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Editoriale, San Marino: per un nuovo Umanesimo del lavoro

da Redazione

Sarebbe opportuno che alle parole di Mons. Turazzi seguissero una serie di azioni politiche mirate a ridare slancio alle imprese – il vero volano economico del Paese – e di conseguenza, anche all’occupazione.

 

di Alessandro Carli

 

Il 1° maggio è il giorno nel quale “si celebra il lavoro come diritto, come dovere, come espressione della creatività e responsabilità umana. Si impone anche una riflessione sulla disoccupazione e sulla sicurezza nel lavoro. Ma nel lavoro c’è anche una insopprimibile dimensione di spiritualità”.

Con queste parole il vescovo Monsignor Andrea Turazzi invita lavoratori, imprenditori, dirigenti sindacali, alla solenne celebrazione della Messa alle 11 in Basilica del Santo.

Il tema lanciato dal vescovo per questo maggio dice molto: “Per un nuovo Umanesimo del lavoro. Sì, ma insieme”. Per un nuovo “Umanesimo del lavoro” sarebbe opportuno che alle parole di Mons. Turazzi seguissero una serie di azioni politiche mirate a ridare slancio alle imprese – il vero volano economico del Paese – e di conseguenza, anche all’occupazione.

Per generare economia, è necessario che le aziende della Repubblica vengano messe nelle condizioni di crescere, di continuare a fare impresa. Anche con il supporto della scuola e della formazione. Parimenti, è strategico che il Titano riesca ad attrarre nuovi imprenditori.

Internazionalizzazione delle imprese che già operano a San Marino quindi, ma anche internazionalizzazione intesa come apertura agli investimenti esteri.

Ricordiamo che “imprese” significa lavoro, economia, entrate le casse dello Stato ma soprattutto occupazione. Gli ultimi dati dell’UPECEDS aggiornati al mese di febbraio mettono in luce una fotografia preoccupante: oltre 1.600 disoccupati. Riflettiamo quindi sulle parole del Vescovo. L’Umanesimo pone al centro l’uomo. E il lavoro.

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