Home FixingFixing Franco Capicchioni e l’arte del “saper fare”

Franco Capicchioni e l’arte del “saper fare”

da Redazione

Il Presidente del CdA di Ali Parquets e l’Auditorium di Renzo Piano. “La Divina Commedia di Dante Alighieri è grande architettura”.

Franco Capicchioni

 

 

di Alessandro Carli

 

C’è un fil rouge molto importante che collega e unisce idealmente il Nuovo Auditorium di Roma, ideato dall’architetto Renzo Piano, la Mole Antonelliana in Torino (Architetti Gianfranco Gritella e Antes Bortolotti), il Palazzo del Governo della Repubblica di San Marino (Architetto Gae Aulenti), il Casinò di Campione d’Italia (Architetto Mario Botta) e il Cantiere Impreme di Roma (Architetto Paolo Portoghesi), e che riporta a Gualdicciolo, una delle porte di entrata nella Repubblica di San Marino. Qui è ubicata Ali Parquets, azienda sammarinese specializzata nelle pavimentazioni in legno a posa tradizionale: suo è, per esempio, PreMass, il primo parquet prefinito in legno massello lavorato ad altissima precisione (1989).

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, l’ingegner Franco Capicchioni, si sofferma sull’Auditorium di Piano, uno dei fiori all’occhiello dell’impresa ma soprattutto esempio di straordinario e riconosciuto “saper fare”. Torniamo indietro nel tempo, all’inizio del nuovo millennio. “Avevamo già alle spalle alcune esperienze molto importanti, come ad esempio quella che ci ha visto nel progetto della Mole Antonelliana, un edificio notevole. Nel 2001 vincemmo la prima gara d’appalto con l’azienda costruttrice: si trattava di mettere in opera oltre 10 mila metri quadrati di una tipologia molto particolare di legno, il ciliegio del Nord America, richiesto espressamente dall’architetto Renzo Piano. Lo stesso legno con cui vengono costruiti alcuni strumenti come la viola e il violoncello. Riuscimmo a procurarci l’enorme quantità di ciliegio attraverso un’azienda canadese. Avvenne però un contrattempo. L’azienda alla quale Ali Parquets si era ‘legata’, venne estromessa dalla gara d’appalto. “Il Comune di Roma ne fece subito un’altra e noi riuscimmo ad aggiudicarci anche la seconda con la nuova impresa. Corremmo, non lo posso negare, un grosso rischio: avevamo la metratura di ciliegio già pronta e avremmo avuto serie difficoltà a riciclarla, vista anche la precisa tipologia richiesta dall’architetto Piano”. Lavorammo con talmente tanta efficacia e rispetto delle tempistiche che Ali Parquets venne premiata più volte in quanto, ricordo, eravamo in grado di far recuperare il tempo che gli altri fornitori invece facevano ‘perdere’. Per un’opera di queste dimensioni e importanza, tutto deve essere calibrato: è come un’orchestra, ogni strumento deve essere sincronizzato con gli altri”. Nonostante l’imprevisto, e quasi a voler confermare gli eccellenti riconoscimenti ottenuti per la capacità di essere precisi sia per le tempistiche che per l’ottima fattura della messa in opera, “riuscimmo a finire i lavori perfettamente in tempo per l’inaugurazione”.

Anche grazie a un lavoro di squadra. “Abbiamo un team commerciale molto professionale, serio e preparato. Grande attenzioni, durante la fase dei lavori, sono state poste anche sul sottofondo: abbiamo supervisionato ogni dettaglio e ci siamo affidati, per la ‘base’ su cui è stato appoggiato il parquet, alla Mapei (il gruppo dell’attuale Presidente di Confindustria Italia, Giorgio Squinzi, ndr)”.

Ma la matericità del legno e la professionalità di Ali Parquets la ritroviamo anche in una delle ultime commesse firmate dal gruppo sammarinese. “Recentemente abbiamo pavimentato la sede storica del museo Alfa Romeo ad Arese”.

Legno in un mondo di acciaio, carbonio, penumatici? “Ripenso ai cruscotti delle auto d’epoca, che erano in radica. Il legno dà un tocco di naturalezza a un mondo fatto di supertecnologia”.

Da Ali Parquets al Sacchificio Industriale Sammarinese (SIS), impresa che ha ereditato dal padre Dante e di cui oggi è amministratore unico. SIS rappresenta l’abbraccio ideale tra il padre e il figlio. “E’ l’impresa che racchiude idealmente tutti i pensieri e la filosofia di mio padre: lavoro efficiente, grande attenzione verso la piena soddisfazione della clientela, ma anche l’impegno costante nel far crescere e valorizzare le risorse umane e materiali interne. Per portare avanti questi asset, recentemente abbiamo acquisito un macchinario di prestampa a 8 colori, che migliora la qualità estetica dei sacchi”.

Ma Dante, per l’ingegnere, è anche altro. E’ un nome che ci porta all’interno di un progetto di recupero della memoria e dell’identità del Paese: il Sommo Poeta. L’Associazione sammarinese “Dante Alighieri”, una delle più antiche e prestigiose associazioni culturali italiane, nata grazie a un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci nel 1889. Franco Capicchioni ne è Presidente. “L’associazione ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”. Tra gli appuntamenti di spicco, il “Mese Dantesco”, il ciclo di incontri in collaborazione con la Scuola Secondaria Superiore della Repubblica. Un appuntamento che riesce “a riallacciare un dialogo tra scuola e cittadinanza”. Perché l’Alighieri, conclude Capicchioni ricordando gli studi liceali, è ancora estremamente attuale: “La ‘Divina commedia’ è un’opera straordinaria, che sorprende ancora oggi per schiettezza e precisione: ogni terzina è ‘compiuta’ e non ha bisogno di altro. La costruzione del viaggio è ‘logica’, essenziale. La scrittura del Sommo Poeta è, in una parola, architettura”. La stessa che Ali Parquets ha aiutato, grazie alla professionalità e all’innovazione che mette in campo, a trasformarsi da rendering a qualcosa di vero, solido, esteticamente vero.

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