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Dalla “bassa manovalanza” ad amministratore unico

da Redazione

Pier Giovanni Terenzi (Cotes) si racconta: la scuola, l’università, l’azienda e lo sci. Dal 2009 è impegnato nel sociale attraverso una onlus che aiuta la ricerca medica e scientifica.

Terenzi Pier Giovanni

 

 

di Alessandro Carli

 

Pier Giovanni Terenzi, 53 anni compiuti il 13 aprile, amministratore unico della Cotes spa e Presidente della Camera di Commercio della Repubblica di San Marino. Sposato con Angela, tre figli, ha conseguito il diploma di perito e ha, confida, un piccolo rimpianto, quello “di non aver frequentato l’università”. E’ entrato in azienda molto presto. “Durante le vacanze estive facevo ‘la stagione’ in Cotes – spiega -. Ho iniziato dai cosiddetti ‘lavori bassa manovalanza’ assieme agli operai. Da ‘bocia’ ho capito le basi dell’azienda, le attività pratiche, quelle sul campo. E’ stata un’esperienza molto utile perché mi ha permesso di avere una visione globale dell’impresa”. Dopo il diploma, ha iniziato ad affiancare il padre Gilberto, entrando nel settore amministrativo. “In quegli anni ho cercato di assorbire tutto quello che potevo imparare”. Sia professionalmente che umanamente: “Era un uomo molto modesto, che non ha avuto la possibilità di studiare ma che aveva una grande certezza: la famiglia. Per lui, come per me, è un caposaldo”.

Il suo primo, grande impegno istituzionale è stato quello di Presidente di ANIS, giunto dopo un triennio da Consigliere e un altro da Vicepresidente. “Sono entrato nell’Associazione da giovane: avevo ancora ‘i calzoncini corti’. In ANIS ho avuto l’onore di conoscere molti grandi imprenditori ‘vecchio stampo’ che hanno fatto la storia e l’economia della nostra Repubblica, uomini che avevano molti tratti in comune con mio padre. Persone semplici, che si erano fatte da sole e che erano molto essenziali: non erano dei raccontastorie, ma precisi, misurati e molto decisi. Andavano subito al punto. In alcuni di loro visto quel quid, quella capacità di saper intercettare il futuro, di essere lungimirante. Se solo un decimo delle loro affermazioni e ‘visioni’ fossero state ascoltate e applicate, oggi a San Marino avremmo tanti giovani molto preparati, capaci di portare avanti le sorti del nostro Paese”.

Pier Giovanni Terenzi fu nominato Presidente di ANIS esattamente 10 anni fa, nel 2006.

“Da un punto di vista personale – ricorda – si è trattato di un incarico estremamente gratificante, che mi ha permesso di contribuire attivamente alla crescita del sistema ma anche di vivere una serie di esperienze la cui valenza, da fuori, difficilmente si può comprendere pienamente. Sin dal primo Consiglio Direttivo abbiamo deciso di impegnarci a evidenziare il vero volto dell’economia sammarinese, un volto sano, fatto di aziende che producono economia reale, che si impegnano con etica e professionalità e riescono ad emergere nel contesto nazionale italiano e internazionale”. Una mission sfociata nelle tre edizioni del forum Ambrosetti, uno dei momenti – sotto il punto di vista del confronto e dei relatori intervenuti – più fertili per il Paese.

Una vita piena di impegni di lavoro, quella dell’amministratore unico di Cotes. Eppure – quasi a voler confermare il celebre detto “volere è potere” – riesce a trovare tempo da dedicare anche ad altre iniziative. “Da sempre, ossia da quando mi ricordo, ho sempre praticato sport. Da giovane mi sono dedicato la tennis, al calcio, al nuoto, eccetera. Oggi corro a piedi e scio, una disciplina, quest’ultima, che ho conosciuto quando avevo circa 20 anni e che ancora oggi, qualche volta all’anno, riesco a praticare assieme a un gruppo di amici”. Nel gruppo di appassionati della neve, anche alcuni imprenditori associati ANIS. “Amo molto la montagna. Anche nei momenti di risalita con la seggiovia, anche per soli cinque minuti, trovo un grande relax. La natura, l’aria, il bianco della neve, la pace riescono a farmi ‘staccare’ e a darmi molta energia”. Insomma, mens sana in corpore sano.

“Lo sport, nella mia visione, deve unire divertimento e fatica perché alcuni risultati si possono ottenere solo attraverso l’allenamento. Ci vuole metodo e costanza”.

Anche nel lavoro. “Sì, certo. Occorre dedicare tempo ai progetti, pianificare nei dettagli ogni passaggio. Un successo che arriva dopo un percorso anche faticoso ti dà molte più soddisfazioni perché te lo sei guadagnato e sai gli sforzi che hai dovuto affrontare e superare”.

E il suo lavoro ha un nome, Cotes appunto. “E’ stata fondata da mio padre. Dopo aver lavorato come dipendente per un’azienda di Rimini che si occupava di telefonia, alla fine degli anni Settanta ha deciso di mettersi in proprio e realizzando sul territorio sammarinese impianti d’utente e piccoli interventi di rete per conto della SIP. Non è facile definire la nostra attività. Faccio un esempio concreto: un’azienda di produzione crea un prodotto x e lo esporta. Noi non costruiamo manufatti ma reti. E le reti vanno fatte in loco”.

Come in Toscana, in Emilia Romagna, in Umbria. Tutte regioni nelle quali Cotes è presente da tempo.

L’imprenditore poi è anche impegnato in ambito sociale attraverso la Fondazione Gilberto Terenzi – onlus, fondata nel 2009 assieme alla moglie Angela e alla madre Teresina Mussoni per aiutare la ricerca scientifica e medica. Un aspetto umanitario che gli ha fatto accettare la prova, due anni fa, dell’Ice bucket Challenge.

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