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San Marino, l’occupazione spinge la ripresa dei consumi, che c’è già

da Redazione

Ogni nucleo familiare dichiara in media oltre 40mila euro di redditi, per una spesa che sfiora i 30mila: purtroppo più di un acquisto su quattro è effettuato fuori dal Titano.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’economia sammarinese sta crescendo, lo dicono i dati statistici degli ultimi mesi e lo ha confermato – finalmente – anche il Fondo Monetario Internazionale. I numeri sono ancora piccoli, ma ci sono performance interessanti in diversi settori, come ad esempio quel +9% registrato dal manifatturiero nel 2015, che ha portato come prima conseguenza oltre 220 occupati in più nelle industrie. L’altro dato da monitorare, è l’andamento dei consumi, sintomo dell’effettiva ripresa economica. E anche i consumi stanno ripartendo.

 

DATI POSITIVI DA DUE ANNI: LA SPINTA DEGLI OCCUPATI

L’occupazione è il primo fattore di crescita di un Paese, si potrebbe semplificare: perché più persone lavorano, più aumenta il reddito famigliare e, di conseguenza, possono aumentare anche i consumi. Lo si vede in Italia, dove l’anno scorso – complici i decreti del Jobs Act e delle decontribuzioni previste in finanziaria – è diminuita la disoccupazione e a fine anno l’Istat ha certificato che i consumi privati hanno messo a segno il rialzo più forte da oltre cinque anni, ovvero un +1,3% tendenziale. A San Marino si potrebbe quindi ipotizzare lo stesso trend, visto che ci sono finalmente i segnali giusti: aumentano le imprese e cresce anche se di poco l’occupazione. Senza dimenticarsi dell’aumento, su base annua, dei redditi, confermato anche dal fatto che già nel 2014 sono diminuite le famiglie che con il proprio reddito mensile non riescono a coprire le spese dello stesso periodo temporale (nel 2013 erano il 3,1%, nel 2014 solo il 2,6%).

Senza impelagarsi in proiezioni statistiche, i dati a disposizione già raccontano una situazione positiva in questo senso. Tenuto conto che il reddito famigliare medio, stimato dall’Upeceds nell’indagine sui consumi e lo stile di vita delle famiglie sammarinesi, è cresciuto sia nel 2013 che nel 2014, attestandosi a 40.038 euro, per il 2015 si può ipotizzare un nuovo aumento. Questa stima è data soprattutto dal fatto che il monte salari di tutti i dipendenti (che come detto sono aumentati ancora) è cresciuto ancora, arrivando a quota 506.093.696 euro, nonostante il calo del settore pubblico allargato, che ha registrato circa 1,2 milioni in meno dovuti principalmente alla diminuzione di dipendenti occupati. Se il reddito famigliare cresce è logico aspettarsi quindi un aumento dei consumi, cosa che in effetti è già avvenuta nell’ultimo periodo (si veda la tabella): dopo il calo registrato nel 2012, l’anno più difficile per i sammarinesi, con tutti gli indicatori negativi (riduzione del reddito medio e della spesa famigliare), i consumi sono aumentati per due anni consecutivi, anche se, tradotti in numeri, ancora non in maniera significativa. Dai 2.357,7 euro di spesa mensile media di ogni famiglia sammarinese nel 2012, infatti, si è passati ai 2.443,03 euro del 2013 e poi ai 2.446,98 euro del 2014. Tecnicamente si tratta più di una stabilizzazione e non di un aumento, ma è obiettivamente falso parlare di “crollo dei consumi”, che non si è verificato, nonostante molti fattori nel 2013 e nel 2014 fossero ancora negativi, a partire dall’occupazione in flessione.

 

LA CRESCITA DEL CIRCUITO SMAC: GLI SCONTI VOLANO

Se per il 2015 non sono ancora disponibili i dati sui consumi delle famiglie sammarinesi, ci sono comunque diversi indicatori che permettono di analizzare la situazione, oltre ai già citati dati dell’occupazione. Uno di questi è senza dubbio il circuito Smac, che non ha risentito dell’implementazione “fiscale” e prosegue la sua crescita costante dal 2010. Se nel 2010, infatti, c’erano solamente 38.710 card attive (di cui il 51,5% intestate a sammarinesi), nel 2015 sono arrivate ad essere ben 51.881 (di cui il 51,1% ora sono intestate invece a non sammarinesi). Tolto il “buco” del 2013, dove sono diminuite sensibilmente (ma come detto, non è altro che la conferma di quanto avvenuto l’anno prima, con gli indicatori tutti negativi), le card attive sono aumentate sempre, di anno in anno, a riprova che il circuito Smac funzionava prima e funziona ancora oggi, nonostante il suo essere diventato anche strumento di controllo fiscale, per la certificazione dei ricavi degli operatori economici. Anzi, probabilmente questa nuova funzione, poiché abbinata alle deduzioni fiscali di ogni singolo intestatario (sammarinese o frontaliero), potrebbe aver favorito un aumento di attivazioni, quasi “obbligate” visto che la certificazione della deducibilità avviene nel momento in cui si consuma in territorio, ovvero si “striscia” la propria Smac al momento degli acquisti. Il condizionale è d’obbligo, però, perché c’è un altro dato da tenere in considerazione, che smentirebbe in parte l’assunto per cui le Smac card sono aumentate solo perché i sammarinesi sono obbligati a usare questo strumento per ottenere le deduzioni previste dalla legge. E’ l’andamento del circuito scontistica, che non ha mai, negli ultimi cinque anni, invertito la sua rotta, che è una linea costante in ascesa, se la elaborassimo graficamente. Nel circuito scontistica, infatti, sono aumentate logicamente le “strisciate” o transazioni che dir si voglia, in parallelo al numero sempre più crescente di card attive in circolazione. Ma sono, soprattutto, aumentati i volumi di acquisti in questo specifico ambito, ovvero le transazioni con sconto annesso (si veda l’altra tabella): nel 2011 il totale era di poco più di 178 milioni di euro, poi 193 milioni l’anno successivo, 199 nel 2013, 228 nel 2014 e 232 nel 2015. In attesa dei dati ufficiali e senza entrare nel campo minato dei ricavi (la SMac fiscale sarà oggetto di un’indagine di San Marino Fixing quando avremo uno storico più ampio dei primi 2 mesi del 2016, i cui dati sono apparsi in queste settimane sui giornali) , si può comunque dire, già ora, che i consumi nel circuito scontistica della Smac sono aumentati. Anzi, stanno aumentando dall’inizio, segno che questa funzione non ha perso il suo effetto attrattivo, né per i sammarinesi né soprattutto per i cittadini di altri Paesi, a iniziare dall’Italia, visto che oggi hanno più card loro dei cittadini del Titano.

 

ANCORA UN ACQUISTO SU QUATTRO FUORI TERRITORIO

Se all’aumento del reddito famigliare dovesse concretizzarsi una sostanziale ripresa dei consumi, questo non significherebbe in termini assoluti un rilancio di quei settori che, nell’immaginario collettivo, dovrebbero esserne favoriti: commercio e servizi. Questo perché, ormai da tanti anni, ma in particolare nel 2014 con un picco negativo del 73,8%, i sammarinesi scelgono spesso e volentieri di acquistare fuori confine. I dati parlano di un acquisto ogni quattro, ma andrebbe evidenziato qual è quell’acquisto: ad esempio la spesa in generi alimentari avviene per oltre l’87% dei casi, ma quando si tratta di andare al ristorante, solo il 54% dei sammarinesi sceglie un locale in territorio. Lo stesso dicasi per abbigliamento e calzature (58% a San Marino, 42% fuori), ma anche per le telecomunicazioni, stante il fatto che solo il 72,1% dei sammarinesi acquista utenze telefoniche in territorio. Percentuale ancora più bassa, sul 70% per le spese in arredamento e apparecchi per la casa. Ma il record negativo è “ricreazione e spettacoli”, che per oltre il 60% delle famiglie è preferibile spendere soldi fuori confine. Sul perché i sammarinesi scelgano di acquistare fuori territorio se ne discute da tempo, del resto quell’1 a 4 è un rapporto costante da anni: la spiegazione più semplice è che sia più conveniente, se non in senso generale (ad esempio la benzina, che con lo sconto Smac costa sicuramente meno), almeno per determinati settori. Poi c’è il problema dell’offerta, laddove non sempre è completa, anche per ragioni ovvie come può essere l’abbigliamento che non può permettersi di gestire tutte le marche del mondo. Oppure per ragioni di opportunità o competitività, come potrebbero essere le reali necessità di avere un contratto con un operatore italiano o estero per il proprio cellulare, nel momento in cui si debba lavorare spesso fuori confine. In ogni caso, se non fosse per i trasporti e i generi alimentari, che sono preponderanti in territorio e sono anche le due categorie più importanti a livello di spesa famigliare, la percentuale di acquisti in territorio sarebbe molto più bassa di quel 73,8% registrato nel 2014.

Ma il dato più interessante resta sempre quello già certificato, ovvero che crescono occupazione e reddito: di conseguenza cresce anche il livello di fiducia delle famiglie sammarinesi, che possono quindi spendere un po’ di più che negli anni scorsi.

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