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Per la Farnesina San Marino è ottimale per investire

da Redazione

Evidenziati i passi avanti sulla strada della trasparenza e anche nella lotta al terrorismo. Il nuovo report di InfoMercati: nessun rischio politico, economico e operativo.

report farnesina da passare

 

 

di Daniele Bartolucci

 

Diversi settori in cui investire e nessun rischio economico, operativo o economico. E’ questa la sintesi che si può trarre dal report di infoMercatiEsteri, il nuovo sito della Farnesina che offre “una piattaforma altamente innovativa e completamente gratuita, ideata e realizzata dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, per soddisfare la richiesta di informazioni sui mercati esteri proveniente dagli operatori economici nazionali”. Nelle pagine redatte assieme all’Ambasciata d’Italia a San Marino, viene infatti fotografato l’intero sistema Paese, “grazie al costante lavoro di analisi delle Ambasciate e dei Consolati, con la collaborazione delle Unità dell’Agenzia ICE in essi integrate, e ai contributi dell’ENIT e delle Camere di Commercio italiane all’estero”.

In pratica, attraverso i report su ogni Paese è possibile infatti ottenere informazioni su “outlook economico e politico, opportunità di mercato e possibilità di partnership con aziende locali e/o italiane, prossime iniziative promozionali, ostacoli agli scambi, criticità negli investimenti e possibili rischi, accesso al credito, quadro delle presenze italiane e dei rapporti bilaterali”.

 

DOVE INVESTIRE E COSA VENDERE

Quali sono le indicazioni della Farnesina agli investitori italiani? In primo luogo, vengono messi in fila i vantaggi, dalla posizione geografica al contesto economico e fiscale: “[…] costituisce una enclave nell’Italia centrale, tra l’Emilia Romagna e le Marche. Con l’Italia non esistono frontiere né dogane e l’attività economica è spesso condivisa”. E “a seguito degli Accordi stipulati con i Paesi UE, vale anche per San Marino la soppressione dei dazi doganali sugli scambi all’interno dell’Unione Europea. Per quanto riguarda le importazioni da Paesi extra UE, gli importi dei dazi sono gli stessi stabiliti dai Paesi UE”. Inoltre “San Marino può vantare una elevata qualità dei servizi ed una snellezza amministrativa, in particolare per quanto riguarda i tempi necessari al rilascio delle licenze imprenditoriali. L’uso della lingua italiana è ulteriore motivo di attrazione. La corporate tax è del 17% e possono essere applicate detassazioni degli utili in caso di reinvestimenti in innovazione tecnologica, risparmi energetici, riduzioni di agenti inquinanti, miglioramento dei processi produttivi esistenti o introduzione di nuove produzioni. Sostegno è accordato anche alle attività di ricerca e sviluppo”. Quindi nella sezione “Dove investire” vengono indicati come strategici il Manifatturiero e il Turismo, con una parte dedicata al Parco Scientifico e Tecnologico: “San Marino vanta un flusso turistico di circa 2 milioni di visitatori all’anno […] attratti dall’offerta culturale e artistica (il centro storico di San Marino è patrimonio mondiale dell’Unesco) ed enogastronomica, nonché dalla presenza di outlets e centri commerciali”. Inoltre “il tessuto imprenditoriale sammarinese si sviluppa in un ampio raggio di settori, che includono la meccanica, le costruzioni, mobili, ceramiche, packaging, software aziendali, commercio, servizi, alberghiero e ristorazione”. Nella sezione “Cosa vendere”, invece, si fa riferimento da una parte alle forniture per le industrie, così come ai cittadini in quanto “la popolazione vanta un elevato tenore di vita e si rivolge ad una fascia medio-alta di prodotti” come abbigliamento, autoveicoli, vacanze, arredamento, oreficeria ed elettronica in generale. Il report disponibile online è abbastanza aggiornato, tanto che si legge: “E’ allo studio la realizzazione di un Polo del Lusso con il Borletti Group-DEA”.

 

I NUOVI RAPPORTI CON L’ITALIA E L’EUROPA

“I secolari rapporti tra Italia e San Marino sono caratterizzati da una lunga tradizione di scambi in tutti i campi e dalla condivisione degli stessi valori”, si legge nel report, che sintetizza così l’ultima evoluzione: “I rapporti bilaterali hanno conosciuto una prima fase di forte rilancio nell’autunno 2005, con l’avvio del negoziato di un Accordo di cooperazione economica e la firma dell’intesa sulla restituzione dei fondi di provenienza SISDE (con restituzione all’Erario italiano delle somme sequestrate, pari ad oltre 7 mln/€)”.

Quindi “il Governo sammarinese ha concluso nel 2009 il negoziato e sottoscritto l’Accordo di Cooperazione Economica, che ha come obiettivo l’integrazione della Repubblica nel tessuto economico italiano a fronte della volontà sammarinese di una gestione meno opaca delle relazioni finanziarie. Nel corso del 2010, però, le relazioni bilaterali con San Marino hanno attraversato una fase critica a fronte di perduranti segnali di scarsa trasparenza del sistema bancario, di infiltrazione della criminalità organizzata, di insufficiente cooperazione giudiziaria, in particolare sul fronte delle rogatorie, della frode fiscale e dell’esterovestizione. Ciò ha portato all’inclusione di San Marino nella “lista nera” del MEF collegata al Decreto incentivi a luglio 2010. Alla luce dell’avvenuta ratifica anche da parte italiana nel luglio 2013 della Convenzione bilaterale per evitare le doppie imposizioni fiscali, è stato avviato il percorso di uscita di San Marino da tale “black list”, dalla quale è stata espunta nel febbraio 2014. Nel corso del 2014 San Marino è, inoltre, entrata nel Sepa, l’Area unica dei pagamenti in Euro, e nel 2015 nella white list fiscale italiana”.

 

POLITICA ESTERA: ZERO RISCHI TERRORISTICI

Nel momento in cui il terrorismo è un problema “globalizzato” e gli attentati si moltiplicano, sfociando anche nei rapimenti che colpiscono imprese straniere nei Paesi più a rischio, San Marino può vantare un curriculum immacolato, da questo punto di vista. La sua tradizione di neutralità e la sua posizione di enclave in Italia, lo qualificano come un Paese sicuro, tanto che nel sito viaggiaresicuri.it, anch’esso gestito dalla Farnesina, non viene nemmeno evidenziato. “La politica estera di San Marino”, si legge nel report di infomercati.it, “è improntata ad una tradizionale neutralità, non disgiunta dal rafforzamento del suo status di soggetto di diritto internazionale, con l’adesione alle principali Organizzazioni internazionali […] Negli anni più recenti il Governo sammarinese ha adottato diverse iniziative nell’ambito della lotta al terrorismo”, tra cui la legge 26 febbraio 2004 n. 28 e la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale (UNCTOC) e quella del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, in vigore dal 1° novembre 2010.

Ma la cosa più importante è che sfogliando il report della Farnesina, è chiaro come l’Italia abbia ormai cambiato opinione nei confronti della piccola Repubblica: da Paese un po’ instabile politicamente (elezioni ogni 2 o 3 anni) e foriero di problematiche legate alle frodi fiscali grazie al segreto bancario e all’anonimato societario, dalla Guardia di Finanza al confine alla black list, oggi San Marino è considerato non solo un Paese virtuoso e in linea con gli standard internazionali, ma anche un ottimo luogo dove fare investimenti o dove allargare il proprio mercato.

 

IL COMMENTO: MEGLIO DEL NUOVO “LATO OSCURO DELL’ACCERTAMENTO

Una volta letto il report della Farnesina sarebbe da chiedere agli italiani se pensano la stessa cosa del loro Paese in questo momento, visto che la Farnesina – dati alla mano – sembra quasi consigliare loro di trasferire la loro attività a San Marino. Del resto i plus di San Marino, oggi pienamente legali e legittimati dal contesto internazionale, sono diversi: due in particolare. C’è molta meno burocrazia e la fiscalità è più bassa e soprattutto meno aggressiva che in Italia, dove proprio in questi giorni i contribuenti sono stati perfino minacciati dal numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, pronta a fargli conoscere “il lato oscuro dell’accertamento”. I tempi sono cambiati, San Marino ha scelto la trasparenza e il difficile adeguamento agli standard internazionali, sta trattando un Accordo di associazione con l’UE ed è impegnato ad introdurre un sistema IVA per le imposte indirette. Di questo rende conto e merito il report della Farnesina, che è, di fatto, la nuova risposta dell’Italia alla domanda che si fanno gli imprenditori: sì, si può investire a San Marino e lavorare con le imprese sammarinesi senza ostacoli e senza rischi. Ed è anche meglio dell’Italia.

 

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