Home FixingFixing “Mercato rivoluzionato, ma continuiamo a crescere”

“Mercato rivoluzionato, ma continuiamo a crescere”

da Redazione

Positivo il 2015 della Giochi del Titano, che porta la sua quota tra le case da gioco al 5%. Il Direttore Generale Caronia: “Tra utili e imposte, versati allo Stato oltre 9 milioni”.

caronia

 

 

di Daniele Bartolucci

 

La Giochi del Titano Spa chiuderà il Bilancio 2015 in utile per oltre 2 milioni di euro e più di 9 milioni di euro trasferiti nelle casse dello Stato. Questo nonostante i limiti oggettivi della sua operatività e un mercato stravolto dalla crisi economica e rivoluzionato dall’imponente espansione del gioco online. Ma come ogni impresa privata, e la società Giochi del Titano Spa lo è nonostante la proprietà a prevalenza pubblica (76% dello Stato, 24% della Camera di Commercio), questi risultati sono dovuti ad una pianificazione e programmazione mirate, oltre che ad una gestione efficace, come spiega il Direttore Generale Salvatore Caronia.

Direttore, si appresta a chiudere il suo sesto bilancio: cosa si devono attendere i Soci?

“In verità sarebbe il settimo, essendo arrivato nel 2009, ma anche per il poco tempo a disposizione, il mio intervento, comunque rilevabile, è stato limitato su quell’annualità. Nei successivi cinque anni ho sempre cercato di migliorare la performance della società, tenendo sempre a mente la mission principale dell’azienda, che è fornire provviste allo Stato per le sue funzioni sociali e statutarie. E credo che l’obiettivo sia stato raggiunto, insieme a tanti altri di cui andiamo orgogliosi”.

Può dare una rappresentazione numerica di questo risultato?

“Parliamo del 2015, visto che il bilancio sta per essere presentato: anche questo anno si chiude in maniera positiva, con un +11,91% di ricavi dal core business, il gioco, che sommati ai ricavi dai servizi e della gestione finanziaria arrivano ad un +12,68% rispetto l’anno prima. Questi maggiori ricavi si traducono sostanzialmente in circa 2,1 milioni euro di utili al netto delle imposte. Dico al netto perché, oltre alla tassazione sugli utili come ogni società privata, c’è un’imposta straordinaria sul gioco da assolvere. Questo significa che tra utili, tasse e imposte la Giochi del Titano Spa ha prodotto direttamente per il sistema paese 9.596.562,4 euro”.

Una cifra considerevole, che però non basta a dare la misura del vostro impatto positivo sul territorio.

“Specificando che non facciamo attività sociale, che compete allo Stato come detto, mentre semmai a noi compete fornirgli le risorse per farlo, ci sono dei dati che mettono in evidenza altri aspetti positivi per il sistema paese. Due dati su tutti: nel solo 2015 abbiamo effettuato in territorio acquisti di beni e servizi per oltre 2 milioni di euro e nel nostro organico figurano 88 dipendenti (di cui solo 13 frontalieri, ndr) e 35 collaborazioni”.

Mantenere 140 lavoratori per un’impresa privata in questi anni è stato un compito arduo, quanti di questi avete messo in cassaintegrazione?

“Non abbiamo mai avuto bisogno di ricorrere alla CIG, avremmo potuto giuridicamente, ma non l’abbiamo fatto”.

Più che una scelta, visti i numeri sembra anche una necessità. Di farli lavorare, giusto?

“Esattamente. Nel 2015 abbiamo registrato infatti un +12,24% sugli ingressi. Pur non essendo un dato economico, è un dato rilevantissimo per l’azienda, che si accompagna anche a ben 8.498 clienti nuovi, giocatori che prima di quel momento non erano mai venuti. Un risultato ottenuto grazie anche all’apertura dei nuovi giochi, un investimento che ha dato subito buoni frutti e che contiamo di consolidare nel tempo”.

Parla di clienti e investimenti, ma il settore non era in crisi?

“Se guardiamo alle case da gioco si può parlare di contrazione, ma è anche vero che il mercato è stato stravolto dalla crisi economica, lunga ormai 8 anni. E i dati dicono che quando le cose vanno male il volume d’affari del gioco si riduce, al contrario di quello che si pensa o si sente dire. Non bastasse questo, il mercato è stato anche completamente rivoluzionato dall’online, costringendo il vecchio modello, quello delle case da gioco, a riposizionarsi. E’ ciò che abbiamo deciso di fare e i risultati ci stanno premiando, con un bilancio in attivo”.

Qual è stata e quale sarà la vostra strategia?

“Prima di tutto occorre avere la più ampia gamma di prodotti di gioco: non esiste un gioco che non funziona, ma devo accontentare tutti i gusti ed esigenze. E in questo c’è da rilevare, nel nostro caso, la serie di limitazioni a cui siamo sottoposti. Nonostante ciò abbiamo lavorato e lavoriamo sull’ampiezza di gamma, perché è fondamentale. Quindi nuovi giochi e nuovi servizi. L’altra scelta è che, al contrario di altri competitor, nell’ottica della fidelizzazione del cliente abbiamo deciso di accontentarci di minori marginalità sul business primario, ma agendo su tutte le altre leve, quindi sulla massima efficienza dei costi. Il nostro è un modello organizzativo ideato per ottenere la massima efficienza produttiva, mantenendo però anche l’efficienza massima in termini di sicurezza e rispetto delle norme, perché non farlo, soprattutto in questo settore, creerebbe un disvalore”.

Concetti economici e manageriali condivisibili e noti a chi fa impresa privata, ma c’è anche un altro valore aggiunto, vero?

“Una componente fondamentale è l’allure: un insieme di eleganza e comfort che permette al cliente di percepire subito di trovarsi in un ambiente diverso. Per questo abbiamo elevato tutti i nostri standard qualitativi, come ad esempio il servizio ristorazione: non serviamo piatti preconfezionati, ma solo preparati al momento. Un segno distintivo rispetto al mercato, e ovviamente nemmeno online”.

Tornando al raffronto con le altre case da gioco, a parte l’impossibilità attuale di offrire gli stessi giochi, quanto sono “distanti” dalla Giochi del Titano?

“Escluso l’online per ovvie ragioni, il nostro benchmark sono appunto le case da gioco classiche ed è con queste, nonostante le evidenti differenze che ha già citato, che dobbiamo confrontarci. Se mettiamo assieme i risultati economici di tutte le cinque realtà del contesto italiano, quindi Sanremo, Campione d’Italia, Venezia, Saint Vincent e noi appunto, nel 2015 la Giochi del Titano rappresenta il 5% del mercato della penisola, in crescita dal 4,5% del 2014. Se pensiamo che nel 2008 la nostra quota era solo il 3,3% c’è più di un motivo per essere soddisfatti del lavoro fatto finora”.

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