“Noi abbiamo deciso di riaprire. Non sarà possibile tornare a fare i pic nic dentro com’era una volta. Sabato 26 e domenica 27 marzo si potrà accedere e godere di un’esperienza unica. Ci sarà personale nostro. Sabato ci sarò anch’io per vedere come funziona questa cosa. Per noi è anche una sperimentazione. Da maggio apriremo in maniera più stabile”. Con queste parole nella puntata di Si può fare su Radio 24 in onda sabato 26 marzo h.7.30 il direttore degli scavi di Paestum Gabriel Zuchtriegel, 34 anni, tedesco, fresco di nomina con bando internazionale voluto dal ministro Franceschini, annuncia la riapertura al pubblico del Tempio di Nettuno a Paestum.
Zuchtriegel spiega a Radio 24 perché ci sia voluto così tanto per riaprire le porte del tempio ai visitatori: “Ci sono stati degli importanti lavori di restauro negli anni Novanta, costati più di 10 miliardi di lire. Dopo non ci si sono stati gli strumenti per realizzare un piano di fruizione. C’erano stati degli atti di vandalismo, per motivi di conservazione si decise di chiudere. Mancavano i fondi per garantire la fruizione del tempio”.
Alla domanda su quale sia il significato del tempio di Paestum per l’Italia e per l’Europa, Zuchtriegel spiega: “Il Tempio di Nettuno è molto importante perché è il tempio classico meglio conservato della penisola. In realtà è più antico ancora di quello del Partenone di Atene. È molto importante per la cultura europea; da Piranesi a Goethe, tantissimi artisti e architetti sono venuti qui. Un po’ di Paestum c’è ovunque nelle capitali d’Europa”.
In questi giorni nei quali l’Europa cerca di difendere il suo stile di vita dagli attentati terroristici, il conduttore Alessio Maurizi chiede anche a Zuchtriegel quale messaggio potrebbe arrivare da un simbolo come Paestum. “Collaboriamo col Comune e le forze dell’ordine per garantire la sicurezza” risponde il neo direttore degli scavi di Paestum a Radio 24. “Ma da qui può arrivare un messaggio di pace. Paestum è una specie di luogo magico e di isola felice, anche in tempo di guerra il tempio venne rispettato sia dai tedeschi sia dagli alleati. Un messaggio di pace, di cultura e di integrazione”.
Alla domanda provocatoria finale se sia effettivamente più difficile essere direttore a soli 34 anni o essere un tedesco in Italia, Zuchtriegel risponde: “Io non ho mai avuto problemi in Italia per il fatto di essere di origini tedesche”, e conclude: “non è mai emerso come un punto di discussione il fatto che io venissi dalla Germania. Noi tedeschi, come fu per Goethe, amiamo l’Italia e il suo patrimonio artistico”.