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San Marino si difende dai reati informatici

da Redazione

In Consiglio la nuova legge contro furto e manomissione di dati. E negli USA, Obama si mette in guerra contro “cyber racket” e hackers.

ladro attacco informatico

 

 

di Daniele Bartolucci

 

Il reato informatico, considerato oggi come uno dei principali problemi globali per la sicurezza dei cittadini e delle imprese, entra nell’ordinamento sammarinese. “Le economie mondiali e la società globalmente intesa hanno subito radicali trasformazioni per effetto dell’espansione della rete”, spiega il Segretario agli Interni, Gian Carlo Venturini, promotore della nuova legge approdata in prima lettura in Consiglio Grande e Generale, “che riveste ormai importanza strategica in ogni settore”. Ed “è evidente come la sicurezza delle reti e delle informazioni si elevi ad mteresse giuridico di primaria importanza per la stessa preservazione ed il progresso dell’umanità. La sicurezza informatica può addirittura declinarsi come un bene comune, ossia come un bene indispensabile per la collettività, al pari delle risorse naturali. D’altro canto, i reati informatici (computer crimes) costituiscono il risvolto negativo dello sviluppo tecnologico sul piano dell’informatica e della telematica” e “diventa necessario sviluppare idonee contromisure atte a contrastare o quantomeno limitare il progredire di tali forme criminose. Le caratteristiche del web, infatti, costituiscono un terreno fertile per la proliferazione dei reati: deterritorializzazione e ubiquità hanno comportato l’annientamento delle limitazioni temporali e dei confini spaziali sui quali si reggeva il principio di sovranità territoriale; la neutralità si atteggia a peculiarità strutturale di internet e, declinata come libertà di circolazione dei dati ed indifferenza verso i contenuti veicolati in rete, si è tradotta in un ricettacolo per i malintenzionati, a causa dell’assenza di controlli”, e di leggi. Per questo, spiega Venturini, “l’intervento del legislatore penale a tutela dei beni giuridici che rischiano di essere lesi attraverso i crimini informatici appare necessario, in considerazione della maggior carica lesiva delle violazioni commesse online. E’ noto che la Convenzione di Budapest del 23 novembre 2001 costituisce ancor oggi il principale strumento giuridico di contrasto della criminalità informatica. La Convenzione di Budapest mira ad istituire, tra gli Stati aderenti, una normativa penale e processuale omogenea, in grado di eliminare le zone franche per il crimine online e risolvere delicati problemi dì giurisdizione e perseguibilità da esso posti. Il presente progetto di legge – elaborato dal prof. Avv. Lucio Monaco, Ordinario di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Urbino – introduce nell’ordinamento legislativo sammarinese una tutela penale contro accessi abusivi ad un sistema informatico o telematica; l’intercettazione o interferenze illecite in comunicazioni informatiche o telematiche; il danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici; frodi informatiche; frodi informatiche del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica; false dichiarazioni o attestazioni al certificatore di firma elettronica sull’identità o qualità personali proprie o di altri dati”.

 

E’ LA NUOVA BATTAGLIA DI OBAMA NEGLI USA

Dopo gli attacchi cyber alla Sony e all’account @CENTCOM del Comando Centrale per il Medioriente delle Forze Armate Usa, per la Casa Bianca gli attacchi cyber sono diventati ormai una priorità allo stesso livello del terrorismo. La nuova legge, intitolata “Personal Data Notification and Protection Act” dovrebbe servire a difendere le istituzioni, le società private e i cittadini dagli assalti degli hacker. E metterli al sicuro dai furti di dati sensibili e delle loro identità nella rete. Va detto che una legge del genere non è mai esistita a livello federale negli Usa, lasciando ai singoli Stati l’onere di normare la questione. Il provvedimento prevede una serie di divieti (come la vendita dei dati degli studenti a terzi per attività non correlate alla formazione) e inasprisce le pene per chi vende questi dati dopo averli rubati; determinerà le modalità di condivisione di informazioni sensibili sulla sicurezza delle rete tra il governo e le aziende. Per gli USA e Obama in particolare, alla luce degli attacchi cyber contro apparati governativi, aziende multinazionali e anche siti militari, è questo uno dei pericoli maggiori per l’America. E anche per il mondo, San Marino compreso.

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