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Per conoscere “l’anima” di Ente Cassa di Faetano

da Redazione

E’ partito il secondo percorso di formazione interna dedicato ai soci. Il Presidente Maurizio Zanotti: “Per un bene che sia comune”.

 

“Le sfide che caratterizzano sotto vari aspetti questo momento storico della Repubblica di San Marino e del mondo intero pongono domande importanti sul tipo di società, di economia e di paese che vogliamo e su quale sia il contributo originale che ciascuno di noi come persona e come organizzazione può portare a favore di un bene che sia veramente comune”. Con queste parole il Presidente di Ente Cassa di Faetano Maurizio Zanotti “lancia” il secondo ciclo del percorso di formazione interna, dedicato cioè ai soci e ideato per approfondire i temi legati all’attività dell’Ente Cassa di Faetano – Fondazione Banca di San Marino, la sua natura, i suoi obiettivi, e vivere in modo sempre più intenso ed efficace il suo ruolo a sostegno del popolo e del territorio sammarinesi. L’idea di questo corso, prosegue il Presidente Zanotti, “è emersa in un momento molto importate della vita istituzionale dell’Ente: tra pochi anni, nel 2020 si festeggerà il centenario della Cassa Rurale di Faetano (da cui sono nate Ente e Banca di Marino) ma al contempo l’Ente è formalmente ancora piuttosto giovane se si pensa che è nato nel 2001”.

Oggetto della prima serata di questa seconda edizione, ospitata nella sale di Villa Manzoni, è stato “Un viaggio nella nostra storia”, la Cassa Rurale di Faetano nasce infatti nel 1920 in uno dei Castelli più piccoli, periferici e poveri di San Marino: “Per affrontare le dure sfide di oggi – continua Zanotti – abbiamo voluto tornare ‘nella testa e nel cuore’ degli uomini che hanno avviato questo tentativo che oggi noi portiamo avanti, per capire come l’hanno pensato, vissuto e sviluppato, e vedere come la loro esperienza può illuminare la nostra”.

Il viaggio è stato introdotto da Girolamo Allegretti – storico del Montefeltro e curatore della collana Storia dei Castelli – che ha dipinto la Faetano degli anni Venti, un piccolo centro che vive di agricoltura, notoriamente “conservatore” e per questo teatro di vivaci scontri tra democratici, popolari e socialisti, ma animato anche da un profondo senso della comunità. E’ in questo cotesto che un pugno di uomini aiutati da alcuni religiosi e da Don Eugenio Fabbri danno vita alla cooperativa in nome collettivo Cassa Rurale dei Prestiti di Faetano, “una creatura – ha sottolineato Allegretti – cresciuta ed amata quasi come un figlio dai suoi fondatori, che hanno avuto il merito di avviare un’opera fondamentale per Faetano e importantissima per tutta San Marino.”

E’ stata poi la volta di un’emozionante ricostruzione storica realizzata con materiale e documentazione d’archivio della Cassa che ha trasportato i presenti attraverso le parole, i pensieri, le decisioni e soprattutto le sfide che questa piccola opera ha dovuto affrontare, nel suo impegno a favore della popolazione agricola, artigiana ed operaia dapprima di Faetano e poi di tutto il Paese.

Il concetto guida della Cassa è sancito all’art. 2 dello statuto: “la società ha per iscopo il miglioramento morale, religioso ed economico dei suoi soci, mediante atti commerciali, escluso qualunque fine politico” e lungo tutto il suo percorso è emerso come l’aspetto solidaristico abbia sempre viaggiato a braccetto con quello economico: anche un utile modesto era sempre considerato un successo in relazione ai fini mutualistici fissati nell’atto costitutivo. Da sottolineare che i membri della cooperativa rispondevano personalmente degli impegni della Cassa con il proprio patrimonio, fatto che cambierà solo nel 1982. Un grande applauso è stato poi suscitato dalla sentita lettera scritta dal socio fondatore Giuseppe Zanotti nel 1970, alla vigilia del termine del suo incarico di Consigliere. La sintesi della serata è stata affidata a Daniele Celli, docente di Dottrina Sociale della Chiesa e Pedagogia presso gli Istituto superiori di Scienze Religiose di Rimini e Pesaro, che ha sottolineato come la Cassa Rurale di Faetano sia stata soprattutto una testimonianza del valore e della dignità della persona, in un secolo, il 900, segnato da due guerre mondiali e da regimi totalitari che hanno fatto di tutto per distruggere l’uomo, la sua natura e la sua sacralità. “Il compito supremo di ogni organizzazione o di un’impresa, qualunque sia il suo ambito di attività, è quello di contribuire a tirare su uomini e donne, liberi, responsabili, capaci di stare al mondo, di lavorare e costruire con intelligenza e passione, cioè di costruire una civiltà veramente umana”.

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