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San Marino, FLI-FULCAS/CSU: IUS sullo 0,40%, mente sapendo di mentire

da Redazione

SAN MARINO – IUS afferma che il progetto di legge in materia di rappresentatività favorirebbe la CSU nella suddivisione dello 0,40%. È vero il contrario: oggi viene ripartito in maniera totalmente proporzionale, mentre domani, se la legge venisse approvata, il 20% verrebbe destinato in misura paritaria.

Se la matematica non è un’opinione, significa che i sindacati più piccoli verrebbero avvantaggiati. Evidentemente questa falsità serviva per affrontare il tema e colpire al cuore il sindacato dei “nullafacenti”, secondo lo IUS, coerentemente con la volontà di potere avere a che fare in futuro solo con chi è disposto a smontare il contratto nazionale e far sì che, come in altri paesi, le piccole imprese possano fare quello che vogliono con i propri dipendenti.

A noi pare che questi lavoratori siano più tutelati se hanno assicurati determinati servizi minimi, tra cui un contratto con diritti di base uguali per tutti, garantiti anche dal versamento di una quota di servizio, senza dover contribuire in maniera cospicua proprio quando si trovano in difficoltà, come avviene nei sistemi dove non c’è lo 0,40%.

Infatti, nelle oltre 1.000 vertenze all’anno gestite dalla CSU, tra licenziamenti, recuperi di stipendi non pagati e la non sempre regolare applicazione dei contratti di lavoro, i dipendenti delle piccole imprese sono la parte preponderante. Peraltro, ad esclusione dei licenziamenti, tali vertenze sono più frequenti proprio verso aziende facenti capo allo IUS.

In tutto il mondo i sindacati faticano ad avere iscritti nelle piccole imprese, ma solo a San Marino hanno ugualmente diritto, e per legge, ad un contratto nazionale. Questo è ciò che lo IUS vuole smantellare, ad ogni costo e con ogni mezzo, anche togliendo le risorse finanziarie necessarie ad una struttura in grado di mantenere un sistema universalistico.

Così come ci sono forze politiche che aspirano a governare il paese avendo a che fare con un sindacato debole. Rispetto ai giudizi poco lusinghieri sui sindacalisti della CSU, è bene ricordare che provengono prevalentemente dal settore privato, ove non vige il principio del mantenimento sine die del posto di lavoro, qualora non venissero rieletti dagli iscritti.

Correre il rischio di perdere il posto di lavoro se non si opera al meglio è normale per qualunque dirigente, così come percepire i relativi stipendi previsti dai contratti di lavoro. Con buona pace di chi, parlando a sproposito, paventa chissà quali emolumenti, questi sono pubblicati sui siti delle Confederazioni, così come le tabelle retributive del settore industriale cui si fa riferimento.


c.s. FLI-FULCAS/CSU

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