Il registro delle opposizioni, che dovrebbe difendere i cittadini dalle chiamate indesiderate a fini commerciali, è nato con due “peccati originali”. Così Giuseppe Busia – Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali – ha presentato, intervenendo a Cuore e denari su Radio 24, quelle che sono a suo parere le criticità di questo strumento, e i possibili miglioramenti auspicati dal Garante stesso. «Il registro delle opposizioni è nato con una legge che ha rovesciato l’onere in capo al consumatore e a vantaggio di chi chiama. Prima dell’istituzione per potermi chiamare a casa era necessario avere un mio espresso consenso, attraverso l’istituzione si è detto “se vuoi evitare che ti chiamino sei tu a doverti iscrivere”» ha sottolineato.
Busia, durante il suo intervento su Radio 24 ha evidenziato la scarsa incidenza del Registro sul numero complessivo delle linee telefoniche italiane: «su oltre 115milioni di linee telefoniche attive – comprendendo anche quelle mobili – negli elenchi ci sono solo 13 milioni di linee fisse, e queste sono le uniche a potersi iscrivere al Registro. Di queste, oltretutto, solo l’1 o il 2% si sono iscritti, è chiaro che in questo modo non possa funzionare».
Tra le cause dei disagi arrecati dal telemarketing, però, Busia riscontra anche una “disattenzione generale” da parte dei cittadini: «troppo facilmente diamo il consenso senza pensarci e senza leggere informative troppo lunghe. – dice su Radio 24 – In questi casi autorizziamo gli operatori a chiamarci anche se ci siamo iscritti al Registro delle opposizioni».
Rispetto alle proposte di miglioramento di questo strumento, Busia ha sostenuto l’importanza di «allargare la possibilità di iscriversi al registro anche ai numeri che non sono in elenco, ma soprattutto di far sì che l’iscrizione al registro cancelli i precedenti consensi dati per le chiamate promozionali permettendo quindi al cittadino di riprendere il controllo dei propri dati».