Home NotizieSan Marino Stop violenza sulle donne, via libera alla Convezione di Istanbul

Stop violenza sulle donne, via libera alla Convezione di Istanbul

da Redazione

La Commissione consiliare ha approvato all’unanimità il progetto di legge “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”

 

La Convenzione in Instanbul trova unanime condivisione da parte della Commissione consiliare permanente riunitasi il 9 marzo a Palazzo Pubblico. Le seduta infatti si è conclusa con l’approvazione all’unanimità (con 11 voti a favore) del progetto di legge “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”. Designata come relatore unico del provvedimento il consigliere del Pdcs, Mariella Mularoni. Nel corso dell’esame del provvedimento, all’articolo 7, “Riservatezza sull’identità dei soggetti denuncianti o segnalanti”, il consigliere Francesca Michelotti, Su, presenta in un primo momento un emendamento per prevedere un decreto delegato volto a disciplinare le modalità con cui assicurare la riservatezza. L’emendamento viene poi ritirato a seguito della proposta del segretario di Stato Pasquale Valentini- con cui trova accordo- per modificare il testo in modo che sia previsto un regolamento che incarichi autorità giudiziarie e di polizia ad adottare “misure atte a garantire la riservatezza della persona fisica che ha denunciato”.

Di seguito il resoconto del dibattito, a cura di SMNA.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Questo provvedimento normativo si inserisce nel percorso che è stato fatto per la ratifica di quella che va sotto il nome di convenzione di Instanbul. Per San Marino, con la legge del 20 giugno 2008 n. 97, è già stato avviato questo percorso in modo significativo, con un primo intervento normativo sistemico sul tema della lotta alla violenza sulle donne. La convenzione di Instanbul è stata sottoscritta e ratificata da San Marino recentemente, ma San Marino l’ha firmata il 30 aprile 2014 . C’è voluto circa un anno per predisporre gli interventi necessari perché la ratifica fosse effettiva. Questi interventi inseriti nella normativa hanno notevole importanza perché adeguano il nostro ordinamento ai dettati della Convezione stessa. Aspetto fondamentale è che la violenza alle donne viene portata a livello di violazione dei diritti umani fondamentali, questo è il salto di qualità più significativo. Le norme nel dettaglio vanno ad introdurre le fattispecie che per la Convenzione era opportuno introdurre, estende il concetto alla violenza di genere e introduce la definizione come la riporta la Convenzione stessa. Credo che il nostro Paese possa così andare alla pari degli altri Paesi firmatari nella lotta di questa forma di violenza tra le più aberranti. Mi fermerei qui e devo annunciare che ho depositato a nome del governo tre interventi di emendamento che abbiamo valutato migliorativi del testo stesso, per andare ad attribuire all’Authority la possibilità di intervenire nei casi di vittime in modo celere e immediato con interventi di sostegno perché possa ci possa essere tutta la tutela nei momenti di emergenza che una vicenda del genere può richiedere”.

Grazia Zafferani, Rete: “Ringrazio la segreteria per il capillare lavoro che è stato fatto per l’adeguamento della normativa ma anche per il confronto con Authority e Commissione pari opportunità. Chiedo cosa ne pensano i commissari presenti su una proposta: è possibile raccogliere tutto su un unico progetto di legge? Fare un testo unico dove inserire tutte le leggi affini su questo tema e su questo pdl, la legge del ’98 e decreto del 2012, può far avere un lavoro più completo e semplificare l’accesso alle informazioni. Per il resto ottimo lavoro, svolto benissimo”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Esprimo soddisfazione per questo testo di legge che si rivolge non solo donne ma a diverse fasce della società. E’ una legge che dà tutela attraverso la creazione di fondo per dare strumenti a chi si trova in difficoltà. Altra novità importante è la tutela dell’anonimato per chi fa denuncia”.

Francesco Morganti, Psd: “A nome del Psd esprimo soddisfazione per l’approdo di questa legge in Commissione 1. Quello affrontato è un tema caro al Psd che ha promosso la legge del 2008. Ringraziamo i funzionari per la stesura della legge e auspichiamo che questo Pdl possa trovare unanimità da parte della Commissione e del Consiglio grande e generale, quale segnale positivo per la cittadinanza. La violenza di genere e contro le donne é una problematica non superata dagli eventi. Il Pdl va a colmare alcune lacune del nostro ordinamento ed introduce alcune fattispecie, modernizzandolo”.

Roger Zavoli, Upr: “Anche io a nome di Upr esprimo soddisfazione per questo progetto di legge”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato: “Per ringraziare dell’unanime condivisione dell’intervento normativo. Voglio non prendermi tutti i meriti, è sicuramente frutto di una sensibilità che è andata crescendo nel Paese che ha visto la stessa Commissione per le pari opportunità e l’Authority avere un ruolo determinante nel sensibilizzare la popolazione. Ma l’ultimo miglio l’ha fatta la Direzione Affari giuridici del Dipartimento esteri che ha raccolto le osservazioni degli organismi internazionali per arrivare al provvedimento che noi oggi esaminiamo. Volevo sottolineare la sensibilità che emerge dal provvedimento, volta a eliminare ogni forma di reticenza, nell’individuare questa forma subdola di violenza, perché sia denunciato dove si manifesta, ma anche volta a fornire tutti gli strumenti perché la popolazione conosca questa possibilità. In questo caso, piuttosto che con un testo unico, questa semplificazione è aiutata dal fatto che noi creiamo nel territorio dei presidi, punti in cui queste informazioni possono essere diffuse e dove le donne possono ricevere indicazioni precise, luoghi in cui rivolgersi e trovare azioni di accompagnamento e supporto. E’ un percorso che ha moltissimi aspetti e al suo interno presenta situazioni di sofferenza che hanno bisogno, oltre che di strutture e soldi, di sensibilità. E’ doveroso sottolineare questo aspetto. Ci vorrà un po’ di tempo per implementarlo”.

Dichiarazioni di voto

Mariella Mularoni, Pdcs: “Esprimo la piena soddisfazione per il raggiungimento di questo obiettivo. Oggi si rafforza e conferma la scelta della repubblica di operare per una maggiore tutela dei diritti umani”.

Francesca Michelotti, Sinistra Unita: “Sono certa che in Consiglio si otterrà lo stesso risultato unanime. Siamo costellati da notizie di femminicidi e soprusi. C’è un substrato nascosto dalla paura, dalla vergogna, che dovrebbe emergere. Speriamo che questa legge abbia anche questo compito, per far fare un passo avanti alla coscienza civile. Dobbiamo dare un segnale alle nostre ragazze e bambine, ai nostri ragazzi e bambini, perché la cultura del rispetto dell’altro non è di genere, interessa tutta la società. Mi resta perplessità per l’articolo due. La teoria di genere viene semplificata in maniera troppo radicale. Chiedo, con un appello al Segretario, di riflettere sui contenuti di quella interpretazione e traduzione del gender dall’inglese all’italiano. Servirebbe un’interpretazione più aderente alla percezione all’identità di genere che c’è nella società moderna. Deve tenere conto dell’omosessualità e dei transgender. Molta violenza viene riversata su di loro. Non solo violenza fisica, ma derisione, senso di vergogna. L’abbiamo sentito anche in questo Consiglio quando si parla di omosessualità”.

Roger Zavoli, Upr: “Esprimiamo soddisfazione per l’unanimità”.

Michele Muratori, Psd: “Il Psd non può che votare favorevolmente. Sono soddisfatto dell’unanimità su tutti gli articoli. E’ sintomo di unione su temi così delicati da trattare”.

Pasquale Valentini, Segretario di Stato agli Affari Esteri: “Siamo soddisfatti di avere migliorato il contesto normativo per combattere, e spero prevenire, questi fenomeni. Vale la pena fare uno sforzo per cercare di andare all’origine delle cause di questa violenza. Ci sono forme sempre più gravi, aberranti di violenza. C’è una domanda sulla cultura che occorre diffondere affinché la violenza non sia la modalità con cui le persone si rapportano fra loro. Il dettato legislativo non produce questo effetto senza un’azione più profonda che va all’origine di questi fenomeni. Circa la questione sollevata da Michelotti, c’è un articolo in cui tutti gli aspetti della violenza, compreso l’orientamento sessuale, e anche la religione, vengono toccati”.

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