Home FixingFixing Italo Cucci: “Instaurate un rapporto di credibilità col lettore”

Italo Cucci: “Instaurate un rapporto di credibilità col lettore”

da Redazione

San Marino: l’intervento del celebre giornalista tra carta stampata, web e lingua italiana.

Italo Cucci

 

 

di Alessandro Carli

 

Obbligo di legge (dal 2014 i giornalisti iscritti all’Ordine italiano devono acquisire tot crediti per la Formazione Professionale Continua) ma soprattutto piacere nell’ascoltare la lectio magistralis – perché, di fatto, di questo si è trattato – di Italo Cucci, una delle penne più importati del giornalismo sportivo italiano. Ad aprire “L’informazione nella Repubblica di San Marino”, che si è svolto sul Titano il 14 marzo, Antonio Farnè. Il Presidente del Consiglio dell’Emilia-Romagna ha parlato di “un nuovo inizio dei rapporti tra i due Ordini”, promettendo di “portare avanti un percorso parallelo” e di dare un contributo “per la nascita del contratto giornalistico” del Monte.

Farnè si è soffermato sulla prima immagine che ha incrociato mentre saliva sul Monte: l’insegna ‘Antica terra della libertà’ che si incontra a Dogana “parla di libertà e diritti’, due elementi che stanno a cuore ai giornalisti”. L’articolo 21 della Costituzione italiana, ha ricordato, spiega che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Nel suo discorso poi ha menzionato il Codice deontologico (“E’ molto importante, ci indica quello che possiamo e non possiamo fare”), citando la definizione che ne diede il maestro Indro Montanelli, “la deontologia è racchiusa in una piccola, semplice parole: onestà”. Un giornalista, ha concluso, “per essere corretto, deve essere onesto”.

 

“LA CARTA STAMPATA VIVRÀ A LUNGO”

Italo Cucci non ha dubbi: in un periodo in cui la diatriba tra l’addio della carta stampata a favore del web è estremamente attuale, il direttore prende una netta posizione. Secondo il giornalista di Sassocorvaro, “la carta stampata” ha un futuro. Di questa “battaglia”, ha affermato, “se ne parlava anche 20 anni fa. La crisi si chiama internet”.

Cucci poi ha trattato la faticosa salita che ha dovuto affrontare il giornalista sportivo. Oggi questa figura è stata pienamente acquisita all’interno della categoria, ma molti anni fa le pagine di sport “erano un fastidio che un direttore doveva sopportare per far fronte alle esigenze dei lettori”.

L’attualità però non è più così rosea come un tempo. “Oggi assistiamo a una crisi del mestiere e a una crisi nei guadagni. Il giornalista è sottopagato. Perlomeno cercate di divertirvi”. Il consiglio che il Direttore ha dato alla platea è quello di essere “modesti mercanti del nostro lavoro”.

Cucci poi ha ricordato, “alcuni grandi scrittori del Novecento, per farsi leggere, hanno scritto di Mondiali e Olimpiadi, come ad esempio Mario Soldati e Pier Paolo Pasolini”. Il mito di quest’ultimo, ha rivelato, “non era Eugenio Montale ma forse Giacomo Bulgarelli”. “Pier Paolo Pasolini ha scritto tante pagine sui calciatori. Creò un ‘alfabeto dei piedi’: per ogni colpo, una lettera”. Pasolini difatti scrisse che “Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un ‘prosatore realista’; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un ‘poeta realista’. Corso gioca un calcio in poesia, ma non è un ‘poeta realista’: è un poeta un po’ maudit, extravagante. Rivera gioca un calcio in prosa: ma la sua è una prosa poetica, da elzeviro”.

Già, il calcio. E il rapporto tra un giornale e il territorio. “Il futuro è la stampa locale”, che si dovrà adatta a vivere e dialogare con la Provincia di riferimento.

Nel suo viaggio, il Direttore ha toccato alcuni punti nevralgici della professioni. “Si deve instaurare un rapporto di credibilità con chi ci legge. Se viene persa, è difficile da recuperare. Le grandi bugie fanno i titoli, ma se poi poco dopo – come accade – vengono smentite, ci tolgono il lavoro”.

Tra aneddoti della sua lunga carriera (“Amedeo Montemaggi, all’inizio, mi faceva scrivere qualche nota sul Resto del Carlino”), le differenze tra le parole utilizzate nella lingua italiana rispetto a quella inglese (143 mila contro circa 1.500), l’importanza che ha avuto “Il Corriere dei piccoli” (“Fu il primo impatto con la lingua italiana per tanti bambini”), un po’ di stretta attualità (la fusioni tra i giornali) e un richiamo a uno straordinario cantautore (“Oggi non c’è più né destra né sinistra: il ‘profeta’ Giorgio Gaber va rivalutato”), Cucci ha consigliato vivamente alla platea di “non dimenticare l’importanza della lingua italiana”, di “difenderla e conoscerla”.

Senza precludere i neologismi, come nel caso del recente (e discusso) “petaloso”.

“Gli intellettuali hanno bocciato questo termine. Io sono favorevole a chi inventa nuove parole”.

 

IL DIRETTORE GENERALE DI RTV CARLO ROMEO

Il Direttore Generale di San Marino RTV Carlo Romeo, nel suo intervento, si è invece soffermato su come è cambiato, nel tempo, il mestiere del giornalista: “Nel 1983 ero in Libano per lavoro. Con me c’era una troupe composta da molte figure: operatore, assistente, eccetera. Oggi basta un buon telefonino cellulare”. Le nuove tecnologie permettono di dare “notizie in tempo reale”, ma “non vengono mai approfondite”. In merito ai giornalisti, Carlo Romeo ha spiegato che “non esistono quello obiettivi”, ma esistono “quelli corretti”.

Poi due curiosità gustose. La prima: “Durante la guerra nel Golfo i soldati inglesi ordinarono moltissimi preservativi. Poi si scoprì che erano ottimi per coprire le canne dei fucili dalla sabbia”. La seconda: un giorno i militari impegnati in Afghanistan pranzarono con le aragoste. “A quando lo champagne?” titolò qualche giornale. In realtà, ha spiegato Romeo, “quel giorno al mercato c’era una partita di aragoste che costava molto poco”.

Infine, una “piccola stoccata” (“I fatti e le opinioni vanno separati”) e una fotografia sul “fare informazione” a San Marino: “Si ragiona in termini ‘nazionali’ ma il locale va sempre menzionato. Lo stesso giorno si può parlare della visita di Ban Ki-moon e dell’inaugurazione della nuova rotatoria di Domagnano”.

 

IL SEGRETARIO DI STATO AL LAVORO IRO BELLUZZI

“Sino a poco tempo fa i giornalisti della Repubblica di San Marino erano dei 16enni non riconosciuti dalle istituzioni” ha affermato il Segretario di Stato Iro Belluzzi, artefice – assieme al suo staff – della Legge sull’editoria sammarinese.

Iro Belluzzi ha rimarcato che “non si può diventare mercenario per conto di qualcuno. La legge impone la trasparenza sugli assetti proprietari, nel rispetto dei lettori e degli stessi operatori”.

Spazio poi al percorso iniziato con l’Ordine italiano sul riconoscimento reciproco dei titoli (cosa che San Marino già fa, ndr), ai corsi di formazione (“ma non deve passare il messaggio che il Titano sia un luogo dove è più facile diventare giornalisti”) e al “diritto all’oblio”, già presente in Italia ma non in Repubblica.

“Un giornalista deve sempre verificare le notizie”, anche in virtù del “ruolo sociale che riveste” ha raccontato alla platea, mentre, soffermandosi sulla la neonata Consulta, ha spiegato che “deve essere un luogo di confronto tra giornalisti ed editori”.

In chiusura, il “lancio” del convegno “Libera stampa in libero Stato”, in programma al Centro Congressi Kursaal il 3 maggio.

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