesiti in tema elettorale e passarono tutti: venne introdotto il limite delle 3 preferenze, lo stop ai viaggi pagati dallo Stato agli elettori esteri e il divieto di farlo anche ai partiti. Nel 1997 un’altra importante vittoria dei Sì, che stabilì che le società immobiliari non potessero essere più anonime. Anche nel 1999 vinsero i Sì, confermando la Legge che parificava i generi nella trasmissione della cittadinanza, ma non fu raggiunto il quorum del 32%. Bocciato nel 2003 anche il referendum sulla preferenza unica, così come i 4 referendum del 2005 per modificare la legge elettorale e referendaria e, di nuovo, i quattro referendum del 2008 che volevano abolire il contratto a tempo determinato e i co.co.pro, introdurre la scala mobile e – seconda volta – la preferenza unica. Nel 2011 invece i sammarinesi votano e votano in massa, abrogarono la legge che rendeva più facile la cessione a privati di terreni pubblici. Un’eccezione, visto che nel 2013, sull’avvio della procedura di adesione all’UE e sulla rivalutazione annuale delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti all’inflazione, non si raggiunse il quorum. Infine l’ultima tornata, nel 2014, dove invece il quorum (per la prima volta del 25%) fu raggiunto e passarono entrambi i referendum, su Fondiss e attività di libero professionista per il personale sanitario.

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