La valutazione è un processo che implica una serie di fasi che devono essere concordate fra chi partecipa alla valutazione.
di Annarita Gelasio
Valutazione, dal latino valere, essere forte, esser capace, significare. La valutazione è un processo che implica una serie di fasi che devono essere concordate fra chi partecipa alla valutazione. Se non si rispettano queste fasi, la valutazione diventa uno sterile giudizio che può anche nuocere all’azienda. Se la valutazione della prestazione avviene solo tramite la compilazione di una scheda, senza un colloquio con la persona valutata, l’effetto sarà neutro se i punteggi sono positivi, negativo se i punteggi sono bassi.
È come dare un voto negativo in un compito in classe senza accompagnare il voto ad una verifica degli errori e una riflessione su come migliorare. A cosa serve? L’effetto del giudizio negativo colpisce la persona, la tramortisce e non offre indicazioni per relativizzarla e orientarla verso un miglioramento.
Ogni valutazione, aziendale, scolastica, va accompagnata da un colloquio, ove si ragioni sui motivi che hanno condotto a quel giudizio, ove ciascuna delle due parti possa esprimere il proprio pensiero e spiegare come mai, in quel periodo, in quel compito, i comportamenti siano stati quelli, cosa c’è che ha contributo a quella prestazione, cosa è possibile fare per migliorarla.
Se manca questo passaggio, è meglio lasciar stare perché gli effetti negativi di una valutazione fatta attraverso un giudizio, spesso in forma di numero scritto su un software e non condiviso, sono maggiori dei vantaggi che derivano dal comprendere che un giudizio è solo un indicatore non stabile, non oggettivo, ma comprensibile, di una caratteristica che ha un valore e che può e, a volte, deve, crescere… solido, esteticamente vero.