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Rimini, visto per voi: “Do l’anima”, la nuova tournée teatrale di Alberto Fortis

da Redazione

L’architetto de “Il duomo di notte”, l’anima (e la sua poesia) l’ha data a piene mani.

 

di Alessandro Carli

 

Il messaggio è stato chiaro sin dalla sua apparizione sul palco del teatro Novelli di Rimini: è bastato guardare il suo abito elegante nero, la sua camminata, le sue calzature caratteristiche (le scarpe da ginnastica con le ali), per capire – perlomeno in parte – a cosa si sarebbe andato incontro nelle successive due ore.

Davanti a oltre 300 persone, martedì 26 aprile, è partito il nuovo tour teatrale di Alberto Fortis, “Do l’anima”, organizzato – per quel che concerne la tappa rivierasca – da Willie Sintucci di Pulp Concerti. E l’architetto del “Il duomo di notte”, l’anima (e la sua poesia) l’ha data a piene mani. Sipario aperto, quasi a voler lasciare che gli spettatori entrassero nel suo mondo, e poi – pianoforte e qualche strumento a percussione, tutti suonati da lui – come spiega bene il titolo del primo pezzo, si spicca il volo. “La partenza”, un po’ parlata e molto cantata, mentre Alberto alterna pianoforte all’armonica a bocca, e poi “Prendimi fratello”, accompagnata dal battimani ritmato del pubblico, e poi ancora “Angelo”, prima di uno dei suoi capolavori più conosciuti, “Milano e Vincenzo”, più “veloce” rispetto alla versione del disco. Dopo essere detto onorato di aprire questa nuovi viaggio a Rimini (“Sono in compagnia solamente degli strumenti: spero di essere degno dell’accoglienza di questa città”), ha proseguito il volo con “La nena del salvador”, e poi ancora “Mi fa strano”, perla che ha anticipato “Tu lo sai”, una delle tracce del nuovo album. Al pianoforte, con luci delicate, ha preso per mano il pubblico per portarlo, ad occhi chiusi, nell’Inghilterra di John Lennon (“Fragole infinite”) per poi riaccompagnarlo nella curva del cuore di “Infinità infinita”. In scaletta chiaramente anche “Il duomo di notte”, “Sindone”, “Do l’anima”, “Settembre”, “Con te”, “La sedia di lillà” (con il palco dipinto di luci viola) e una manciata di omaggi illustri in un medley atemporale (“One” degli U2, “No woman no cry” di Bob Marley, un pensiero a Prince) che ha riunito, in pochi minuti, l’Eden della musica internazionale. L’anima, il cantautore di Domodossola, ce l’ha ancora intatta e piena di luce.

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